A seguito della decisione dell’ASREM di stipulare contratti con medici in quiescenza per salvare l’Ospedale Caracciolo di Agnone, finalmente, dopo anni di stagnazione, si è sviluppato un vivace dibattito sulla sanità altomolisana e su come garantire la sopravvivenza di questa struttura fondamentale per i territori disagiati dell’Alto Molise e Alto Vastese. L’integrazione di 12 medici pensionati, che si sono resi disponibili a rientrare in servizio per evitare la chiusura del Caracciolo, rappresenta una boccata d’ossigeno. Tuttavia, come sottolineato anche dal vice presidente del Consiglio Regionale, Andrea Di Lucente, si tratta di una soluzione temporanea e, come da lui stesso definita, “ tampone”.
In questo contesto, dopo aver scongiurato il peggio, si può ora pensare al futuro per rilanciare l’ospedale agnonese. È proprio in questa direzione che si inserisce la proposta di riorganizzazione sanitaria avanzata dal Dott. Pasquale Pannunzio, noto oculista agnonese, che guarda al domani. La soluzione “tampone” odierna potrebbe, infatti, evolversi in una strategia più sostenibile, come ormai avviene in molte realtà. Pur apprezzando quanto fatto fino ad oggi, Pannunzio fa alcune precisazioni su un modello organizzativo sanitario che aveva già delineato pochi giorni fa, arricchendolo con ulteriori utili conoscenze.
La sua proposta si fonda su una sinergia tra il pubblico, il privato e il terzo settore, con l’intento di creare un’associazione no-profit in grado di gestire l’ospedale in modo sostenibile. Il Dott. Pannunzio sottolinea l’importanza di un approccio innovativo che, pur mantenendo il carattere pubblico della struttura, favorisca l’efficienza e la partecipazione di tutti gli attori sociali
La sua proposta si articola come segue:
“In riferimento al mio precedente intervento, è necessario precisare alcuni punti. Il mio progetto non è frutto di fantasie personali, bensì il risultato di conoscenze e considerazioni acquisite nell’ambito dei vari aggiornamenti formativi in sanità. Per chiarire meglio alcuni concetti, devo evidenziare alcuni aspetti relativi alla riforma del Terzo Settore (ETS o Enti del Terzo Settore), introdotti nell’ordinamento giuridico italiano dal decreto legislativo n. 117 del 2017.
Oltre alle istituzioni pubbliche e private, esiste il Terzo Settore, ovvero l’insieme degli enti privati che, senza scopo di lucro, promuovono e realizzano attività di ordine sociale (Legge delega 106 del 2016). Il connubio pubblico-privato-Terzo Settore è un modello assistenziale già esistente e caratterizzato da aspetti innovativi, che si sta sempre più consolidando in regioni come EmiliaRomagna, Lombardia, Liguria e Piemonte, notoriamente all’avanguardia in ambito sanitario e non solo.
Tale percorso, avviato circa vent’anni fa con l’introduzione, appunto, del principio di sussidiarietà nell’articolo 118 della Carta costituzionale, è proseguito più recentemente con l’emanazione dell’articolo 55 del Codice del Terzo Settore, con la validazione dello stesso da parte della sentenza n. 131/2020 della Corte Costituzionale e, infine, con le Linee Guida sul partenariato sociale emanate dal Ministro del Lavoro nel 2021.
La mia iniziativa non è paragonabile ai precedenti progetti di integrazione pubblico-privato proposti per l’ospedale di Agnone. A mio parere, anch’essi validi, devono essere contestualizzati nel periodo in cui furono presentati. I modelli assistenziali basati sull’integrazione tra le capacità gestionali del pubblico, le competenze innovative del privato e le risorse delle associazioni di volontariato rappresentano un’opportunità di grande valore e potenzialità. Restituire ai cittadini una parte della gestione sanitaria, con strutture al passo con i tempi, è un’occasione unica e irripetibile.
