Sassari, 8 febbraio 2025 – La Dinamo Sassari sembra risvegliarsi solamente contro le grandi, ma a differenza dell’ultima esaltante vittoria casalinga sulla Virtus Bologna questa volta non riesce l’impresa, andando anche avanti nel finale, ma l’Olimpia Milano mette in campo tutto il talento a sua disposizione e sulla sirena è lei a festeggiare sul 72-78.
Un chiaro messaggio in vista delle Final Eight di Torino della prossima settimana, per una EA7 Emporio Armani che è costretta a vincerla due volte dopo aver toccato il +13 in chiusura di terzo periodo, dimostrando come la squadra di coach Ettore Messina stia aumentando i numeri di colpi in vista dei mesi caldi e decisivi della stagione.
Squadra solida come si è visto anche in Lituania contro lo Zalgiris, in una gara che alla vigilia era da vincere, specialmente dopo la sconfitta di due giorni prima a Monaco di Baviera, e che stasera in Sardegna ha certamente pagato la doppia fatica accumulata nella settimana di Eurolega, vincendola di voglia e soprattutto di talento.
Talento sconfinato che abita certamente a casa di Shavon Shields (7 punti), per i primi 38 minuti della gara quasi uno spettatore, ma che negli ultimi 120 secondi l’ha decisa con due canestri clamorosi che hanno messo la cera lacca sulla vittoria biancorossa, dopo la rimonta e il sorpasso subito dai padroni di casa poco prima.
Così come l’MVP dell’incontro, quel Nenad Dimitrijevic che al PalaSerradimigni ha confezionato una delle sue migliori prestazioni in LBA, mettendo a referto 15 punti e ben 9 rimbalzi, salendo di colpi nella ripresa, prendendo le redini dell’incontro, allentandole un minimo durante la rimonta sassarese e tornando a dominare nei minuti conclusivi.
Tutto questo nella grande serata di Ousmane Diop, che tornava a Sassari da ex dopo aver indossato la canotta biancoblu per sei anni e che certamente ha pagato l’emozione, non giocando certamente una delle sue migliori partite, in una serata in cui l’Olimpia ha dominato senza problemi a rimbalzo, vincendo la lotta sotto i tabelloni per 43-32, grazie ad un granitico Frederick Gillespie.
Sconfitta che per la Dinamo Sassari è arrivata in un terzo periodo complicato, nonostante una gara ai limiti della perfezione specialmente nel primo tempo, approcciando al meglio l’incontro contro una squadra più alta, con più chili e punti nelle mani rispetto a quella di coach Massimo Bulleri.
Serata in cui tutto il pubblico presente al palazzetto di piazzale Segni è tornato a riabbracciare Rashawn Thomas, dopo sei anni dall’ultima volta, e che nelle ultime due settimane è ormai tornato ad amare una squadra, che certamente negli ultimi due o tre anni non ha fatto granché per farsi ben volere dai propri tifosi.
Proprio l’ex Partizan, autore di 8 punti tutti negli ultimi minuti, è stato uno dei protagonisti della rimonta che ha esaltato il pubblico di casa, in un’ultima frazione in cui i biancoblu hanno persino messo il naso avanti grazie alla tripla di Giovanni Veronesi del 69-67.
Gara rimessa in piedi con l’orgoglio e le scelte di coach Bulleri, che hanno inceppato per un attimo l’attacco di una Milano che nel terzo periodo sembrava un macchina perfetta, sfoderando la solita difesa da Eurolega che ha annichilito Bendzius e compagni.
Il tutto nonostante il forfait di Justin Bibbins quasi subito, in apertura del secondo periodo, dopo un brutto atterraggio sul parquet che gli ha causato la perdita di un paio di denti. Rotazioni che hanno avuto uno stravolgimento improvviso, ma che hanno responsabilizzato giocatori come Alessandro Cappelletti, 11 punti, 9 assist e 9 rimbalzi, autore di una tripla doppia solamente sfiorata e che avrebbe avuto del clamoroso.
