Donald Trump ha dichiarato guerra alle cannucce di carta: lunedì ha firmato un ordine esecutivo per bandirle, perlomeno all’interno dell’amministrazione federale. Ma questo è soltanto il primo passo di un progetto più grande. Il presidente statunitense ha infatti chiesto di elaborare una strategia nazionale per porre fine alla politica, avviata dal suo predecessore Joe Biden, volta a vietare entro il 2032 in tutto il paese le stoviglie di plastica monouso.
“Torniamo a usare le cannucce di plastica” ha annunciato Trump alla firma dell’ordine esecutivo. E ha aggiunto: “Quelle di carta non funzionano: si rompono, a volte addirittura esplodono”.
La questione delle cannucce come pure delle stoviglie monouso di plastica è tuttavia più ampia e riguarda l’ambiente, in particolare quello marino. È di ormai dieci anni fa un video diventato virale che mostrava una tartaruga marina da cui veniva rimossa una cannuccia di plastica dal naso. E sono molti gli studi che si occupano della presenza di plastica e microplastica negli oceani, tra cui quello che nel 2018 ha determinato l’estensione (pari a tre volte quella della Francia) del conglomerato di materiali plastici che galleggia nel Pacifico. In proposito, il presidente Trump ha comunque affermato che “la plastica non può avere un grande impatto sugli squali mentre, mangiando, si fanno strada nell’oceano”.
È una questione di sostanze inquinanti e forma, sottolinea la biologa Melanie Bergmann dell’Istituto Alfred Wegener per la ricerca marina e polare, con sede nella città tedesca di Bremerhaven, intervistata da SRF durante la trasmissione radiofonica News Plus. La ricercatrice, che si occupa di rifiuti nei mari, spiega che nel momento in cui gli animali ingeriscono della plastica, non sono più in grado di espellerla. L’animale soffoca o muore avvelenato dagli inquinanti. Questo accade anche con le cannucce, “che sono particolarmente lunghe” osserva Bergmann.
Il decreto firmato da Trump riguarda le cannucce, per ora. La biologa Bergmann teme infatti che la decisione possa essere soltanto la punta dell’iceberg e che il presidente statunitense intenda in realtà dare una spinta alla produzione della plastica in generale. Un timore, questo, che potrebbe essere giustificato, dopo che Matt Seaholm, presidente dell’Associazione americana dei produttori di plastica, ha annunciato che “la cannuccia è soltanto l’inizio” e ha invitato tutti a seguire “il movimento per il ritorno alla plastica”.
“Gli Stati Uniti – sottolinea Bergmann – rientrano tra i paesi che contribuiscono maggiormente all’inquinamento da plastica nel mondo e ne producono anche in grandi quantità per l’esportazione”. La mossa statunitense – sempre secondo la ricercatrice – risulta essere “molto grave”, in particolare considerando che attualmente le Nazioni Unite stanno cercando di negoziare un trattato globale contro l’inquinamento da plastica. Negoziati falliti alla fine del 2024, ma che dovrebbero riprendere nel corso di quest’anno. “Se ora gli Stati Uniti cambiano idea, unendosi ai paesi che si dicono contrari all’adozione di misure globali, il processo sarà ulteriormente ostacolato”.
Stati Uniti e cannucce di plastica
Sono 390 milioni le cannucce di plastica che vengono ogni anno usate negli Stati Uniti. La maggior parte ha una durata di vita inferiore ai trenta minuti, secondo dati diffusi dalla Turtle Island Restoration Network, organizzazione senza scopo di lucro impegnata nella tutela delle specie marine e del loro habitat.
Per quanto riguarda la plastica in generale, ogni anno in tutto il mondo ne vengono prodotti 400 milioni di tonnellate. Il 40% è utilizzato per imballaggi, secondo le Nazioni Unite. E ogni minuto l’equivalente di oltre un camion pieno di rifiuti plastici finisce in oceani, fiumi e laghi.
“Le cannucce sono un prodotto non necessario, se non per chi non è in grado di bere a causa dell’età o di una malattia”. È quanto afferma la biologa Bergmann. Insomma, che siano di plastica o di carta, sarebbe meglio non utilizzarle. Il motivo? “Studi hanno dimostrato che anche i prodotti sostitutivi, come le cannucce di bambù o di carta, contengono inquinanti eterni (i cosiddetti PFAS, ndr) che hanno un effetto dannoso sull’uomo” spiega. Se proprio non se ne può fare a meno, sarebbe allora meglio optare per le soluzioni di vetro o metallo. Nel frattempo, in Svizzera la scelta di non distribuire del tutto cannucce è stata fatta, tra l’altro, da una grande catena di fast food.
Cannucce d’oro per la birra
Le cannucce non sono un’invenzione recente. Gli esemplari più antichi risalgono a ben 5’000 anni fa: si tratta di lunghi tubicini d’oro decorati con pietre preziose che i sumeri utilizzavano per bere birra in compagnia da una grossa anfora. Nel corso del diciannovesimo secolo si diffusero invece cannucce realizzate con fili d’erba. L’affermazione della cannuccia di plastica avvenne dopo la seconda guerra mondiale.
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