trattori in strade contro la tassa-successione agricola

Più di 1.000 trattori hanno invaso Whitehall, nel cuore di Londra, per una manifestazione di massa contro le politiche governative anti-agricoltura, con particolare attenzione alla proposta di tassa di successione sulle aziende agricole.

Agricoltori da tutta l’Inghilterra uniti nella protesta

Gli agricoltori hanno viaggiato da diverse contee, tra cui Lincoln, Devon, Worcestershire, Somerset, Derbyshire, Berkshire, Kent, Hertfordshire, Nottinghamshire ed Essex, per unirsi alla protesta.

Si tratta del terzo raduno di questo tipo dalla pubblicazione del Budget autunnale. L’obiettivo è mandare un messaggio chiaro al governo di Sir Keir Starmer e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di preservare le aziende agricole familiari.

L’evento è stato organizzato da Save British Farming (SBF) ed è coinciso con un dibattito parlamentare previsto per il pomeriggio di lunedì, in risposta a una petizione online che chiede l’abolizione della cosiddetta “family farm tax”.

Il nodo centrale: la tassa di successione agricola

Gli agricoltori chiedono al governo laburista di riconsiderare la proposta di introdurre una tassa di successione del 20% sui beni agricoli superiori a 1 milione di sterline, in vigore da aprile 2026.

Molti temono che questa tassa li costringa a vendere terre o beni aziendali per coprire il debito fiscale, mettendo a rischio il futuro delle aziende agricole familiari in tutto il Regno Unito.

Foto di: OmniTrattore.it

Più di 1.000 trattori hanno invaso Whitehall, nel cuore di Londra

Prima della marcia su Londra, più di 100 trattori si erano radunati presso la Berkyn Manor Farm di Colin Rayner, a Berkshire, prima di dirigersi verso la capitale.

A rischio la sicurezza alimentare della Gran Bretagna

Liz Webster, fondatrice di SBF, ha avvertito che la mancanza di attenzione da parte del governo potrebbe portare a una crisi alimentare nazionale.

Non possiamo fare affidamento su importazioni economiche da regioni instabili, e la sicurezza alimentare dovrebbe essere una priorità nazionale.

La petizione contro la tassa di successione ha raccolto quasi 150.000 firme, dimostrando l’ampio dissenso nei confronti della misura.

Un peso insostenibile per le aziende agricole

Secondo un’analisi della CLA, una tipica azienda agricola a seminativo dovrebbe pagare il 159% del proprio profitto annuo per coprire la tassa, anche se il pagamento fosse dilazionato in dieci anni.

Il vicepresidente della CLA, Gavin Lane, ha dichiarato:

Il governo spera che ci arrendiamo, ma stiamo difendendo i nostri mezzi di sostentamento. Questo problema li perseguiterà finché non prenderanno una decisione sensata.

Oltre alla tassa di successione, gli agricoltori stanno protestando anche contro altre politiche sfavorevoli, come le riduzioni drastiche dei pagamenti diretti in Inghilterra, l’aumento della tassa sui pick-up a doppia cabina e sui fertilizzanti e i ritardi nei finanziamenti per i principali programmi agricoli.

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Oltre alla tassa di successione, gli agricoltori stanno protestando anche contro altre politiche sfavorevoli

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Mobilitazione continua per un cambio di rotta

Per sostenere le spese dell’evento, SBF ha lanciato una campagna su GoFundMe, finanziando striscioni e un maxi schermo mobile per trasmettere il dibattito parlamentare in diretta.

Liz Webster ha ribadito che la lotta non si fermerà:

Questa è una maratona, non uno sprint. Dobbiamo costruire slancio per costringere il governo a rivedere questo disastroso Budget per l’agricoltura.

La risposta del governo

Nonostante le proteste, il governo britannico ha dichiarato:

Investiremo 5 miliardi di sterline nell’agricoltura nei prossimi due anni, il budget più grande della storia per la produzione alimentare sostenibile nel Regno Unito.

Inoltre, il governo sostiene che le riforme alla tassa di successione agricola e agli sgravi fiscali per le imprese ridurranno l’imposta dal 40% al 20%, con pagamenti dilazionati in dieci anni senza interessi.

Tuttavia, gli agricoltori ritengono che questa misura non sia sufficiente a tutelare le aziende a conduzione familiare, che potrebbero essere costrette a chiudere sotto il peso del nuovo regime fiscale.

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