Negli ultimi anni, l’energia nucleare è tornata al centro del dibattito globale, anche in Italia. Da una parte, viene considerata una risorsa sostenibile, efficiente e indispensabile per ridurre le emissioni di CO₂; dall’altra, emergono ancora dubbi sui suoi rischi e sull’accettabilità sociale.
Grazie a un’analisi approfondita basata sull’articolo “What’s next for nuclear power” pubblicato dal MIT Technology Review (Casey Crownhart, 14 gennaio 2025), facciamo il punto sulle prospettive del settore: dallo sviluppo dei reattori di quarta generazione, alle estensioni di vita degli impianti esistenti, fino agli investimenti delle grandi aziende tecnologiche. L’energia nucleare sta davvero vivendo una nuova rinascita?
In questi ultimi anni si è tornati a parlare con insistenza di energia nucleare, anche in Italia.
Una fonte energetica che, da un lato, viene sostenuta come altamente sostenibile, potente ed efficiente per affrontare la crescente domanda globale di elettricità e ridurre le emissioni di CO₂, dall’altro è ancora oggetto di dibattito per i rischi, reali o percepiti, associati alla sua gestione e agli impatti a lungo termine, spesso considerati non completamente determinabili né accettabili.
Grazie a un approfondito articolo pubblicato sul MIT Technology Review dal titolo “What’s next for nuclear power” a firma di Casey Crownhart (14 gennaio 2025), che fa il punto sulle prospettive globali di questa tecnologia, riprendiamo e analizziamo i principali trend del settore per capire dove stia andando il nucleare: dal rilancio dei reattori tradizionali agli sviluppi delle tecnologie avanzate, fino all’impatto degli investimenti delle grandi aziende tecnologiche.
Un viaggio tra promesse, sfide e nuove frontiere di un’energia che potrebbe essere centrale nella transizione energetica globale.
L’energia nucleare, dopo oltre settant’anni di utilizzo, è oggi al centro di una trasformazione profonda.
L’aumento della domanda globale di elettricità, spinto dall’adozione dei veicoli elettrici e dall’espansione dei data center, ha riacceso l’interesse per la costruzione di nuove centrali e il prolungamento della vita di quelle esistenti.
Il 2025 segna anche una fase che possiamo considerare di frontiera tecnologica per i cosiddetti reattori avanzati, con l’inizio della loro realizzazione su scala commerciale.
Ma come sta avvenendo questo sviluppo? che sta investendo di più per poter ridare slancio a questa soluzione così discussa?
Una crescita a macchia di leopardo: quali sono le prospettive globali per l’energia nucleare
Negli ultimi due anni, la comunità internazionale ha rafforzato il proprio impegno per l’energia nucleare: 31 paesi si sono impegnati a triplicarne la capacità entro il 2050.
Tuttavia, le dinamiche di sviluppo variano profondamente a seconda delle aree geografiche.
Negli Stati Uniti, nonostante la presenza della più grande flotta di reattori al mondo, la crescita è stagnante. Il nuovo reattore della centrale di Vogtle, in Georgia, è entrato in funzione nel 2024, ma attualmente non ci sono altri grandi progetti in costruzione o in fase di revisione.
Al contrario, in Asia, la Cina sta registrando uno sviluppo impressionante: nel giro di pochi decenni, il paese ha costruito la terza più grande flotta nucleare al mondo, dopo Francia e Stati Uniti.
Nel 2025, saranno connessi alla rete quattro nuovi grandi reattori, con altri previsti per il 2026.
Anche paesi emergenti come Bangladesh, Turchia ed Egitto stanno avviando i loro primi impianti nucleari, segnando un’espansione significativa della tecnologia al di fuori dei tradizionali leader del settore.
La centrale nucleare di Černobyl
La centrale nucleare di Černobyl’, situata in Ucraina vicino al confine con la Bielorussia, è tristemente nota per il disastro del 26 aprile 1986, il più grave incidente nucleare della storia. L’impianto era composto da quattro reattori RBMK-1000, ciascuno con una potenza di 1.000 MW.
Dopo l’esplosione del reattore Unità 4, l’area è stata evacuata e un sarcofago è stato costruito per contenere le radiazioni. Gli altri tre reattori hanno continuato a funzionare fino al 2000, quando l’ultimo è stato definitivamente spento.
Il disastro di Černobyl’ rilasciò enormi quantità di radiazioni su gran parte dell’Europa, contaminando milioni di ettari di terra. L’esplosione e l’incendio causarono la dispersione di iodio-131, cesio-137 e stronzio-90, con effetti devastanti sulla salute umana e sull’ambiente. I morti immediati furono 31, ma le stime sulle vittime a lungo termine variano: il Chernobyl Forum (ONU) parla di 4.000 decessi stimati per tumori e malattie legate alle radiazioni, mentre Greenpeace ipotizza fino a 200.000 morti. Migliaia di persone soffrirono di tumori alla tiroide e altre malattie legate all’esposizione radioattiva.
Reattori avanzati: il futuro della tecnologia nucleare
Se la maggior parte dei reattori esistenti utilizza uranio a basso arricchimento e acqua come refrigerante, le nuove tecnologie nucleari si stanno orientando verso soluzioni più sicure, efficienti e innovative.
