Caso La Russa jr, la Procura di Milano farà “ulteriori approfondimenti” sui presunti contatti tra il presidente del Senato e gli spioni

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Ulteriori approfondimenti“. Secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa, è ciò che intende fare la Procura di Milano diretta da Marcello Viola all’indomani dell’articolo del Fatto Quotidiano sui presunti contatti tra il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ed Enrico Pazzali, titolare dell’agenzia di investigazione Equalize al centro dell’inchiesta su una rete di cyber-spie. Nella fattispecie, il supplemento di accertamenti riguarderà i contenuti del verbale in cui l’hacker Nunzio Samuele Calamucci racconta di avere assistito a una telefonata tra tale “Ignazio” e Pazzali, negli uffici di Fiera Milano, qualche ora dopo la presunta violenza sessuale per cui sono indagati il figlio del presidente del Senato Leonardo Apache La Russa e un suo amico. Dai tabulati telefonici in mano alla procuratrice aggiunta Letizia Mannella e alla pm Rosaria Stagnaro, titolari dell’indagine sulla presunta violenza sessuale, non risultano al momento “contatti rilevanti” tali da far ritenere che il presidente La Russa abbia chiamato Pazzali subito dopo la presunta violenza. Al nostro quotidiano, lo stesso La Russa ha ribadito (lo aveva già detto molte volte in passato) di avere appreso della vicenda soltanto quando è diventata di dominio pubblico. “Ho saputo dell’accusa solo quando ne hanno parlato i giornali” ha ripetuto la seconda carica dello Stato.

IL CONTENUTO DEL VERBALE – L’indagine sul presunto stupro, quindi, si intreccia con quella su Equalize e il dossieraggio illegale del collega Francesco De Tommaso. Nel verbale, tra le altre cose, la mente informatica del gruppo, Samuele Calamucci, ai domiciliari, racconta di un incontro negli uffici della Fondazione Fiera, nella seconda metà di maggio 2023, ossia dopo la notte della presunta violenza sessuale per cui è indagato il figlio minore di La Russa, che risale al 18-19 maggio. L’hacker, quando il caso non era ancora uscito sui media (la denuncia della ragazza è di oltre un mese dopo i fatti), avrebbe sentito Pazzali parlare al telefono con tale “Ignazio” della vicenda dei presunti abusi. Già a dicembre, comunque, la Procura guidata da Marcello Viola aveva avviato approfondimenti su eventuali connessioni tra l’inchiesta sulla presunta violenza e le ricerche del gruppo di Equalize sul presidente del Senato e sui figli, ricerche effettuate, come emerso dagli atti, proprio nel pomeriggio del 19 maggio 2023, giorno in cui la ragazza si risvegliò in casa La Russa senza ricordare nulla, a suo dire, e convinta di aver subito abusi. E andò alla clinica Mangiagalli per gli accertamenti.

LE PAROLE DI LA RUSSA – Il presidente del Senato, dal canto suo, ha diramato una lunga nota stampa per precisare la propria posizione. “Non ho mai parlato, e ripeto mai, con Enrico Pazzali né tantomeno con imprecisati carabinieri, dei fatti di cui è stato accusato mio figlio Leonardo” ha detto La Russa, specificando ancora una volta che “non avrei in ogni caso potuto parlarne con alcuno fino a quando (ben 40 giorni dopo) ho appreso dai giornali dell’accusa e della denuncia presentata dalla ragazza. Accusa che fino ad allora, ripeto, era a me sconosciuta”. La seconda carica dello Stato, poi, ha aggiunto che “sarebbe curioso sapere come gli ‘spioni’, contro cui non siamo stati teneri ne io ne FdI con le nostre dichiarazioni, potevano conoscere qualcosa nelle stesse identiche ore in cui, secondo la ricostruzione de Il Fatto Quotidiano, la ragazza veniva visitata alla clinica Mangiagalli”.

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Per l’esponente di Fdi, “se mai avessi potuto averne contezza, prima dei 40 giorni passati tra la visita alla clinica Mangiagalli e la denuncia, mi sarei premurato sicuramente di chiedere la registrazione delle telecamere di sicurezza poste fuori del mio palazzo oltre che di quelle della discoteca. Registrazioni – ha continuato – che sarebbero state utili e forse decisive all’accertamento della verità. Richiesta purtroppo impossibile, invece, trascorso quel periodo”. Poi le accuse: “Non capisco poi perché avrei dovuto essere interessato a far rilevare dagli ‘spioni‘ la planimetria (“la logistica”) della mia abitazione che ovviamente conosco benissimo. Né comprendo – ha spiegato – come sia possibile adombrare chissà cosa anche su di me che, come risulta, sono stato oggetto assieme ai miei figli, di richiesta da parte di Pazzali di informazioni indebite”. Infine la conclusione: “La mia dura reazione su questa richiesta e sul comportamento di Pazzali è nota a tutti. Ritengo veramente vergognoso – ha aggiunto – che anziché approfondire le responsabilità degli ‘spioni’ (curiosamente scomparsi ultimamente dalle cronache giornalistiche), si tenti di gettare discredito su di me. Ombre che anche a persone disattente, risultano prive di logica, costrutto e fondamento. Mi permetto – è la proposta del presidente del Senato – di chiedere alle autorità giudiziarie di valutare se non ritengano a questo punto di desecretare gli interrogatori degli imputati e contestualizzare i fatti, chiarendo in maniera pronta tutte le circostanze in difesa della mia onorabilità“.



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