Milano, lievitano i costi della M5 fino a Monza. Il Comune: “Servono altri 589 milioni, allo studio tratte parziali”

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MILANO – Martedì il Comune di Milano ha ufficializzato il quadro economico aggiornato del prolungamento della Metropolitana 5 dall’attuale capolinea di Bignami fino a Monza. Il documento è stato inviato alla Regione Lombardia, ai Comuni di Monza, Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo nonché alla Città Metropolitana di Milano e alla Provincia di Monza e Brianza. L’invio era stato preannunciato lunedì da Arianna Censi, assessora milanese alla Mobilità, in una nota diramata in replica a quanto dichiarato dagli assessori regionali Claudia Terzi (Infrastrutture) e Marco Alparone (Bilancio) durante la seduta congiunta delle commissioni prima e quinta del Pirellone, una seduta convocata proprio per discutere dello stallo in cui versa il prolungamento della lilla a causa di extracosti attualmente non coperti.

La lettera consta di tre pagine più due allegati, come può documentare Il Giorno. E in essa si conferma quanto riportato ieri, si conferma che gli extracosti ai quali far fronte hanno ormai raggiunto una soglia record: quasi 600 milioni di euro. Per l’esattezza 589 milioni. Nel documento, infatti, si legge quanto segue: “L’importo finale del QE (Quadro Economico ndr) ottenuto è pari a 1885 milioni di euro, con un incremento di 589 milioni rispetto al QE del PFTE (Progetto di Fattibilità Tecnico Economica ndr)”.

Detto altrimenti: per realizzare un collegamento senza precedenti in Italia, il primo che unirebbe tramite un tracciato sotterraneo due capoluoghi di provincia, bisogna reperire altri 589 milioni di euro, il 45,5% in più della somma già stanziata, pari a 1 miliardo 296 milioni. Un incremento dovuto a “concause eccezionali, a tutti note, che hanno perturbato in maniera irreversibile il mercato delle costruzioni a partire dal 2020”. Il riferimento è, ad esempio, al rincaro del costo delle materie prime e dell’energia. La quantificazione definitiva degli extracosti era necessaria per poter procedere al reperimento dei fondi e per capire come procedere nella realizzazione del prolungamento. Fino a quando non ci saranno tutte le coperture, non si potrà indire alcuna gara. La lettera e l’allegato inviate ieri dal Comune di Milano sono interessanti anche sotto questo punto di vista: in entrambi i documenti, infatti, si fa riferimento alla possibilità di bandire una prima gara per un tratto parziale del prolungamento per evitare ulteriori perdite di tempo e usare gli stanziamenti che già ci sono, in attesa di reperire i 589 milioni aggiuntivi che si sono resi necessari a causa degli extracosti.

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“Alla luce degli esiti del suddetto aggiornamento – si legge nella lettera –, gli Enti hanno ritenuto di prevedere espressamente che sia verificata, da parte del Comune di Milano, la fattibilità dell’intervento in relazione alle risorse disponibili, e proporre, se necessario, un eventuale lotto funzionale coperto con le risorse medesime dandone comunicazione al Ministero entro il 30 giugno 2025 per le valutazioni di competenza. In tal senso gli uffici comunali e MM si sono già attivati e entro le prossime settimane saranno nelle condizioni di sottoporre a tutti gli Enti sottoscrittori della convenzione originaria diverse ipotesi di lavoro”. Indicativo il titolo del secondo allegato: “Accorgimenti per bandire la gara nell’ambito del previsto finanziamento disponibile”.

Come riportato mercoledì, l’ipotesi di realizzare i lavori in due diverse fasi prevedendo, appunto, due diversi lotti, non mette d’accordo tutti: i parlamentari e i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia presenti lunedì in commissione si sono detti favorevoli a procedere per tratte parziali perché ritengono “si debba partire in fretta”, i parlamentari, i consiglieri regionali della Lega e la stessa Terzi, tutti presenti nella commissione di lunedì, si sono detti contrari perché temono che, di questo passo, la M5 non arriverà mai dentro Monza. E analogo timore è stato espresso dal consigliere regionale del Pd, Gigi Ponti. Nel frattempo il cronoprogramma dell’opera è stato ufficialmente modificato: l’appalto deve essere assegnato entro il 31 dicembre 2026, i lavori devono essere avviati a settembre 2027 e conclusi per marzo 2033. L’avvio delle corse è calendarizzato a dicembre 2033. Quanto al reperimento di quei 589 milioni di euro, al momento l’unica certezza è che la parte del leone dovrà farla il Governo, che pare possa arrivare a investire nell’opera altri 300 milioni, subito dopo viene Regione Lombardia, che può arrivare a 90-100 milioni di euro, quindi Milano (10-15 milioni), Monza (7-10 milioni) e, con un contributo più marginale, Sesto e Cinisello. Far quadrare i conti è dura.



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