La crisi d’impresa è un fenomeno complesso che può derivare da molteplici fattori, sia interni che esterni all’azienda. Spesso si tende a focalizzarsi sulle difficoltà finanziarie, sui mutamenti del mercato o sulle decisioni imprenditoriali errate. Tuttavia, un aspetto meno considerato, ma di fondamentale importanza, riguarda l’incapacità dei professionisti che assistono l’imprenditore nella gestione aziendale. Errori strategici, valutazioni inesatte e una consulenza inadeguata possono non solo aggravare una crisi già in atto, ma addirittura esserne la causa scatenante.
L’importanza del ruolo dei professionisti nella rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa è fondamentale. Avvocati, commercialisti, consulenti aziendali e revisori contabili hanno un ruolo chiave nel supporto all’imprenditore, soprattutto in una fase di difficoltà economico-finanziaria. Il loro compito non si limita alla gestione ordinaria dell’impresa, ma si estende alla capacità di individuare tempestivamente segnali di allarme e proporre strategie adeguate per evitare il deterioramento della situazione.
Un professionista competente deve saper analizzare i dati finanziari dell’azienda, valutare i flussi di cassa, monitorare gli indicatori di performance e, soprattutto, consigliare le migliori strategie per affrontare le difficoltà. In caso contrario, un’errata lettura della situazione o una sottovalutazione dei rischi può determinare decisioni dannose per l’azienda, accelerando il processo di crisi.
L’imprenditore, specialmente in contesti complessi, si affida ai professionisti per ricevere indicazioni su aspetti giuridici, fiscali e strategici. Quando questi non sono all’altezza del compito affidatogli, le conseguenze possono essere disastrose. Tra gli errori più comuni si possono annoverare i) l’errata pianificazione finanziaria: una gestione approssimativa del cash flow, una cattiva programmazione fiscale o un’errata allocazione delle risorse possono generare squilibri finanziari irreversibili; ii) la mancata segnalazione della crisi: con l’introduzione del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza entrato in vigore il 15 luglio 2022 e modificato con decreto correttivo entrato in vigore il 28 settembre 2024, i professionisti hanno il dovere di segnalare precocemente i segnali di squilibrio. Il mancato adempimento di tale obbligo può esporre l’impresa a sanzioni e responsabilità; iii) errata valutazione sulla ristrutturazione del debito: in caso di difficoltà finanziaria, una consulenza inadeguata nella negoziazione con i creditori può precludere soluzioni di risanamento, spingendo l’azienda verso il fallimento; iv) mancato adempimento degli obblighi legali: la non conformità alle normative fiscali e tributarie può generare sanzioni e contenziosi che aggravano la situazione economica dell’impresa; v) scarsa capacità di analisi strategica: i professionisti devono fornire agli imprenditori soluzioni concrete e sostenibili. Una visione miope o poco realistica delle possibilità di rilancio può indurre l’azienda a scelte sbagliate e controproducenti.
Per evitare che l’incapacità dei professionisti diventi una concausa della crisi d’impresa, è necessario un cambio di prospettiva. Occorre promuovere una cultura della responsabilità e della formazione continua, affinché chi assiste gli imprenditori disponga delle competenze necessarie per affrontare scenari complessi e in continua evoluzione.
Gli organi di controllo e le istituzioni devono garantire che i professionisti operino con la dovuta diligenza, applicando sanzioni laddove vi siano condotte negligenti. Allo stesso tempo, gli imprenditori devono essere consapevoli dell’importanza di selezionare consulenti qualificati e aggiornati, evitando di affidarsi a figure prive delle necessarie competenze.
In un contesto economico caratterizzato da crescente incertezza, la qualità della consulenza professionale può fare la differenza tra la sopravvivenza e il fallimento di un’impresa. La crisi d’impresa non è mai il risultato di un singolo fattore, ma spesso l’esito di un intreccio di responsabilità che coinvolgono imprenditori e professionisti. Per questo motivo, la capacità di chi assiste le aziende diventa una variabile cruciale per garantire la stabilità e la crescita del tessuto economico.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link