‘Senza eolico più crisi climatica e favori alle lobby del gas” – Notizie

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“Siamo perfettamente d’accordo che
serva equilibrio tra la produzione di energia pulita e la tutela
del paesaggio, minimizzando l’impatto ambientale, ma la
soluzione non può essere quella di fermare tutti progetti di
eolico nell’entroterra”. E’ quanto dichiara Marco Ciarulli,
presidente di Legambiente Marche secondo il quale “C’è un vizio
di forma importante quando si fanno queste considerazioni,
perché nel piatto della bilancia si omette di inserire anche il
nostro sistema di produzione energetica attuale,
considerevolmente più impattante di un parco eolico o
agrivoltaico. Oggi produciamo energia principalmente bruciando
gas fossile, la principale fonte di emissioni di gas serra,
fermare tutti i progetti di eolico nell’entroterra o
agrivoltaico sul territorio regionale non significa tutelare
l’ambiente, ma alimentare la crisi climatica e favorire le lobby
del gas”.

   
Legambiente Marche sull’eolico nell’entroterra marchigiano
ritiene che “la pianificazione non può essere un pretesto per
fare ostracismo ad una corretta transizione energetica. Chi
ostacola ad oltranza le rinnovabili – sottolinea -, dà forza a
gasdotti e rigassificatori, riapre le porte al nucleare e non
farà abbassare le bollette”.

   
“Siamo perfettamente d’accordo che serva equilibrio tra la
produzione di energia pulita e la tutela del paesaggio,
minimizzando l’impatto ambientale – dichiara Ciarulli – ma la
soluzione non può essere quella di fermare tutti progetti di
eolico nell’entroterra. C’è un vizio di forma importante quando
si fanno queste considerazioni, perché nel piatto della bilancia
si omette di inserire anche il nostro sistema di produzione
energetica attuale, considerevolmente più impattante di un parco
eolico o agrivoltaico. Oggi produciamo energia principalmente
bruciando gas fossile, la principale fonte di emissioni di gas
serra, fermare tutti i progetti di eolico nell’entroterra o
agrivoltaico sul territorio regionale non significa tutelare
l’ambiente, ma alimentare la crisi climatica e favorire le lobby
del gas”.

   
Legambiente ricorda che le Marche da anni hanno nettamente
rallentato la propria transizione energetica. La Regione è
capace di produrre quasi 2.500 GWh di energia a fronte di un
fabbisogno di oltre 7.000 GWh (dati 2023, fonte Terna). C’è un
deficit energetico del 65% che costringe le Marche (come altre
regioni d’Italia) a dover importare energia elettrica. Questa
richiesta si traduce principalmente in acquisto di gas da
nazioni come Algeria o Libia, con successivo trasporto per mezzo
di gasdotti, o da paesi di altri continenti (Qatar e USA in
primis) attraverso i rigassificatori. Una volta arrivato in
Italia il gas viene trasformato in elettricità grazie a
inquinanti centrali termoelettriche che, oltre ad alimentare
l’emergenza climatica, producono anche lo smog che causa danni
sanitari sul territorio.

   
“Il nostro attuale modello di approvvigionamento energetico e
produzione di elettricità si dimostra sempre più insostenibile –
prosegue Ciarulli – ambientalmente devastante perché motore del
cambiamento climatico, economicamente perché rende la nostra
nazione più fragile di fronte al fenomeno della speculazione
economica, causata dai produttori di gas fossile, che in questi
anni anche le Marche hanno toccato con mano”.

   
La Regione Marche sta valutando un Piano per le aree idonee
ma è in attesa della sentenza del Tar del Lazio, dopo la
sospensiva del Consiglio di Stato, che stabilirà se le possono
rendere inidonee all’installazione degli impianti a fonti
rinnovabili aree che per il decreto nazionale sono considerate
idonee. Una volta definito chi dovrà valutare queste aree, sarà
necessario individuare le aree idonee anche per l’eolico.

   
“Gli impianti eolici – ricorda Legambiente – vanno realizzati
con un’adeguata integrazione paesaggistica e la partecipazione
delle comunità locali, anche con le giuste ricadute economiche
per il territorio. È giusto preoccuparsi di avere una
pianificazione regionale, è giusto evitare impianti realizzati
in luoghi non idonei per scarsa ventosità o effettivo impatto
ambientale, ma ostacolare a oltranza ogni progetto da fonti
rinnovabili, a partire da quelli eolici o agrivoltaici, è solo
un modo alimentare lo stallo regionale in cui versiamo da anni,
favorire i signori del gas di oggi e quelli del nucleare di
domani, in barba alla salute dell’ambiente e delle tasche di
famiglie e imprese marchigiane”.

   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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