I reattori di Generazione IV includono sistemi che utilizzano sali fusi, metalli liquidi o gas ad alta temperatura per il raffreddamento, migliorando sicurezza ed efficienza.
Un reattore nucleare di quarta generazione (Gen IV) è un tipo di impianto nucleare avanzato progettato per migliorare sicurezza, efficienza e sostenibilità rispetto ai reattori attuali. Questi sistemi si distinguono per l’uso di nuovi combustibili nucleari, come uranio ad alto arricchimento o torio, e per l’impiego di fluidi di raffreddamento alternativi all’acqua, come sali fusi, metalli liquidi (sodio, piombo) o gas ad alta temperatura.
La potenza dei reattori Gen IV varia a seconda della tecnologia utilizzata, ma generalmente si colloca tra 100 MWe e 1.500 MWe per unità, in linea con i reattori ad acqua pressurizzata di terza generazione (che vanno da 300 MWe a oltre 1.600 MWe). Tuttavia, grazie a un’efficienza termodinamica migliorata (fino al 50%, rispetto al 30-35% dei reattori attuali), possono generare più energia con la stessa quantità di combustibile.
Alcuni reattori avanzati, come i reattori modulari di piccole dimensioni (SMR, Small Modular Reactors), sono progettati per potenze ridotte, da 10 MWe a 300 MWe, rendendoli adatti a sistemi decentralizzati o a installazioni industriali specifiche.
I reattori Gen IV mirano a ridurre la produzione di scorie radioattive, aumentare la resistenza agli incidenti e ottimizzare l’uso del combustibile, rendendo il nucleare più sostenibile. Alcuni modelli includono reattori modulari e reattori a neutroni veloci, capaci di rigenerare il combustibile esaurito. Questi reattori sono attualmente in fase di sviluppo e sperimentazione.
Negli Stati Uniti, due aziende sono in prima linea nello sviluppo di questi nuovi reattori:
- Kairos Power, che sta costruendo reattori raffreddati con sali fusi, ha ricevuto permessi per la realizzazione dei suoi primi impianti dimostrativi, con entrata in funzione prevista per il 2027.
- TerraPower, fondata da Bill Gates, sta sviluppando il reattore Natrium, che utilizza sodio liquido come refrigerante e dovrebbe iniziare la costruzione della sua sezione nucleare nel 2026.
Anche la Cina sta investendo in reattori avanzati, con un focus su quelli raffreddati a gas ad alta temperatura.
Il primo impianto commerciale con questa tecnologia è stato connesso alla rete nel 2023, e nuovi impianti sono in fase di pianificazione.
Il rilancio e l’ottimizzazione della capacità nucleare esistente
Oltre alla costruzione di nuovi impianti, cresce l’interesse per il prolungamento della vita operativa dei reattori esistenti.
Molte centrali costruite nel XX secolo avevano una vita utile di 40 anni, ma grazie a interventi di manutenzione e aggiornamenti, negli Stati Uniti alcune sono state autorizzate a operare fino a 80 anni. Francia e Spagna stanno seguendo la stessa strategia, concedendo estensioni di licenza per i loro reattori più datati.
La centrale nucleare più vecchia ancora in funzione
La centrale nucleare di Beznau, situata nel canton Argovia, Svizzera, è la più antica al mondo ancora in funzione. Il reattore Beznau 1 è stato collegato alla rete elettrica il 24 dicembre 1969, seguito dal reattore Beznau 2 nel 1971. Entrambi sono reattori ad acqua pressurizzata (PWR) forniti dalla Westinghouse Electric, ciascuno con una potenza elettrica netta di 365 MW. La centrale fornisce anche teleriscaldamento a undici comuni limitrofi, distribuendo circa 150 GWh di calore all’anno. Nonostante l’età avanzata, Axpo, l’azienda proprietaria, ha annunciato nel dicembre 2024 un investimento di 350 milioni di franchi per garantire la sicurezza e prolungare l’operatività dell’impianto: il reattore 2 resterà in funzione fino al 2032 e il reattore 1 fino al 2033.
Inoltre, si sta valutando la riapertura di centrali dismesse.
Un esempio significativo è la centrale di Palisades, nel Michigan, che ha ottenuto un prestito da 1,52 miliardi di dollari dal Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti per riprendere le operazioni nel 2025. Un altro caso emblematico è Three Mile Island, dove si sta discutendo il riavvio di uno dei reattori dismessi.
Infine, l’aumento esponenziale della domanda energetica dei data center sta spingendo le grandi aziende tecnologiche a investire nel nucleare. Microsoft ha siglato un accordo per acquistare energia da Three Mile Island, mentre Google e Amazon stanno finanziando lo sviluppo di reattori modulari e altre soluzioni innovative per garantire un’alimentazione stabile e pulita per i loro enormi centri di calcolo.
Fonte:
- “What’s next for nuclear power” di Casey Crownhart, MIT Technology Review, 14 gennaio 2025.
- Wikipedia: Per informazioni generali sull’energia nucleare e specifiche su centrali come Beznau e Černobyl’.
- RSI.ch: Per dettagli sugli investimenti e la durata operativa della centrale nucleare di Beznau.
- World Nuclear Association: Per dati sulle capacità dei reattori nucleari di quarta generazione.
- Greenpeace: Per stime sulle vittime a lungo termine legate al disastro di Černobyl’.
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