anche i bambini si stressano pensando al futuro

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Un recente studio dell’Università di Pavia rivela che il 95% dei bambini italiani manifesta ansia per la crisi climatica. I dati allarmanti e le conseguenze psicologiche sui più piccoli.

Nemmeno i bambini vengono risparmiati dall’ansia! Ormai è ribadito da molteplici ricerche sul tema: uno dei fenomeni più diffusi che si sta allargando a macchia d’olio è lo stato d’ansia conclamato di molte persone, da cui ne conseguono effetti gravi come depressione e attacchi di panico. La medicina definisce l’ansia come “una reazione anticipatoria caratterizzata da preoccupazione, apprensione, paura, manifestazioni fisiologiche e di tensione psicofisica, di fronte ad uno stimolo o a un evento negativo futuro, ovvero che non è realmente presente o che potrebbe accadere.”

Nella società attuale i motivi per essere ansiosi sono tanti, troppi: la povertà in crescita, precarietà del lavoro, licenziamenti improvvisi, la guerra a due passi da casa, alluvioni, terremoti, surriscaldamento del pianeta. Un vero e proprio “cahier de doleance”, c’è l’imbarazzo della scelta! Un tema molto avvertito dalle giovani generazioni è la crisi climatica. D’altronde, non potrebbe essere altrimenti, visto che saranno loro a subire i nefasti e maggiori effetti se non si pone un argine al fenomeno. Sembra strano, ma nemmeno i bambini sono stati risparmiati dall’ansia, in un’età in cui la spensieratezza, il gioco e la curiosità verso il mondo che li circonda, dovrebbero essere predominanti.

Sembra strano, ma nemmeno i bambini sono stati risparmiati dall’ansia

L’Università di Pavia ha condotto uno studio sull’eco-ansia, in cui il 95% dei bambini ha manifestato tutta l’apprensione e inquietudine sulla crisi climatica, anche perché sono persuasi di poter agire positivamente sul problema grazie ai loro comportamenti. Lo studio, il cui titolo è “L’impatto psicologico del cambiamento climatico: una sfida per le nuove generazioni”, è stato condotto con metodologia Cawi (Computer Assisted Web Interview). Si tratta di una metodologia di raccolta dei dati basata sulla compilazione di un questionario via web fornito attraverso un link, un panel o un sito web. Oggetto della ricerca circa 1000 bambini appartenenti alla fascia d’età tra i 5 e gli 11 anni di molte regioni italiane. Hanno fatto parte del campione anche le Regioni Emilia-Romagna e Toscana, vittime di devastanti alluvioni nel recente passato. Il 40% dei bambini ha sostenuto di fare spesso sogni negativi riguardanti la pericolosa trasformazione climatica e l’aumento della temperatura media della Terra a causa delle emissioni di gas a effetto serra nell’atmosfera.

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Oltre il 97% è convinto che il proprio impegno possa essere proficuo per l’ambiente.

Questa sorta di angoscia ha provocato in molti di loro inappetenza o insonnia, due sintomi allarmanti in un adulto, figurarsi in un bambino. Inoltre, quasi il 96% si sente personalmente responsabile dello status quo e oltre il 97% è convinto che il proprio impegno possa essere proficuo per l’ambiente. Essendo ancora piccoli, hanno dichiarato di essere sicuri nella capacità degli adulti di porvi rimedio. A quell’età non si può che essere ottimisti in un futuro radioso. Poi crescendo, i nodi vengono al pettine!

Comunque la ricerca ha mostrato le sgradevoli presenze di ansia, rabbia e tristezza, le tre arpie rapacissime e così avverse all’essere umano da procurargli danni indelebili. L’indagine effettuata fa parte del progetto di ScuolAttiva  “A scuola di acqua-sete di futuro”. Si tratta di una Onlus creata da un team di professionisti con oltre 20 anni di esperienza nei campi dell’educazione e della comunicazione applicata alla responsabilità sociale d’impresa. La supervisione scientifica del progetto è stata curata dal Laboratorio di psicologia della salute del Dipartimento di scienze del sistema nervoso e del comportamento dell’Università di Pavia. Ha collaborato Triplepact, una piattaforma online nata per favorire la collaborazione tra aziende, enti e persone. Ora solo una classe politica e dirigente responsabile potrebbe dare risposte serie a queste problematiche. Ma all’orizzonte c’è solo il… nulla!  



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