Brescia, 10 febbraio 2025 – Due morti: il 31 gennaio e il 3 febbraio. Due drammi incrociati. Una doppia tragedia sconvolge la provincia di Brescia. Nei giorni scorsi, all’ospedale di Desenzano del Garda (Brescia), una neonata è morta durante il parto. A seguito di ciò, i genitori originari dell’Est Europa hanno denunciato medici e infermieri: la Procura di Brescia ha aperto un fascicolo d’indagine e iscritto nel registro dei fatti di reato una decina di dottori che hanno assistito o partecipato al parto. Tra loro anche un giovane ginecologo che a pochi giorni dalla morte della bambina si è tolto la vita. Da chiarire se ci sia un collegamento tra i due decessi.
Il parto, la morte e l’autopsia
Il travaglio – avvenuto lo scorso 31 gennaio – sarebbe durato a lungo. Sotto la lente ci sarebbero le tecniche adottate dal team dei medici in sala operatoria. La neonata è andata in ipossia (una carenza di ossigeno nell’intero organismo) ed è stata trasferita d’urgenza all’ospedale Civile di Brescia, dove è deceduta. Oggi, 10 febbraio, è stata eseguita l’autopsia. L’esito tra 90 giorni.
La denuncia e l’ipotesi omicidio colposo
La denuncia del genitori, rivolta ai medici e all’ospedale, ha portato il 2 febbraio all’apertura di un fascicolo di indagine da parte della Procura di Brescia. Gli operatori sanitari coinvolti, secondo i genitori, avrebbero commesso “qualche errore nel corso delle procedure”. Nella denuncia, in particolare, ci sarebbe il riferimento “all’uso improprio” di una ventosa, strumento usato durante i parti difficili. Gli indagati per omicidio colposo sarebbero dieci: tre ginecologi, tre anestesisti, due pediatre e due ostetriche. I carabinieri del Nas (Nuclei Antisofisticazioni e Sanità dell’Arma) procederanno al sequestro delle cartelle cliniche. Gli inquirenti dovranno accertare eventuali negligenze o imperizie dell’équipe medica.
Il ginecologo suicida e la ricerca su Sara Pedri
Tra i tre ginecologi indagati c’è anche il nome di un professionista che fa perdere le sue tracce. La moglie, il 3 febbraio, denuncia la scomparsa del compagno (ignaro dell’indagine) di origine siciliana ma con cui viveva da tempo nel Bresciano. Poco dopo arriva la tragica scoperta: il medico viene trovato senza vita in Val di Non, in Trentino. Da quanto apprende l’Adnkronos l’uomo, di recente, aveva fatto ricerche sulla scomparsa di Sara Pedri, la ginecologa di 32 anni in servizio all’ospedale di Trento di cui non si sa più nulla dal 4 marzo di quattro anni fa. Un dato che può essere letto in più modi. Sul suicidio del medico la procura di Trento ha aperto un fascicolo. Per la Procura di Brescia, che ha chiesto di poter visionare gli atti dei colleghi della provincia autonoma, non è escluso che tra la morte della neonata e quella del ginecologo possa esserci un legame.
La doppia tragedia
Il ginecologo, 39 anni, si è tolto la vita lanciandosi nel vuoto da un ponte, in provincia di Trento. Che il gesto volontario dell’operatore sanitario sia legato a quanto avvenuto in sala parto è ancora da accertare, ma le indagini sono state avviate. Il riserbo sull’inchiesta, per ora, è massimo. Germano Bettoncelli, presidente dell’Ordine dei medici di Brescia, è scosso dall’accaduto: “C’è un sentimento di grave sconforto per gli aspetti umani che accompagnano questa vicenda”.
I precedenti a Pavia e Brescia
Lo scorso dicembre, al San Matteo di Pavia, un altro neonato, Sasha, era morto durante il parto. Insieme a lui anche la sua mamma, Andreea Mihaela Antochi. Anche in quel caso i medici erano stati indagati: la procura della Repubblica aveva aperto un fascicolo per omicidio colposo e responsabilità colposa per morte in ambito sanitario. Dopo ore di travaglio, la 30enne aveva accusato un’insufficienza respiratoria che le aveva procurato un arresto cardiaco. E l’ipotesi formulata è stata quella di “embolia da liquido amniotico”. Una rarissima complicanza che si verifica soprattutto durante il travaglio e risulta fatale per la partoriente.
Mentre, a Brescia, una tragedia simile risale a quasi un anno fa e vede coinvolta una coppia di 20enni e la loro figlia. Alla Fondazione Poliambulanza, dopo il travaglio, la bambina stava per nascere. Tutto procedeva regolarmente quando, all’ultimo, proprio durante la fase dell’espulsione, c’è stata una complicazione imprevista, la cosiddetta ‘Distocia’. Il feto è rimasto incastrato con una spalla e per liberarlo sono state eseguite una serie di manovre concitate. Quando finalmente la piccola è venuta alla luce, è morta in pochi minuti. La circostanza, non così rara, richiede un tempestivo intervento degli operatori sanitari e delle ostetriche perché in quel frangente il piccolo non può respirare. La mancanza di ossigeno può portare a danni irreversibili, se non alla morte. Ed è proprio quello che è successo alla bimba in questione, in preda all’ipossia e deceduta appena nata. La Procura aveva aperto un’inchiesta.
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