Ingegneri: reddito in calo nel 2024. Tutti i dati nel report CNI | Articoli

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La Giornata della Libera Professione ha evidenziato la crescita del settore ingegneristico e architettonico dopo la pandemia, con un aumento del reddito e del fatturato tra il 2021 e il 2023, ma una prevista contrazione nel 2024 a causa del calo degli investimenti. Il settore affronta inoltre una carenza di professionisti qualificati e un ridotto ricambio generazionale, mentre la fine dei Superbonus e la revisione delle detrazioni fiscali potrebbero aggravare il rallentamento economico nei prossimi anni.

La Giornata della Libera Professione, svoltasi a Roma, è servita anche per una riflessione sulla condizione degli ingegneri e degli architetti nel contesto economico attuale. Durante l’evento, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) ha presentato un rapporto del Centro Studi, con l’obiettivo di analizzare il settore dell’ingegneria e prevederne le possibili evoluzioni.

 

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Investimenti in calo nel settore costruzioni, nel 2025 previsto un -6.2%

Il periodo successivo all’epidemia di Covid-19 ha innescato una fase di espansione e riorganizzazione per molti comparti produttivi, tra cui quello dell’ingegneria. Questo ha portato a una crescita significativa per i professionisti del settore, accompagnata da una trasformazione interna al sistema ordinistico. Tuttavia, il ciclo economico degli ultimi quattro anni ha subito un progressivo ridimensionamento che, secondo le stime, influenzerà negativamente i servizi di ingegneria e architettura nei prossimi anni.

Le previsioni di crescita del PIL per il 2024 sono state ridotte dall’1% allo 0,5%, e gli investimenti nel settore delle costruzioni sono attesi in forte calo: -4,2% nel 2024 e -6,2% nel 2025.

 

L’andamento del settore e la crescita del reddito professionale

Dal 2021 al 2023, il comparto edile ha vissuto una crescita sostenuta, con effetti positivi per molti studi professionali. Il reddito medio degli ingegneri iscritti a Inarcassa è aumentato del 60% rispetto al 2019. Nel 2021 il reddito medio annuo era di 44.459 euro (+28% rispetto al 2020), per poi crescere a 54.000 euro nel 2022 e raggiungere una stima di 59.000 euro nel 2023. Tuttavia, nel 2024 si prevede una lieve contrazione di questa cifra.

 

 

Parallelamente, il fatturato del settore ha registrato un’impennata: dai 3,8 miliardi di euro pre-Covid, si è passati a 6,4 miliardi di euro nel 2023, con una stima di 6,3 miliardi per il 2024, segnando un incremento del 65%. Se si considera l’intero comparto degli ingegneri e architetti, il giro d’affari è passato da 7,9 miliardi di euro nel 2019 a 14,7 miliardi stimati per il 2024, con un aumento dell’86%. Questo ha portato il valore aggiunto del settore ingegneristico e architettonico al 7% del totale delle attività professionali, scientifiche e tecniche, rispetto al 4,5% del 2019.

Nonostante la crescita economica del settore, negli ultimi due anni molti studi di ingegneria hanno avuto difficoltà a reperire professionisti qualificati per gestire l’aumento delle commesse. Questo problema è aggravato dal fatto che sempre meno laureati in ingegneria decidono di iscriversi all’Albo professionale. Negli ultimi cinque anni, solo il 10% dei laureati ha scelto di sostenere l’esame di Stato e procedere all’iscrizione, con un conseguente ridotto ricambio generazionale: attualmente, il 65% degli iscritti all’Albo ha più di 45 anni.

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Secondo Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI, “negli ultimi anni abbiamo rilevato un’alta domanda da parte delle imprese, ma una scarsa offerta di competenze e figure operanti nell’ingegneria. Mancano migliaia di ingegneri ogni anno, nonostante il numero di laureati sia in costante crescita. Il problema non è la mancanza di competenze, ma l’assenza di candidati“. Inoltre, le figure più richieste sono quelle specializzate in Ingegneria dell’Informazione e Ingegneria Industriale, con una domanda destinata a evolversi ulteriormente nei prossimi anni.

L’analisi dei dati condotta dal Centro Studi CNI ha messo in evidenza un quadro complesso per i liberi professionisti. Sebbene abbiano conquistato il 55,5% delle gare per servizi di ingegneria con importo inferiore a 140.000 euro e il 52,4% degli importi totali, si registra una flessione del 10% rispetto al 2023. Nei bandi con importi superiori a 215.000 euro, la presenza dei liberi professionisti è quasi inesistente, con solo il 3,1% delle gare vinte e lo 0,8% degli importi assegnati.

A partire dal 2024, il settore dovrà affrontare una progressiva riduzione del fatturato e del reddito professionale, dovuta in gran parte alla fine dei finanziamenti legati ai Superbonus e alla revisione delle aliquote di detrazione per le ristrutturazioni edilizie nel 2025 e 2026. Si prevede che gli investimenti in costruzioni subiranno un calo del 4,2% nel 2024 e del 6,2% nel 2025, interrompendo la crescita sostenuta degli anni precedenti. Tuttavia, i finanziamenti legati al PNRR potrebbero mitigare il ridimensionamento del settore SIA.

 

IL REPORT INTEGRALE DEL CNI È SCARICABILE IN ALLEGATO.



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