“Abbiamo raggiunto un’intesa con i sindacati confederali e abbiamo condiviso di neutralizzare l’aumento dell’abbonamento individuale personale che sarà per l’utenza a 290 euro” per chi ha un Isee non superiore ai 35mila euro e “quindi costerà 20 euro in meno rispetto alla previsione che abbiamo fatto e 10 euro in meno rispetto all’abbonamento vigente. Questo avverrà attraverso un bonus che emetterà l’amministrazione comunale. La tariffa sarà di 310 euro, ma attraverso il bonus dell’amministrazione comunale verrà neutralizzata. Questo per rendere sempre più evidente il contributo dell’amministrazione comunale”. Lo ha detto il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, che ha incontrato i giornalisti al termine di un tavolo con i sindacati, dopo l’annuncio di ieri degli aumenti dei biglietti dei mezzi pubblici dal 1 marzo. In tutto, la manovra tariffaria porterà nelle casse di Palazzo d’Accursio 12,4 milioni di euro all’anno che deriveranno dall’aumento dei biglietti dei mezzi pubblici e 5,4 milioni di euro all’anno per la sosta.
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Il sindaco: “Invitiamo i bolognesi ad abbonarsi”
“Per noi – spiega Lepore – è importante che sempre più persone decidano di abbonarsi” ai mezzi pubblici. Al momento a Bologna “circa 123mila persone sono abbonate ai mezzi pubblici, di cui 73mila non pagano, tutti gli altri hanno agevolazioni di vario genere perché sono under 27, studenti, lavoratori con accordi di mobility. C’è un 5% che adesso paga a prezzo e ora avrà uno sconto di 10 euro” e tanti altri cittadini che grazie alle nuove tariffe “vogliamo invitare ad abbonarsi”. Il biglietto giornaliero, invece, “vogliamo sempre più farlo pagare a utilizzatori saltuari, come turisti e visitatori”.
Lepore: “Costi dei trasporti sostenibili solo con un aumento dei biglietti”
“In questi ultimi 2 anni e mezzo abbiamo calmierato il biglietto” dei mezzi pubblici a Bologna “tenendolo fermo con 16 milioni di euro, oggi non ce la facciamo”, ammette il primo cittadino.
“È una cifra dovuta da contratto anche a seguito dell’aumento dei costi ma è insostenibile per l’amministrazione comunale – prosegue – anche perché il governo nei prossimi 3 anni ci applica un taglio da 25 milioni di euro, il Fondo nazionale trasporti non ha risorse e mancano 800 milioni di euro per mantenere i servizi come sono, quindi non c’è prospettiva per il trasporto pubblico se non alziamo il prezzo del biglietto, l’alternativa era alzare gli abbonamenti”. Per Lepore, inoltre, non “era possibile aspettare il tram perché sarebbe stato necessario trovare tra i 16 e i 20 milioni di euro, e questa cosa non è fattibile”.
L’allerta dei sindacati: Bologna rischia di essere la città più cara d’Italia
Bologna si candidava ad essere la città più progressista d’Italia, come amava ripetere il sindaco Matteo Lepore. Ma oggi, per la Cgil, rischia piuttosto di diventare “la città più cara d’Italia”. È l’avvertimento lanciato dal segretario Michele Bulgarelli prima di incontrare il primo cittadino.
“Eravamo stati convocati ieri sulla manovra tariffaria di Tper e non sulla sosta, che è stata aggiunta nella stessa giornata di ieri. Abbiamo ritenuto di dare un giudizio negativo sul metodo”, afferma Bulgarelli, sottolineando però che “poi nella cultura sindacale il metodo diventa anche merito”. Facendo un passo indietro: “Sapevamo, poiché era stato annunciato in incontri ufficiali, che si sarebbe fatta una manovra con aumenti sui costi dei biglietti – ripercorre il segretario- ma gli incontri fissati in precedenza sono stati rinviati. In particolare, era stato convocato un incontro a novembre, rinviato per l’emergenza alluvione: legittimo quel rinvio, ma abbiamo ritenuto sbagliato che l’incontro di lunedì fosse contingentato nei tempi: quattro ore”. In questo modo “non è stato possibile sviluppare una discussione ampia, non c’è stata trasparenza fino in fondo su tutti i numeri- attacca Bulgarelli – e le cifre lette sui giornali nei giorni precedenti si sono rivelate immodificabili”.
Ieri “abbiamo chiesto di non prevedere un aumento del costo dell’abbonamento, almeno annuale- riferisce il numero uno di via Marconi- per dare sostegno all’idea di una necessità di avere un maggior utilizzo dei mezzi pubblici, ma non è stata possibile neanche questo”. Quindi “è rimasto un giudizio negativo sul metodo e sul merito”, dice Bulgarelli. A questo punto, “si apre un secondo tempo per cui il Comune si è reso disponibile a discutere con noi una revisione complessiva del sistema delle agevolazioni”, aggiunge il segretario della Camera del Lavoro di Bologna , ricordando in particolare che “nell’accordo del 19 dicembre sul bilancio è previsto l’uso dell’Isee come strumento per rivedere la curva tariffaria di Tper. Noi abbiamo anche chiesto di andare in una direzione che tuteli le fasce più fragili della popolazione”: il segretario della Cgil cita ad esempio anziani, lavoratrici più esposte, chi è impiegato nel turismo, lavoratori socio-sanitari e dell’istruzione non coperti da altri accordi aziendali di incentivazione della mobilità pubblica. “Ci è stata data disponibilità anche di utilizzare una parte delle risorse che arriveranno dall’aumento della sosta a favore di una maggiore fascia di agevolazioni”, aggiunge Bulgarelli. “Resta però una politica dei due tempi che non ci convince fino in fondo. Cioè oggi c’è un aumento per tutti- è la fotografia che scatta il segretario- e poi domani con le organizzazioni sindacali verifichiamo quali possibili agevolazioni fare”. In conclusione, quindi, “resta amarezza nel metodo e nel merito. Speriamo sia un incidente di percorso, grave. Domani ripartiamo- è l’auspicio del segretario della Cgil di Bologna – per andare in direzione di una città che ha tante fragilità, troppo lavoro povero, il rischio di essere la città più cara d’Italia. Lavoriamo insieme per trattenere lavoratori, competenze e professionalità. Non facciamoli scappare”.
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