Morire per Usaid, ecco il nostro destino. Ma non c’è salvezza, distrutto un Usaid se ne fa subito un altro

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Di Max Del Papa, ilgiornaleditalia.it

Quindi noi ci siamo ammalati, impoveriti, distrutti per mantenere una pletora di marchettari che si prostituivano per fotterci. Ho fatto tre libri da esterno, da estraneo al postribolo dell’informazione, perché non voglio essere considerato giornalista, in merito alla manipolazione globale sulla pandemia più falsa del mondo, sui vaccini più criminali della storia; ma ci sono andato troppo piano, sapevo, intuivo, ma i continui scandali vanno oltre il mio cinismo, il mio nichilismo. Prima quel criminale seriale di Zuckerberg, questo burattinaio di fuck checker che si è vantato d’aver negato la verità sui vaccini e di avere diffuso menzogne planetarie, di avere censurato l’impossibile, di avere distorto qualsiasi notizia a prezzo di una strage senza precedenti nella storia umana; e non paga, come dovrebbe, con la corte marziale o la sedia elettrica, si è scusato vantandosene e subito consegnato al nuovo padrone il quale se lo tiene, gli fa fare lo stesso lavoro per suo conto. Adesso la merda, colossale, abissale di Usaid, questa lobby gigantesca che dietro l’egida del sostegno agli indigenti faceva girare migliaia di miliardi, provento di tasse, equamente spartiti fra i Dem e l’informazione servile dei Dem. 3 milioni solo per le nozze della figlia dei Clinton con un nipote del farabutto globale Soros. Difatti questa Usaid finanziava Soros, il miliardario, il capitalista venerato dagli anarcoidi, i teppisti, i terroristi, i post brigatisti, i ladri, i parassiti politici in Europa e in Italia, lo usava come tramite per irradiare l’arcipelago riferito alla sinistra tutta, da situazionista a riformista a radicale, distinzioni di schiuma per un sistema confuso ma organico.

Nel solo 2023 si sono venduti a Usaid almeno in seimiladuecento giornalisti, ottocento media, tutti i social fino a Musk, 300 ONG più o meno scafiste, più o meno truffaldine, oltre ad un imprecisato numero di lobby, associazioni, think tank, istituti, organismi, scuole, università con la scusa di rafforzare le fonti sedicenti indipendenti in 30 Paesi, vale a dire l’intera Europa oltre alla parte americana e canadese. Il solo Soros ha versato 10 miliardi in 8 anni – una partita di giro – agli stessi strumenti per gli stessi obiettivi, riassumibili nella famigerata Agenda, ora definita 2030, ora “Draghi”. Come ha detto l’ex senatore Ron Paul. “Usaid ha finanziato quasi tutti i media di tutto il mondo”. Un giro di corruttele, di finta assistenza, un mercato maialesco di giornalisti in vendita, una voragine colossale di soldi per organizzare il virus Covid a Wuhan, coprirne la matrice, diffondere panico, strutturare le deportazioni di massa nelle strutture curative dove i pazienti, convinti da protocolli criminali a rimandare le cure e i ricoveri fino a tempo scaduto, venivano finiti con la gelida efficienza del lager, intubati, drogati e rinchiusi nei sacchi: riuscite a immaginare l’orrore? Ed è tutto vero, “ricordatevi che questo è stato”, per dirla con Primo Levi. A milioni nel mondo, a migliaia e migliaia in Italia, hanno avuto parenti finiti al modo delle epidemie medievali, morti rantolando soffocando dietro al vetro, agonizzanti dietro al vetro, senza che nessuno gli tenesse la mano. Quindi sono passati alla grancassa apocalittica dei vaccini, al terrorismo, al ricatto, al lavaggio delle menti e delle coscienze, all’induzione di massa al suicidio. A milioni sono morti per cancri, infarti, per tutte le malattie note e anche per quelle mai riscontrate prima, in forme mai viste prima, a milioni siamo ammalati, stiamo morendo per tumori, linfomi, attacchi cardiaci, neuropatie, sindromi, forme degenerative, paralisi progressive, il corpo che esplode o si disfa, i pezzi che si perdono, che si staccano uno dopo l’altro. E l’informazione cannibale, complice, puttanesca sempre lì a mentire, a coprire, a inventare, a distorcere, a dirottare. E a controllare se arrivava il bonifico.

