Molti lettori avranno visto il film di Roberto Andò ”La stranezza” ispirato ad un episodio vero, riguardante Luigi Pirandello nel 1920, quando in Sicilia incontrò Onofrio Principato e Sebastiano Vella, due attori dilettanti che ispirarono, al grande autore teatrale italiano, l’opera “Sei Personaggi in cerca d’autore”.Nel film, memorabile è risultata la recitazione di Ficarra e Picone. La stranezza dell’isola è invece tutta politica: l’isola è spaccata, più o meno a metà, tra Comuni d’ispirazione politica di destra e Comuni di sinistra. Se fosse vivo Pirandello, farebbe il sequel di Sei personaggi in cerca d’autore, con la partecipazione dei sei Sindaci dei Comuni isolani. Ma usciamo fuori di metafora e vediamo perché esiste una stranezza nella stranezza: Giosi Ferrandino, Giacomo Pascale e Stanislao Verde (Casamicciola, Lacco e Forio) sono orientati a destra. Per la verità, Giosi Ferrandino, ex parlamentare europeo, apparteneva in Europa allo schieramento socialista e anche quando è successivamente transitato dal PD, prima in Italia Viva di Renzi e poi in Azione di Calenda, Giosi rimaneva nell’ambito dello schieramento di centro sinistra. Ma ora aderisce (ed è strano che non lo abbia ancora ufficializzato) a Forza Italia, che fa parte della coalizione governativa di destra-centro. La stranezza nella stranezza è che i tre Comuni, chiaramente sbilanciati a destra attraverso i loro Sindaci, sono gli stessi della Ricostruzione, sono quelli danneggiati dagli eventi calamitosi susseguitisi dal 2017 in poi. Ischia e Barano sono invece schierati a sinistra, sia pure con riferimenti metropolitani e regionali diversi (Barano con Manfredi, Ischia con De Luca e con l’assessora Fortini). Serrara è meno esplicita, ma ci sono buoni motivi per credere che Sindaca e Vice Sindaco propendano per lo schieramento di centro sinistra.
Che cosa comporta ciò? Cambia la politica amministrativa locale e si differenzia secondo che i singoli Comuni si ispirano a destra o a sinistra? Certo che cambia! Un Giosi di destra-centro non può ignorare la Lega di Pitone; non può ignorare la stessa coalizione che ha battuto alle amministrative e l’ex Sindaco Giovan Battista Castagna; non può ignorare i Salva Casa di Salvini o la guerra che Salvini fa ad ogni limitazione di velocità del traffico. Ed è sicuro il Sindaco Pascale che, guardando a destra, trova la sponda giusta per i due cardini sui quali fonda la sua amministrazione: la cultura e il ridimensionamento del traffico? E Stani Verde, Sindaco di Forio che, nella prima fase del suo sindacato, si mostrò aperto verso Legambiente e le tematiche ambientali, è sicuro di poter coniugare tale indirizzo con i cacciatori della sua amministrazione? Si può essere legittimamente di destra o di sinistra e farlo, in un caso o nell’altro, con dignità e coerenza; credo meno a ipotesi centriste sganciate da schieramento di centro sinistra o centro destra. Tuttavia bisogna essere consapevoli che tali scelte non sono indifferenti ed equivalenti nei riflessi sulla politica amministrativa locale. E a nulla valgono i tentativi di nascondersi dietro il paravento di schieramenti civici indipendenti. Sotto la pelle del serpente (e la può cambiare più volte) emerge, prima o poi, il corpo nudo dell’animale. Prendiamo il settore turistico e tutti i comparti economici che intorno ad esso ruotano. Una visione di destra è orientata a privilegiare la libertà imprenditoriale svincolandola da lacci e lacciuoli che ne limitano la possibilità di manovra; una visione di sinistra tende ad inquadrare l’attività imprenditoriale in un ambito più generale di interessi collettivi. Una sinistra che funzioni e sappia bene cosa significano giustizia sociale e coesione sociale, crea un quadro di riferimento ottimale per gli imprenditori (strutture, infrastrutture, servizi) ma pretende che vengano rispettati i diritti dei lavoratori (non solo economici ma anche quelli che attengono alla sfera personale del lavoratore, come salute, diritto al riposo, a ferie, al tempo libero, diritto alla formazione e crescita professionale). E soprattutto, nel campo turistico, un Sindaco di sinistra dovrebbe preoccuparsi di coniugare lo sviluppo economico con la tutela del territorio, la tutela della vivibilità dei residenti, l’interscambio culturale ed esperienziale residenti-turisti.
Faccio l’esempio della città di Napoli, retta da un Sindaco di sinistra. Fa bene il Comune di Napoli a stilare, come promette di fare, un Regolamento per i Parchi Urbani, che intende assegnare in concessione ai privati per la manutenzione, consentendo ai concessionari di installare piccole buvette di ristoro (in modo da bilanciare i costi). Il Comune d’Ischia non ha mai più dato seguito al progetto di dare a privati (magari cooperative, Associazioni giovanili) la manutenzione delle pinete, nonostante fosse stato pubblicato, anni fa, un bando per la manifestazione d’interesse (che ci fu da parte di Associazioni), ma che rimase lettera morta. Non fa invece bene il Comune di Napoli quando, sull’entusiasmo del successo turistico di massa, tollera il crescente caos e frastuono notturno che rende invivibile alcune piazze e quartieri di Napoli. E, giustamente, il Comune è stato condannato a risarcire i cittadini per disturbo alla quiete. A sinistra come a destra bisogna essere coerenti e conseguenziali. Un Sindaco di destra, legittimamente, può ritenere che lo sviluppo incondizionato dell’attività imprenditoriale assicuri automaticamente la crescita di tutti, per trascinamento, per vasi comunicanti. Sono due visioni diverse, da sempre. E sbaglia chi crede che tali differenze non abbiano più senso. Chi afferma ciò, ha davvero perso ogni senso di orientamento. E, quando elenchiamo le conseguenze negative dell’avere ben sei Comuni nella stessa isola, dimentichiamo di annoverare, tra le cause frenanti, la differente collocazione politica in ambito regionale e nazionale,come se non contasse nulla essere per esempio a favore o contro l’autonomia differenziata, come se non contasse nulla essere a favore dell’istruzione pubblica o privata o della sanità pubblica o privata. Questa presunta equivalenza costituirebbe un insostenibile caso di “autonomia indifferenziata”.
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