Ztl piazza Federico di Svevia, il referendum sull’abrogazione non si fa«Non c’è sconfitta, battaglia continua: conta la rimozione di Sorbino»

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Ztl piazza Federico di Svevia, il referendum sull’abrogazione non si fa
«Non c’è sconfitta, battaglia continua: conta la rimozione di Sorbino»

Occorrevano 7500 firme per indire il referendum abrogativo della zona a traffico limitato al Castello Ursino ma l’iniziativa non ha avuto successo. «La mancata indizione del quesito referendario non ferma la battaglia dell’associazione Catania Più Attiva contro le Ztl Capestro del Comune di Catania, soprattutto in via Etnea per garantire libertà di circolazione ai disabili», sottolinea una nota di Catania più Attiva, perché appunto per le associaizoni aderenti il nodo da sciogliere non rigiarda tutte le ztl ma solo quelle che causano la gentrificazione creando un cappio ai cittadini. «Ed è contro queste che continueremo ad opporci»

Catania più Attiva, il sindacato Asia Usb e Usb, il Movimento popolare catanese e Pro Italia ci hanno provato. Ma Castello Ursino rimane zona a traffico limitato. La campagna per l’abrogazione della Ztl è stata promossa dall’associazione presieduta da Santo Musumeci. «Non è stato un insuccesso ma un segno contro le scelte calate dall’alto – commenta il presidente -, continua invece la battaglia per il passaggio senza limiti dei disabili in via Etnea, così come prevede la legge, per la quale siamo riusciti a ottenere la rimozione del comandante dei vigili urbani Stefano Sorbino che consideriamo una vera vittoria».

Occorrevano 7.500 firme, il tre per cento delle iscritte e degli iscritti nelle liste elettorali di Catania, ma ne sono state raccolte, in un arco di quattro mesi, 6.600. All’appello sono mancate 900 firme per indire la consultazione popolare abrogativa indetta dal comitato a cui hanno aderito alcune organizzazioni culturali, sociali e politiche, che chiedeva l’abrogazione della delibera che ha permesso la realizzazione della contestata Ztl in piazza Federico di Svevia.

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Ciò che resta è il rammarico di chi ci ha provato. «Non abbiamo raggiunto il numero di firme necessario per indire il referendum. Sarebbe stata la prima volta in Italia e ci siamo andati veramente vicini – dicono da Pro Italia – Una campagna durata 120 giorni il cui obiettivo delle 7.500 firme non è stato purtroppo raggiunto. Abbiamo guardato negli occhi i catanesi che lavorano e subiscono i soprusi di un’amministrazione nemica dei cittadini. Abbiamo visto la passione e l’impegno di commercianti massacrati da divieti e multe. Abbiamo, insomma, camminato e combattuto accanto alla città più vera».

C’è chi invece tira un sospiro di sollievo. Come le associazioni cittadine. «Quella parte di Catania talmente retrograda da non comprendere che una città piena di automobili, di parcheggiatori abusivi, di smog, di rumore è una città che non esiste più in tutto il panorama europeo e merita di rimanere ai margini della società e di non assumere per nessuna cosa al mondo la responsabilità di amministrazione o di avere voce in capitolo nella gestione della città», scrive Legambiente Catania in un post.

«Catania deve avviarsi, finalmente, ad essere una città moderna, sicura, sostenibile – conclude – E tutti i cittadini devono collaborare. Perché, a prescindere dall’amministrazione di turno, la sostenibilità, la sicurezza e la modernità non hanno colore politico e sono il vero ed unico obiettivo della città».

Catania merita di più, invece, esprime una considerazione a tutto tondo. «Da un lato il dispiacere che un’iniziativa popolare non abbia trovato spazio per essere votata e valutata dalla popolazione», è il commento della pagina social. «Dall’altro – continua – la felicità che ci siamo risparmiati centinaia di migliaia di euro di soldi del comune necessari per organizzare questo referendum, che a naso sarebbe andato deserto e quindi senza quorum, e quindi senza alcun risultato concreto. Chiediamo al Comune di continuare nell’opera di pedonalizzazione del centro storico, così come fanno in tutte le grandi città che hanno grandi flussi di turismo».

In ogni caso la battaglia non si arresta. «La mancata indizione del quesito referendario non ferma la battaglia dell’associazione Catania Più Attiva contro le Ztl Caperstro del Comune di Catania – conclude la nota dei promotori del referedum -, che penalizzano e discriminano con multe le persone disabili muniti di regolare contrassegno che attraversano le aree pedonali o a traffico limitato».

Aggiornamento alle ore 00.23 del 11 febbraio 2024

Asia usb precisa che non fa parte del comitato referendario ma ha sostenuto la raccolta delle firme per il referendum abrogativo



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