Catania, in vendita i terreni del Centro direzionale Cibali. Il prezzo? Da 47 milioni si è arrivati a 5 milioni

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Il Consorzio, con la sua storia sessantennale valuta proposte per 159mila metri quadrati tra le vie Sabato Martelli Castaldi, Damiano Chiesa, dei Piccioni e viale Mario Rapisardi.

Il prezzo di riferimento è 4,9 milioni di euro. Un affare vero se si considera che la prima volta che i terreni del Centro direzionale Cibali sono stati messi in vendita si partiva da 47 milioni. Poi diventati 37 e poi via, sempre più giù, negli ultimi quindici anni. Fino ad adesso. Quando, di nuovo, il Consorzio centro direzionale Cibali «rende noto di essere interessato a ricevere e vagliare manifestazioni di interesse all’acquisto» di un’area di 159mila metri quadrati tra le vie Sabato Martelli Castaldi, Damiano Chiesa, dei Piccioni e viale Mario Rapisardi.

Sembra la storia infinita e, in effetti, un po’ lo è. Considerando quando è cominciata e i colpi di scena che si sono susseguiti. A volere fissare una data di inizio si può usare il 1969, quando il piano regolatore Piccinato, tutt’ora vigente, viene approvato e in un’area di quasi 18 ettari a Cibali, a brevissima distanza dallo stadio, si decide di fare un enorme centro direzionale e commerciale. Una colata di cemento, con strade e palazzi, negozi, case e uffici. Già nelle previsioni dell’amministrazione dell’epoca si pensa alla collaborazione con i privati. Perciò nei primi anni Ottanta, vede la luce il Consorzio centro direzionale Cibali. Dentro ci sono tre dei quattro imprenditori più in vista di Catania: Gaetano Graci, Francesco Finocchiaro e Carmelo Costanzo. Insieme a Mario Rendo sono i Cavalieri del Lavoro. Per il giornalista Pippo Fava, sono i quattro Cavalieri dell’apocalisse mafiosa.

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I tre, un pezzo dopo l’altro, comprano i terreni e si candidano a diventare gli interlocutori del municipio. Si parla, sui giornali di allora, di un affare da mille miliardi. Alla fine del decennio, il Consiglio comunale si mette di traverso. Combatte una battaglia affinché il progetto non venga approvato. Tutto si ferma. Il Consorzio non comincia mai le sue attività e, nel frattempo, cambia il mondo.

L’acquisto dei terreni era stato finanziato con i soldi di Sicilcassa, messa in liquidazione nel 1997. Il Consorzio finisce nella procedura, passa sotto il controllo totale di Banca d’Italia che nomina un pool di liquidatori. I quasi 18 ettari vengono messi in vendita nel 2013 per 47 milioni. Nessuna offerta. Il prezzo scende a 37,6 milioni. Zero anche lì.

La proposta di variante

Nel 2016 il Consorzio, vigilato da Bankitalia, invia al municipio una proposta di variante al prg. Il centro direzionale è del tutto fuori dal tempo, ma lì si possono fare un parco, orti urbani, percorsi ciclopedonali e, perché no?, alloggi per studenti, abitazioni di social housing, tre torri da dodici piani a svettare sul quartiere. La proposta viene approvata dalla giunta comunale guidata dal sindaco Enzo Bianco. Quarantotto ore dopo, a luglio 2017, un gigantesco incendio brucia l’intera area. Che, però, non viene inserita nel catasto dei soprassuoli percorsi dal fuoco e su cui, quindi, non si applica la normativa in termini di inedificabilità. A due passi dai confini, poco tempo dopo, viene autorizzata la controversa costruzione dell’Eurospin di via Sabato Martelli Castaldi.

Mentre l’attenzione sul centro direzionale è massima, la Regione comincia a guardare l’area con interesse. Ci sono, del resto, 60 milioni di euro – cofinanziati da Fondazione con il Sud – per realizzare appartamenti di abitare sociale. La gara se l’aggiudica Fabrica Immobiliare, tramite il Fondo Esperia, la società di gestione del risparmio dell’impero del potentissimo imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone.

Nel 2023, la giunta presieduta dal sindaco Enrico Trantino approva uno schema di convenzione ventennale proprio con Fabrica. Che, nel frattempo, ha avuto la disponibilità di diecimila metri quadrati accessibili da via Teano, una porzione di Centro direzionale che, si apprende dalla convenzione, è nel frattempo stata venduta. Nella proposta, fino al 2040 e oltre le unità abitative dovranno essere vincolate all’uso sociale. Poi saranno a disposizione del proprietario. Meno della durata di un mutuo, in pratica.

A febbraio 2025, in questi giorni, si rinnova l’intenzione di vendere. I 174mila metri quadrati della prima gara sono diventati 159mila. Manca la porzione di via Teano, per l’appunto. Ma, soprattutto, il prezzo di base è ormai ridotto a una manciata di milioni di euro, per aree «parzialmente edificabili con destinazione terziaria e residenziale». «Il Consorzio tuttavia – si legge nell’avviso – valuterà tutte le manifestazioni di interesse che perverranno». Per farsi avanti c’è tempo fino alle 12 del 28 febbraio.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA





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