Per Milano altri due punti che le permettono di risalire la classifica, mettendola in pole position in vista di una Coppa Italia che certamente la vedrà come una delle principali protagoniste, Virtus Bologna permettendo nella finale anticipata di mercoledì sera.
Per Sassari una sconfitta che non aumenta di certo la serenità in una classifica ancora pericolante, ma che con il recupero completo di Sokolowski, anche stasera autore di una prova confortante, e di un Rashawn Thomas alla ricerca della migliore condizione, vede finalmente una luce forte e chiara in fondo al tunnel.
Dinamo Banco di Sardegna Sassari – EA7 Emporio Armani Milano 72-78
Parziali: 22-21; 18-21; 11-19; 21-17.
Progressione: 22-21; 40-42; 51-61; 72-78.
Sala Stampa
Ettore Messina, Giovanni Veronesi e Massimo Bulleri
Le Pagelle
Dinamo Banco di Sardegna Sassari
Alessandro Cappelletti 7: con Bibbins out in avvio di secondo periodo, tocca a lui trainare il gruppo, come spesso gli è accaduto ultimamente e confeziona la miglior prestazione dell’anno. Prende sempre la decisione giusta, con una difesa milanese che non riesce ad adeguarsi alla sua imprevedibilità. Sfiora una clamorosa tripla doppia da 11 punti, 9 assist e 9 rimbalzi.
Justin Bibbins s.v: appena 6 minuti per lui che gli tolgono il sorriso, letteralmente. Infatti per troppa generosità, si lancia per recuperare una palla vagante e si sfracella sul parquet, lasciandoci due denti e non rientrando più in campo. Cappelletti poi farà una grande gara, ma con la sua presenza la Dinamo avrebbe avuto più possibilità di portarla a casa.
Miralem Halilovic 5.5: grande impatto iniziale per il bosniaco, che non paga dazio contro centri più grossi e atletici di lui. Cala nella ripresa, ma nei secondi finale potrebbe travestirsi dall’eroe della partita dopo una grande stoppata su Bolmaro, con ancora 30 secondi sul cronometro e in mano il possesso del pareggio o del sorpasso, si fa scippare una palla sanguinosa e lì termina la gara.
Brian Fobbs 5.5: al tiro non è serata e si vede, con un pessimo 4/14 dal campo e un tiro dall’arco da incubo (1/7). Ha il merito comunque di non disunirsi e di metterci la giusta testa in difesa, anche se nel finale sbaglia un paio di triple aperte che avrebbero certamente girato l’inerzia in favore dei sardi.
Matteo Tambone 6: solita gara encomiabile in difesa, anche se per lunghi tratti soffre la maggiore fisicità dei giocatori milanesi. Forse nel finale il suo apporto sarebbe servito alla causa, ma tant’è.
Giovanni Veronesi 7: butta in campo tutto quello che ha, pure troppo visto che spesso non ha la lucidità di trovare i suoi canestri aperti dall’arco. In difesa sembra di vederne in campo due con la canotta numero 16, mentre zoppica in attacco con 2/12 dal campo. Ma proprio quei due canestri messi a segno, due triple, sono dei macigni nel morale dell’Olimpia che nel finale suda freddo, specialmente dopo la seconda bomba del sorpasso a 180 secondi dalla sirena.
Eimantas Bendzius 5: il lituano è ancora alla disperata ricerca di una condizione fisica adeguata e si vede. Fatica a reggere l’urto di una Milano che lo limita in tutti i modi. Bulleri lo tiene a riposo a lungo, ma non basta per intravedere i lampi del capitano.
Luca Vincini 6: finalmente brutto, sporco e cattivo come lo vuole Bulleri. Poco presente nel tabellino con un solo punto segnato, ma tanto gioco sporco nel pitturato, reggendo alla grande per tutti gli 11 minuti giocati.