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Non fosse bastato questo Olocausto assoluto, ancora solo all’inizio, abbiamo dovuto fare i conti con una persistente paralisi dell’economia, con la distruzione del tessuto economico, la perdita di milioni di attività di tutti i generi e dimensioni, negozi, fabbriche, aziendine familiari, realtà strutturate, complessi industriali, centinaia di milioni di posti di lavoro bruciati, di nuove povertà, di sussidi, di ulteriori tasse. I mercati finanziari in ginocchio, una crisi che ricalcava quella leggendaria del 1929 o quella del 2008, si salvavano, vedi caso, solo quelli delle armi e dei vaccini che sono la stessa cosa. E non bastava, l’Unione Europea che è una astrazione di stampo mafioso imponeva ulteriori balzelli ai poveri, agli sconfitti, ai malati, via l’auto personale, via la caldaia, via gli alimenti, innovazioni astruse e improponibili, le auto elettriche che non sono auto, sono navicelle di terra, sono bare su ruote, esplodono, bruciano, con te dentro, e la gente che guida peraltro finisce contro un altro veicolo, un albero o giù da un viadotto per “malore improvviso”, ore ed ore per ricaricarla, costi assurdi, percorrenze ridicole, le pompe di calore al posto delle vecchie caldaie, le case da buttar giù, da ricostruire con la scusa dell’ambiente, nella stessa logica della distruzione creatrice schumpeteriana delle guerre. E ancora non era abbastanza, c’era la psicosi collettiva e articolata, come il krill dalle molte teste, come Wacklack l’albero parlante, dalle teste che parlano, incubi medievali che risalgono nella post modernità dei lockdown, delle pandemie magiche, dei cataclismi, dei mari che si alzavano, dei ghiacci che scioglievano, delle api che sparivano, del mondo che finiva, sempre con il dito del giudizio puntato addosso, col senso della colpa, siete voi, siete voi, non c’è più tempo, ed era tutto falso, è tutto falso, da cui la rassegnazione endemica, le guerre come per reazione, per fuga dalla realtà e dalla mente, la scomparsa del coraggio, la morte della voglia di vivere, la morte della felicità, la paura di non farcela, la certezza di non farcela, la resa all’alienazione, alla costrizione, l’orrore dei ragazzini zombie, degli stati concentrazionari, della tecnologia del controllo, degli obblighi paranoici, dei divieti psicotici, ma bisognava adeguarsi, scardinare le menti, votarsi all’irrealtà, uno col membro si sente donna e allora è donna, gareggia con le donne, pesta le donne, l’uomo con le mestruazioni, con la menopausa, essere chi si fantastica di essere come i bambini di tre anni, la deviazione come normalità, il noleggio degli uteri, la compravendita dei feti, dei neonati, la moderna tratta degli schiavi, l’importazione a ondate, a legione degli invasati che impongono le loro leggi primitive, la loro violenza fanatica e opportunistica, la distruzione della cultura, dell’arte, della tecnica buona, la diffusione delle droghe sintetiche o tecnologiche, le mille forme di dipendenza, i quaranta, cinquanta vaccini per i neonati.

E questo sarebbe un mondo vivibile? Abitabile? Ancora oggi, a 5 anni dall’incubo, l’incubo è reale, è presente e non ci lascia. Mettetevi a un tavolo con chi volete, amici, estranei, amanti, e in meno di dieci minuti tornerete all’incubo, perché ogni giorno qualcuno muore, perché il potere vuole continuare ad avvelenarti, a bucarti e non ne fa mistero e non nasconde di essere pronto a tornare, “ma questa volta cattivi” come nella storiella di Hitler redivivo.

