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Il Consiglio Regionale della Toscana ha approvato una legge che regolamenta il suicidio assistito, diventando la prima regione in Italia a farlo. La legge è stata approvata con il sostegno del centrosinistra, che ha votato a favore con 27 voti, mentre il centrodestra ha espresso 13 voti contrari. Nessun consigliere si è astenuto e solo uno non ha espresso il suo voto. La proposta di legge, che era stata avanzata dall’associazione Luca Coscioni come iniziativa popolare, è stata passata con alcune modifiche, che secondo il Partito Democratico non ne hanno alterato i principi fondamentali, in particolare la gratuità delle prestazioni e dei trattamenti che saranno garantiti dal servizio sanitario regionale nell’ambito del suicidio assistito.

Con questa legge, la Toscana stabilisce le modalità attraverso cui le persone che desiderano avvalersi del suicidio assistito potranno fare richiesta all’Asl, oltre a precisare i tempi e le modalità di risposta da parte della commissione incaricata di verificare i requisiti necessari affinché l’assistenza al suicidio non costituisca reato. Il percorso per il suicidio assistito, come stabilito dalla legge, deve completarsi in un arco di tempo inferiore ai 40 giorni. Entro 15 giorni dall’entrata in vigore della legge, le Aziende Usl sono tenute a costituire una commissione multidisciplinare permanente, che avrà il compito di verificare la sussistenza dei requisiti per l’accesso a questa procedura. La legge stabilisce che la verifica dei requisiti per l’accesso al suicidio assistito deve concludersi entro 20 giorni dalla ricezione dell’istanza. In caso di esito positivo, la commissione permanente procederà entro 10 giorni all’approvazione o alla definizione delle modalità operative dell’intervento assistito. Infine, l’azienda sanitaria locale avrà 7 giorni per garantire il supporto tecnico e farmacologico, nonché l’assistenza sanitaria per la preparazione all’autosomministrazione del farmaco.

Una delle principali caratteristiche della legge è che tutte queste prestazioni saranno gratuite, con una cifra di 10.000 euro annui stanziata per tre anni a sostegno dell’implementazione di questa procedura. La proposta di legge è stata presentata dall’associazione Luca Coscioni il 14 marzo 2024, accompagnata da oltre 10.000 firme autenticate. Il testo è stato approvato con il supporto del Partito Democratico, Italia Viva e Movimento 5 Stelle, con modifiche apportate al titolo della legge, che è stato emendato in “Modalità organizzative per l’attuazione delle sentenze della Corte Costituzionale 242/2019 e 135/2024”. In tal modo, sono stati eliminati i riferimenti diretti alla dizione “suicidio medicalmente assistito”, che compariva nella prima versione della proposta.

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Il presidente della Toscana, Eugenio Giani, ha definito la legge come un passo avanti importante per il diritto alla libertà individuale, dichiarando che questa legge si conforma pienamente alle condizioni stabilite dalla Corte Costituzionale, e ha sottolineato che la Toscana è la prima regione italiana a compiere questo passo. Ha aggiunto che si tratta di un “salto di civiltà”, ponendosi come un esempio per altre regioni e per il Parlamento nazionale.

Tuttavia, la legge ha suscitato forti polemiche. Le associazioni pro-vita si sono schierate contro la normativa, accusandola di essere incostituzionale.

Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia, ha definito la legge “barbara e disumana”, sostenendo che essa spingerà molte persone vulnerabili, come malati gravi, anziani, persone fragili, a chiedere il suicidio assistito, temendo di diventare un “peso” per la società o per i propri familiari. Brandi ha anche affermato che la legge viola la Costituzione, chiedendo al governo di impugnare immediatamente la legge toscana presso la Corte Costituzionale per un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato. In questo contesto, ha ricordato che simili leggi erano state respinte da altre regioni italiane, come Veneto, Lombardia e Piemonte. Secondo Brandi, la legge non rispetta solo la Costituzione, ma minaccia anche le persone più fragili, che dovrebbero invece essere tutelate, curate e accompagnate con piani di cure palliative, come previsto dalla Legge 38/2010.

La legge sulla regolamentazione del suicidio assistito in Toscana, dunque, rappresenta un punto di svolta nella legislazione italiana, che solleva ampie discussioni sulla compatibilità costituzionale e sui valori etici legati al fine vita. Sebbene rappresenti un passo storico verso una regolamentazione del suicidio assistito in Italia, la sua approvazione ha messo in evidenza una frattura profonda tra diverse visioni politiche e sociali sul delicato tema della morte assistita.

Lo riporta il tgcom24.com



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