Satispay introduce le commissioni per i piccoli pagamenti

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A partire dal 7 aprile 2025, Satispay cambierà il suo modello di business introducendo una commissione dell’1% per tutti i pagamenti effettuati nei negozi fisici, compresi quelli sotto i 10 euro. Questa decisione segna la fine di un’epoca per la startup italiana, che fino a oggi aveva attirato milioni di utenti e piccoli commercianti grazie alla sua politica di commissioni zero per le transazioni di piccolo importo.

 

Un cambiamento significativo per commercianti e consumatori

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Attualmente, oltre 5 milioni di persone usano Satispay e il servizio è accettato in più di 400.000 esercizi commerciali in Italia. Il principale vantaggio per i negozianti, specialmente per bar e piccole attività, era proprio l’assenza di costi sulle microtransazioni. Ad esempio, il pagamento di un caffè da 1,20 euro finiva interamente nelle casse del barista.

Con la nuova politica, ogni pagamento subirà una trattenuta dell’1% a carico del commerciante. Anche i pagamenti su distributori automatici, totem e food truck saranno soggetti alla stessa commissione.

Secondo Satispay, le nuove commissioni rimarranno comunque inferiori a quelle delle tradizionali carte di credito, che possono arrivare fino al 2%. Tuttavia, l’annuncio ha generato molte critiche da parte di esercenti e utenti che temono un impatto negativo sulla diffusione dei pagamenti digitali, specialmente nelle piccole attività.

 

La reazione del pubblico: tra critiche e pragmatismo

La notizia è esplosa nel weekend, suscitando forti reazioni sui social. Molti utenti hanno espresso disappunto, con commenti e discussioni animate su piattaforme come Reddit, dove diversi commercianti e consumatori hanno lamentato la fine della gratuità per le piccole transazioni.

L’associazione dei consumatori Assoutenti ha chiesto a Satispay di rivedere la decisione, sostenendo che la nuova politica potrebbe disincentivare l’uso del cashless e penalizzare le piccole attività commerciali. “Chiediamo a Satispay di valutare soluzioni alternative che non gravino sugli esercenti e sui consumatori“, ha dichiarato il presidente Gabriele Melluso, ventilando anche la possibilità di un intervento delle autorità di regolazione.

 

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Le motivazioni di Satispay: sostenibilità e nuovi servizi

Satispay ha comunicato che la decisione arriva dopo anni di investimenti e crescita, con l’introduzione di nuovi servizi come i pagamenti offline e i pagamenti con addebito differito, che consentiranno ai clienti di completare una transazione anche se momentaneamente privi di fondi, con la garanzia per gli esercenti che l’importo verrà comunque accreditato. Inoltre, l’azienda ha evidenziato il successo dei Buoni Pasto Satispay e dei Buoni Acquisto, utilizzati già da oltre 100.000 utenti senza costi aggiuntivi per gli esercenti.

Alberto Dalmasso, co-founder e CEO di Satispay, ha dichiarato: “Se dieci anni fa la chiave per rivoluzionare le abitudini di pagamento era offrire una soluzione senza commissioni sui piccoli importi, oggi lo scenario è cambiato. I negozianti accettano più volentieri i pagamenti elettronici, ma resta fondamentale creare nuovi servizi per attrarre più clienti e far crescere il business”.

 

Una scelta obbligata?

Il cambiamento delle politiche di Satispay rappresenta una svolta significativa nel mercato dei pagamenti digitali in Italia. Se da un lato la decisione appare necessaria per la sostenibilità del modello di business, dall’altro potrebbe rallentare la crescita dell’adozione tra commercianti e clienti, soprattutto nelle piccole transazioni.

Restano da vedere le conseguenze a lungo termine: i consumatori e gli esercenti si adatteranno alle nuove condizioni o cercheranno alternative? Nel frattempo, la discussione continua sui social, con opinioni contrastanti tra chi accetta il cambiamento come inevitabile e chi invece lo considera un passo indietro rispetto alla rivoluzione cashless che Satispay aveva contribuito a promuovere.

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