Una mattina di dicembre avvolta dalla neve ha fatto da cornice a una manifestazione significativa che ha visto unire forze e voci diverse per dire no a un modello di turismo intensivo. La protesta si è svolta sulle pendici del Bondone, dove circa duecento persone hanno marciato con determinazione per richiamare l’attenzione su un approccio più sostenibile e rispettoso delle montagne. Questi eventi riflettono il crescente malcontento nei confronti della crescente infrastrutturazione turistica, che sta minacciando l’equilibrio ambientale della regione.
I dettagli della manifestazione
La manifestazione, organizzata da 24 associazioni, è iniziata alle Viote e si è diretta verso il Vason, coprendo un percorso di tre chilometri sotto la neve. Nonostante le condizioni atmosferiche avverse, gli attivisti non si sono lasciati intimidire e hanno fatto sentire la loro voce con slogan incisivi come “La montagna non si arrende” e “Il Bondone si ribella”. Questa protesta non è stata solo una questione di parola, ma un simbolo di una lotta più ampia contro le logiche di sfruttamento turistico che caratterizzano il Trentino.
È importante notare la presenza di alcuni rappresentanti della comunità locale, tra cui i consiglieri comunali, a testimonianza di un piccolo ma significativo supporto istituzionale. Le associazioni coinvolte hanno espresso chiaramente il loro dissenso verso un futuro in cui le montagne si trasformano in attrazioni simili a parchi tematici, perdendo così la loro natura autentica e il loro valore ecologico.
Le ragioni della protesta
Al centro delle contestazioni vi è l’idea di un turismo che promuove un’importante infrastrutturazione, in particolare attraverso la costruzione di bacini idrici e impianti per la neve artificiale. Le associazioni sostengono che tali progetti non solo danneggiano il paesaggio montano ma rappresentano anche una risposta inadeguata alle sfide poste dai cambiamenti climatici.
Uno dei punti controversi è proprio il progetto per un bacino artificiale alle Viote, che le associazioni vorrebbero fermare. Gli attivisti hanno sottolineato come questo approccio all’inverno, basato su investimenti costosi e invasivi, non risolva il problema della scarsità di neve, ma piuttosto lo possa aggravare nel lungo termine. Inoltre, il crescente utilizzo della neve artificiale lontano da un modello ecologico non fa che mettere in discussione la sostenibilità delle attuali pratiche turistiche.
La funivia Trento-Bondone: una minaccia per l’ambiente
Uno dei progetti più contestati è senza dubbio la funivia Trento-Bondone, prevista per trasportare un milione di persone all’anno in quota. Le associazioni hanno messo in guardia dai potenziali impatti negativi di quest’opera, descrivendo il suo costo di oltre 80 milioni come un grave onere per le casse pubbliche. In particolare, sono stati espressi timori riguardo alla possibilità che la funivia si trasformi in un “cattedrale nel deserto”, un investimento che rischia di risultare poco utilizzato.
Le obiezioni alla funivia si intrecciano ai piani di ampliamento delle aree sciabili, che passeranno da 87 a 283 ettari. Secondo le associazioni, una simile espansione è rischiosa, specialmente in un contesto di crescente difficoltà per le stazioni sciistiche situate a quote medio-basse a causa dei cambiamenti climatici. Questi progetti, considerati aggressivi e poco rispettosi dell’ambiente, devono essere oggetto di un’attenta riflessione da parte delle autorità locali e degli operatori turistici.
La risposta della comunità locale
La manifestazione ha aperto un dibattito più ampio sulla gestione e la tutela delle montagne del Trentino. Le voci degli attivisti hanno messo in luce la necessità di adottare pratiche più sostenibili che valorizzino la bellezza naturale senza comprometterla. L’appello a un modello di turismo che rispetti l’ambiente è chiaro e ben sostenuto dalla volontà delle associazioni di fare la differenza.
Di fronte a queste problematiche, non si può ignorare la richiesta di molti cittadini, che desiderano mantenere la montagna come un luogo di connessione con la natura, lontano dalle logiche del profitto immediato e dell’industrializzazione del paesaggio. La partecipazione di così tante persone e la determinazione mostrata durante la marcia attestano l’importanza di questo movimento e la sua volontà di influenzare le politiche future sul turismo montano in Trentino.
Ultimo aggiornamento il 9 Febbraio 2025 da Laura Rossi
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