MODENA. Dalla gara del trasporto pubblico del 2026 allo storico problema del sottofinanziamento di Modena, dall’azienda unica a trazione Tper alle “sirene” parmensi. E poi la Campogalliano-Sassuolo e la centralità di Bologna. Temi cruciali per il futuro della mobilità che Irene Priolo, assessora regionale ai Trasporti e alle Infrastrutture, affronta in un’intervista che arriva il giorno dopo l’importante incontro modenese tra sindaci e presidenti della Provincia e la dirigenza Seta sul piano di rilancio dell’azienda di trasporto pubblico.
Assessora, se da una parte Seta ha presentato ai sindaci il piano di rilancio, dall’altra in tanti si chiedono se il futuro del trasporto pubblico locale sarà una holding a trazione Tper o un’azienda unica. Lo stesso sindaco Mezzetti, a margine dell’incontro con il cda Seta di giovedì, ha chiesto “maggiore chiarezza su quali sono gli intenti e obiettivi, se un’azienda unica o una holding”. In quale direzione vi muoverete e con che tempi?
«Il nostro obiettivo è avere un servizio di qualità del trasporto pubblico su tutto il territorio: un’aggregazione delle aziende dell’Emilia-Romagna per realizzare un’unica grande azienda di rilievo nazionale sarebbe un passo avanti molto importante, ma la fisionomia va concordata con i comuni e su questo ci confronteremo molto presto».
A Modena si parla da mesi di un trasporto pubblico “modello Parma”, un servizio che funziona e un’azienda che non ha intenzione di entrare in un super soggetto regionale. Sotto la Ghirlandina sembra difficile arrivare all’azienda “in house”, ma le sirene parmensi non mancano…
«Saranno i territori a decidere, di certo un soggetto unico sarebbe in grado di massimizzare le economie di scala e accrescere gli investimenti per affrontare al meglio le sfide imposte dalle nuove opportunità tecnologiche e di cambiamento nel settore».
A parte le scelte per il futuro, a Modena, così come a Reggio, c’è uno storico problema di sottofinanziamento del trasporto pubblico da parte della Regione rispetto alle altre province, per esempio rispetto alla stessa Parma. Nei prossimi anni è previsto un riequilibrio delle risorse?
«Il sottofinanziamento è un problema nazionale, non regionale. Ricordo infatti che il trasporto pubblico locale è finanziato dal fondo nazionale, che purtroppo non è adeguato e costringe le regioni ad un difficilissimo riparto, che poi si riflette a cascata nel riparto tra province. I criteri possono essere senz’altro migliorati, ma i margini di manovra sono molto risicati se il governo non rifinanzia il fondo. Ci tengo però a ricordare che, a parziale riequilibrio, nello scorso mandato Modena è stato uno dei pochi territori a cui è stato riconosciuto un aumento strutturale, parliamo di un milione di euro per i servizi minimi a partire dal 2023. A questo aggiungo che anche sul ferro, in maniera strutturale, da quest’anno Modena può contare su almeno 3 collegamenti aggiuntivi per Bologna per un valore di 5 milioni di euro».
Dopo il meeting de Pascale-Salvini, a cui ha partecipato anche lei, a denti stretti sono tanti, anche nel centrosinistra, che parlano di grandi opere solo per Bologna…
«In quell’incontro si è parlato delle principali infrastrutture dell’Emilia-Romagna, ferroviarie e stradali: in cima a queste ultime il passante di Bologna, la Campogalliano-Sassuolo, la Cispadana, la Statale 12».
La Campogalliano-Sassuolo, appunto: sarà davvero la volta buona per un’opera attesa da anni? Non teme di perdere i “rosso-verdi” in maggioranza se i cantieri partiranno davvero?
«In Consiglio comunale a Modena, così come in Provincia, è stata raggiunta un’intesa di massima per un adeguamento del progetto alle esigenze del territorio. E la Regione è sempre al fianco dei territori per ogni ottimizzazione. Il punto è avere certezza sulla realizzazione o meno dell’opera, che è di concessione statale e per cui, a fine 2024, il ministero dei Trasporti ha lanciato un bando di gara per la gestione tramite un Partenariato pubblico-privato».
Sicurezza e circolazione ferroviaria: dice sì o no ai tornelli per accedere solo con biglietto alle stazioni emiliano-romagnole?
«In generale non siamo contrari all’installazione dei tornelli poiché questa misura contribuirebbe sicuramente a incrementare la sicurezza attraverso un controllo più rigoroso degli accessi. Ma le nostre stazioni, come noto, sono di tipo passante anziché di testa. Pertanto, la sua implementazione pratica è molto più complessa e di difficile attuazione».
A proposito di mandato: se ci fossero le elezioni politiche anticipate, lei assicura che resterà alla guida del suo assessorato?
«Ho concluso una campagna elettorale solo due mesi fa e l’ultimo mio pensiero sono le elezioni politiche, anticipate o meno che siano. Faccio l’assessora e mi occupo con entusiasmo delle deleghe che il presidente mi ha affidato».
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