Michal Sokolowski 6.5: inizia a fari spenti, poi all’improvviso si accende nel momento peggiore della ripresa della Dinamo, sprofondata fino alla doppia cifra di svantaggio. Grazie ad una serie di triple suona la carica per la rimonta biancoblu, facendo uno step importante verso il pieno recupero, nazionale polacca permettendo. Chiude con 10 punti e un 3/5 dall’arco, il migliore del Banco dai 6 metri e 75.
Rashawn Thomas 7: fatica ad ingranare nel prima gara dopo il gran ritorno a Sassari. Si carica di falli fin da subito, non riuscendo ad incidere in nessun modo. Nell’ultimo quarto, invece, si traveste dal Rashawn Thomas in formato 2018-19 e gioca un ultimo quarto da stropicciarsi gli occhi. Giocate spalle a canestro che il PalaSerradimigni non vedeva veramente da anni, realizzando una serie di canestri e 8 punti che permettono alla Dinamo di rientrare nel punteggio, fino al sorpasso del finale. La condizione è ancora tutta da trovare, ma il talento è rimasto intanto come sei anni fa.
EA7 Emporio Armani Milano
Nenad Dimitrijevic 8: un crescendo rossiniano per il play macedone, che sale di colpi nel finale in maniera clamorosa, respingendo con forza il tentativo di rimonta dei sardi. Decisivo nel finale con la rubata su Halilovic che sigilla la vittoria milanese. MVP della serata con 15 punti, 9 rimbalzi, 2 assist e 22 di valutazione.
Niccolò Mannion 6: gioca una gara ordinata, senza grandissimi acuti, ma i suoi 8 punti li ha portati alla causa. Nel finale è costretto a lasciare il campo dopo una botta subita a rimbalzo, ma non dovrebbe essere nulla di grave.
Fabien Causeur 5: complicato ritorno dopo l’infortunio. I meccanismi sono ancora da oliare dopo la ruggine accumulata e si vede.
Stefano Tonut 5: a referto solamente con la tripla che ritocca il massimo vantaggio di Milano e poi poco altro. Non basta una discreta difesa per salvare una gara giocata per lunghi tratti a nascondino
Leandro Bolmaro 7: in avvio è più caldo di una stufa, reggendo quasi da solo l’attacco Olimpia nella prima frazione, andando già in doppia cifra dopo 10 minuti. Nel prosieguo della gara cala il fatturato offensivo, ma sale in cattedra in difesa, imponendosi fisicamente contro avversari nettamente più piccoli di lui, catturando ben 6 rimbalzi e due rubate.
Zach Leday 6.5: paga una serata deficitaria al tiro, chiudendo con un rivedibile 3/11 dall’arco. Nell’economia dell’incontro, però, resta un fattore, sia per la discreta difesa profusa, che soprattutto a gioco fermo, con un 7/7 ai liberi frutto di 7 falli subiti che alla lunga risultano decisivi per il successo meneghino.
Giampaolo Ricci 6.5: offensivamente è realmente un fattore, con 8 punti a referto e un 2/4 dall’arco, anche se dall’altra parte del campo fatica a contenere Sokolowski o Thomas quando decide di accendersi.
Diego Flaccadori s.v.: mera comparsata di appena 3′ per l’ex Trento e nulla più.
Ousmane Diop 5.5: un po’ ingessato nel suo grande ritorno a Sassari da ex, anche senza lampi clamorosi, ci mette il solito agonismo, anche se veramente troppo poco per incidere.
Shavon Shields 7: evanescente per 38′, non fa letteralmente nulla, ma se la gara ha bisogno di un risolutore non c’è nessuno come Shields. Due canestri, una penetrazione e una bomba da 9 metri, di puro talento offensivo negli ultimi 120 secondi della gara, di uno dei giocatori più decisivi dell’ultimo decennio di LBA.
Frederick Gillespie 7: il signore degli anelli. Domina a rimbalzi, confermando la sua crescita verticale. Chiude con 6 punti, 8 rimbalzi e due rubate.
Giovanni Olmeo
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