Per Intesa Sanpaolo conti record, ma è fuori dal gran ballo M&A

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Intesa Sanpaolo liquida un 2024 con i numeri migliori di sempre, ma che non le serviranno per prendere parte al grande ballo del consolidamento bancario in atto in questo momento in Italia.

Dell’inviato Giuseppe Failla, pubblicista italiano di finewsticino.ch

Nel dettaglio nel 2024 l’utile netto è ammontato a 8,7 miliardi di euro, in crescita del 12,2% rispetto ai 7,7 miliardi del 2023. Il Ceo Carlo Messina di Intesa Sanpaolo ha escluso ogni coinvolgimento.

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«Non abbiamo – ha spiegato – alcuna intenzione di partecipare a operazioni di fusione e acquisizioni né Italia né all’estero. Anche sul fronte Antitrust siamo in una posizione tale che sarebbe difficile fare operazioni che creerebbero valore».

Un significativo ritorno per gli azionisti

Questi risultati hanno permesso alla banca di assicurare un significativo ritorno per gli azionisti. Il Cda proporrà all’assemblea la distribuzione di dividendi complessivi pari a 6,1 miliardi di euro (di cui 3 miliardi distribuiti a titolo di acconto a novembre scorso e 3,1 miliardi di saldo da pagare a maggio 2025) e un buyback da 2 miliardi di euro da avviare il prossimo mese di giugno una volta ottenuta l’autorizzazione della Bce.

Anche i conti dell’esercizio appena iniziato promettono di essere da record tanto che Intesa Sanpaolo ha migliorato la stima di utile netto a ben oltre 9 miliardi di euro, che significa, di fatto, una cifra assi vicina ai 10 miliardi di euro.

No acquisto quote minoranza

Carlo Messina, CEO di Intesa Sanpaolo (immagine: ISP)

Messina ha anche smentito, altrettanto categoricamente, che la sua banca possa essere interessata ad acquistare quote di minoranza di altri soggetti.

«Assolutamente no. Sicuramente non porta creazione di valore, poi, certo, si possono fare plusvalenze sulle quote di minoranza, ma non è il caso di Intesa Sanpaolo. Quando si è ceo di 100mila persone è fondamentale dare chiarezza di direzione, non bisogna gestire l’organizzazione come se si fosse un hedge fund», ha detto Messina.

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Un pensiero alle Generali

E i più maliziosi hanno colto in queste parole il desiderio di distinguersi dal suo omologo di Unicredit Andrea Orcel che ha comprato il 4% delle Generali come strumento tattico per vincere le sue partite in Banco Bpm e Commerzbank.

Messina, inoltre, ha confermato di avere fatto in passato un pensiero alle Generali, ma ha sottolineato che quello scenario non è più attuale. In passato, ha ricordato, furono elaborate «molte opzioni sul fronte assicurativo e tra queste c’era anche Generali. Poi abbiamo preso una strada diversa, ossia la crescita al nostro interno».

Elogi al Governo

Messina ha così deluso le speranze di quanti avrebbero voluto che la sua banca intervenisse a difesa dello status quo e contro il Governo, ‘colpevole’ di sostenere la scalata su Mediobanca da parte del Monte dei Paschi di Siena di cui il Ministero del Tesoro è ancora azionista con l’11,7%.

Messina, al contrario, ha riservato parole al miele per l’Esecutivo. «In questo momento c’è una leadership italiana apprezzata dagli investitori internazionali. La premier Giorgia Meloni ha un prestigio a livello internazionale. Tutti siamo responsabili per mantenere la leadership e giocare un ruolo di salvaguardia».

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Anche per questo, ha aggiunto «non sono preoccupato della presenza dello Stato in uno di questi operatori», anche se «è chiaro che poi la presenza dello Stato dovrebbe tendere a essere ridotta il più possibile».

L’Ops di Siena su Mediobanca è «un’operazione di mercato, che è decisivo, salvo considerazioni che riguardano la vigilanza e la sicurezza nazionale. Devono essere investitori a valutare la bontà del progetto». Parole che suonano a lutto per il Ceo di Mediobanca, Alberto Nagel, che certamente non avrà Intesa Sanpaolo al suo fianco.

Hic manebimus optime

Interrogato sulle sue ambizioni future Messina ha espresso chiaramente l’ambizione ei desiderio di rimanere a lungo sulla poltrona di capoazienda di Intesa Sanpaolo.

«Mi ritengo sufficientemente forte e giovane per rimanere a lungo amministratore delegato», ha spiegato mettendosi, «a disposizione della banca nel medio e lungo termine. Credo che gli azionisti, sia italiani sia internazionali siano ragionevolmente soddisfatti».




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