Il primo passo è creare un’associazione di gestione no profit che rientri nel Terzo Settore, con le seguenti caratteristiche
• Natura giuridica privata (con statuto o atto costitutivo)
* Assenza di scopo di lucro
* Perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, nonché dell’interesse generale
* Attuazione del principio di sussidiarietà
* Ricorso a forme di azione volontariato di produzione e scambio di beni e servizi Successivamente, si chiederà alla Regione Molise l’affitto o il comodato d’uso delle sale operatorie e di un’ala dell’ospedale, coinvolgendo personale qualificato per la gestione dell’assistenza. Dopo le opportune verifiche, si procederà alla richiesta di accreditamento delle prestazioni sanitarie. Riferimenti normativi Nel delineare la natura della relazione tra ente pubblico e Terzo Settore, l’art. 55 del Codice del Terzo Settore afferma: “Si instaura, in questi termini, tra i soggetti pubblici e gli ETS, in forza dell’art. 55, un canale di amministrazione condivisa, alternativo a quello del profitto e del mercato: la ‘coprogrammazione’, la ‘co-progettazione’ e il ‘partenariato’ (che può condurre anche a forme di ‘accreditamento’) si configurano come fasi di un procedimento complesso, espressione di un diverso rapporto tra il pubblico e il privato sociale, non fondato semplicemente su un rapporto sinallagmatico.”
Funzionamento del modello proposto Questo significa che l’utente potrà rivolgersi al proprio specialista di fiducia, il quale potrà eseguire la prestazione o l’intervento chirurgico presso l’ospedale di Agnone, con la possibilità di accreditamento della prestazione e senza costi aggiuntivi per il paziente, salvo eventuale ticket, se dovuto. Una volta percepito il DRG (compensi pagati dalla Regione alle strutture erogatrici delle prestazioni), l’associazione provvederà a coprire i costi dell’équipe chirurgica e delle spese sostenute. Eventuali surplus verranno reinvestiti nella struttura a beneficio dei cittadini, poiché si tratta di un’associazione no profit.
Ogni medico in possesso dei requisiti potrà operare all’interno della struttura, che potrà accogliere specialisti di diverse discipline, tra cui ortopedia, chirurgia generale, urologia, oculistica, chirurgia plastica, pediatria, cardiologia, oncologia, ginecologia e altre. La Regione potrà eventualmente stabilire un tetto massimo per le prestazioni da svolgere in questo regime. Con un accreditamento di pochi milioni di euro, si potrebbero eseguire centinaia di interventi in day surgery, offrendo un’alternativa concreta ai cittadini dell’Alto Molise, che attualmente si rivolgono spesso a ospedali extraregionali, pubblici o privati, per interventi chirurgici talvolta eseguiti da medici locali. Questo progetto potrebbe dunque ricreare un polo ospedaliero competitivo, senza ostacolare altre iniziative già in corso, bensì affiancandole. La Regione beneficerebbe delle locazioni della struttura, i cittadini avrebbero la possibilità di ricevere cure presso l’ospedale di Agnone e molti DRG rientrerebbero nel territorio.
Considerando che circa il 22-24% (e addirittura il 52-60% per la neurochirurgia) delle prestazioni sanitarie dei cittadini molisani viene effettuato fuori regione, questo progetto potrebbe rappresentare un ottimo punto di partenza. Il tutto avverrebbe in un regime di autogestione, senza costi aggiuntivi per la Regione Molise. L’associazione no profit potrebbe ricevere fondi attraverso diversi canali:
• Fondi europei, contributi e sovvenzioni statali
* Finanziamenti regionali e locali
* Donazioni da privati e aziende
• Finanziamenti da fondazioni bancarie o filantropiche
• Raccolta fondi e finanziamento collettivo
* 5 per mille
* Quote associative
* Attività commerciali o produttive
* Accreditamento delle prestazioni sanitarie svolte La nuova associazione, inoltre, potrebbe consentire anche attività privata a costi molto bassi e competitivi, essendo no profit e potendo contare su finanziamenti provenienti da altre fonti oltre all’accreditamento. Si potrebbe realizzare finalmente una sanità umanizzata, accessibile a tutti e al di fuori della logica del profitto. Aggiungo, inoltre, che molte prestazioni potrebbero essere coperte dalle assicurazioni private, che numerosi cittadini hanno già stipulato con compagnie specializzate nel settore sanitario. Anzi, si potrebbero sviluppare soluzioni assicurative ad hoc per il contesto che si andrebbe a creare. La nuova società nascente avrebbe enormi potenzialità, con possibilità di sviluppo proficuo negli anni. Conclusione
La mia proposta nasce da un’attenta analisi del contesto e delle opportunità offerte dal Terzo Settore. Ritengo che questa iniziativa possa aprire nuove prospettive per la gestione della sanità nell’Alto Molise, con ricadute positive anche dal punto di vista economico e occupazionale. Spero che questo progetto non diventi un’occasione persa. Mi affido all’esperienza e alle competenze dei vari professionisti del settore per integrarlo e consolidarlo nel miglior modo possibile.”
Dott Pasquale Pannunzio
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