Tanto abominio non possibile, non pensabile senza il pieno controllo dell’informazione e dunque la prostituzione piena, senza resistenza, anzi con laido orgoglio, dell’informazione generale, le sue menzogne, il suo conformismo fascistoide, la sua attitudine servile e cattiva, vigliacca. Chiamatelo nazismo, chiamatelo stalinismo, scomodate chi vi pare, da Zdanov all’Ovra, al Minculpop ma oggi queste forme di sorveglianza e distorsione assoluta si chiamano Usaid, si chiamano UE. Trump ha smantellato Usaid, falsa organizzazione dedita al mantenimento dei morti di fame, e una attivista o militante ha annunciato per protesta uno sciopero della fame: a occhio peserà 140 chili, sembra il cardinale della clinica dimagrante di Verdone e Pozzetto che dirigeva le missioni, “ma padre, te magni tutto te”. Questa roba, signori, è come cento, mille olocausti e non può finire, come sta già finendo, nel cinismo della rassegnazione, nei meme beffardi, nell’indignazione a scadenza. Questa roba è l’abisso del male senza ritorno, trionfante male che mette una lapide definitiva e mastodontica sulle pretese democratiche, sulle millanterie democratiche. Trump ha sbaraccato Usaid? Sì, come dire che ha smantellato un segreto di Pulcinella che tutti conoscevano. Ma si tiene gli Zuckerberg e gli altri megamiliardari che hanno costruito l’inferno in terra e i danni li accusiamo noi col nostro sangue velenoso, coi nostri organi marciti, la nostra putrefazione e la nostra pazzia, coi nostri cari distrutti, col nostro futuro ucciso, coi nostri morti che non contiamo. È troppo augurare a tutti questi, nessuno escluso, la fine disumana e ignobile che ghermisce noi? Se è troppo io lo faccio lo stesso, io mi auguro di vederli tutti al mio posto senza potersi salvare, e, se mi resterà il tempo, piscerò idealmente sui loro cadaveri caldi, sulle loro bocche aperte, sui loro occhi senza più luce. Non ne avevano neanche prima di luce, erano occhi morti e hanno apparecchiato la morte. Se c’è un Dio, questo deve succedere, questo e niente altro. Pagare la pena qui e adesso. Non a babbo morto, nel cielo dove ci si perdona e si canta per l’eternità. Se un sistema democratico, che collegava le forme di governo di mezzo mondo, il mondo cosiddetto “libero”, è arrivato a tanto, se è stato capace di tanto, è segno che è consegnato al demonio, che si rigenera senza possibilità di redenzione, di salvezza. Trump non ha distrutto Usaid per un impeto di libertà ma per punire i nemici, per spazzarli via, ma nella medesima ottica. Le democrazie diverse dalle dittature? Forse, in parte, nella breve fase della rinascita sociale e consumistica andata dal dopoguerra alla globalizzazione matura, nella seconda parte del Novecento; poi il dominio dei soldi ha ripreso il controllo totale e la finanza totale, onnipresente, ha completato l’opera legando autocrazie e democrazie in un coacervo repressivo che col Covid si è esaltato in tutta la sua mostruosa perversione. Indietro non si torna.

Ma c’è qualcosa che forse è anche peggio di tutto questo ed è che i responsabili non pagheranno. Troppo numerosi e troppo dentro il gioco. Specie in quello sgorgo di fogna che è l’Italia. Non “dentro” ma essi stessi gioco, gioco del potere, ontologia del potere. Adesso molti temono, altri sperano l’effetto domino che parte da Trump ma quello è uno della razza degli squali, fa l’interesse suo e, di riflesso, se ci scappa, quello del suo popolo, degli altri gli importa il poco che gli conviene e perché non dovrebbe? Trump salvatore del mondo? Non scherziamo. L’Italia che si rialza grazie alla Meloni in braccio a Trump? Siamo seri, per favore. L’Italia resta incapsulata nella metastasi unionista da cui Meloni per durare accetta tutto, accetta l’impossibile. La nostra Giorgia di Mussolini avrà poco, ma il trasformismo parolaio di sicuro, è di quegli opportunisti convinti di essere più furbi di tutti, crede come chi l’ha preceduta di avere dalla sua i tempi lunghi, ma i tempi del nostro tempo sono imprevedibili e fulminei, i primi ministri delle democrazie formali dalla sera alla mattina saltano come tappi o allenatori di calcio e subito si convertono in mercanti, in faccendieri che al massimo continuano a latrare nel disinteresse e nel compatimento generale. Sapete come andrà a finire con la tranche italiana di Usaid? Che le puttane dell’informazione regimesca una volta scoperte praticheranno il solito vittimismo, poi faranno camorra tra loro, si inviteranno ai soliti talk show, ai soliti festival e convegni e salotti, si assolveranno gli uni con gli altri, rialzeranno la cresta, torneranno arroganti come prima e ladri “con più fame che pria”. Aumenteranno il loro potere, eventualmente cambiando padrone, sapendo che un padrone vale l’altro, che non c’è più residua differenza tra democrazie garantiste e autocrazie repressive, che la finanza totale e la tecnologia totale uniscono tutto, confondono tutto.

Di Max Del Papa, ilgiornaleditalia.it

10.02.2025

Max Del Papa. Giornalista dal 1992, si divide tra le Marche e Milano. Ultimi libri: “Vale Tutto” e “Eurostyle” (2023, autoprodotti) sullo Stato autoritario e l’Unione Europea più strega che matrigna.

Fonte: https://www.ilgiornaleditalia.it/news/home/681360/morire-per-usaid-ecco-il-nostro-destino-ma-non-c-e-salvezza-distrutto-un-usaid-se-ne-fa-subito-un-altro.html

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