«Lotito usa la Lazio per la politica e odia la lazialità, Calveri il suo boia. Vi dico tutto»

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Richiedi prestito online

Procedura celere

 


Assodata l’impossibilità di proseguire con la Lazio, è un Juan Bernabé in versione vulcanica quello che è intervenuto ieri pomeriggio nel corso di una live su Twich sul canale ‘Calcio Amarcord TV’. Il falconiere ha mandato in scena uno sfogo somigliante ad un flusso di coscienza ininterrotto, fatto di frasi al vetriolo e aneddoti pungenti, toccando una serie di temi di casa biancoceleste.

Si parte dall’arrivo a Roma e dal contratto che sottoscrisse con la Lazio nel 2010. «Ho dato tutto alla Lazio. Ho dato anche Olympia perché volasse con un’altra persona perché non volevo toglierla alla società (si riferisce al periodo della sua sospensione per il saluto romano, ndr). Quell’uomo che parla di etica che è il proprietario della Lazio – e non vale la pena menzionarlo – dopo 15 anni mi ha mandato la polizia nella stanza trattandomi come un criminale. In 15 anni non ha fatto nulla per Olympia, non ha mai comprato neppure una voliera, così l’aquila è stata con me e dovevo sempre pulire tutto io. Sono stato io a portare l’aquila alla Lazio, è inutile che lui si metta la medaglia».

«Fu un’idea del caro Andrea Pesciarelli, ho fatto un regalo al club pagando di tasca mia tutto quel che era necessario al trasporto dell’aquila». Si prosegue con il contratto stipulato con la società, e poi modificato. «Uno scandalo. Io dovevo guadagnare 20mila euro, questo era stato pattuito. Sapete la strategia che usa lui? Non ti paga per 7 mesi, e quando sei con l’acqua alla gola, ti fa dire da Calveri: “Firma questo contratto o fammi causa, poi vediamo come va a finire”. In 15 anni mi ha scalato il 70%, ora prendo 6666 euro, curiosamente il numero del Diavolo. Non posso più mangiare neanche nella foresteria, quindi la famiglia Caravaggi mi ha aiutato: è una famiglia di laziali che vive a Formello che si sta prendendo cura di me sotto il profilo culinario».

ACCUSE GRAVISSIME – Bernabé intende ribadire a chiare lettere la propria lazialità, dicendosi saturo di lavorare con il club. «Sono laziale più di gente che va allo stadio. Tutti si allontanano da me, forse hanno paura degli ultras. Il Presidente mi ha messo contro anche gli ultras. Mi hanno fatto passare per un esibizionista che si toglie i calzoncini e si mette gli occhiali da sole, quando io ho sempre comprato personalmente i completi della Lazio e li ho donati ai bambini, a persone anziane, anche ai diffidati. Si parla oggi di altre aquile per la Lazio. Ma Olympia è per caso morta? Ha una malattia contagiosa? Dov’è finita? Come è possibile, secondo voi, che in 15 anni il marketing non abbia fatto un pupazzo di Olympia, un adesivo, una sciarpa? Olympia è un incubo per la società. Ho dato la vita alla Lazio, non ho avuto orari né giorni, ero lontano dalla famiglia. E mi ripagano così. Non me la sento di lavorare per lui, non ce la faccio più. Basta ipocrisia».

Microcredito

per le aziende

 

«Lotito è la peggior persona che la Lazio potrebbe avere, non ho paura a dirlo. Anzi, la peggiore è Armando Calveri, che è il boia del Presidente. Questa persona spacca tutti i calciatori con questa metodologia di presentargli il contratto sotto al muso, li distrugge. La depressione di Luis Alberto? I calciatori che stanno tutti male? Sempre lo stesso è il motivo: la persona che guida la Lazio fa con le vite degli altri quello che gli pare. Zarate, Diakité, Garrido, Pandev Ledesma, sempre le stesse cose. Lui si fa passare per onnipotente.

Uscirà tutto alla luce, perché io non ho paura», è la promessa minacciosa dell’aquilifero, che parla di materiale scottante in cantiere da far venire alla luce a breve.

L’attacco è frontale e senza mezzi termini. «Io spero che la giustizia italiana lo metta a posto e non possa mai più essere più Presidente. La Lazio è bellissima ma ha il peggior Presidente possibile, che dice solo bugie, dice una cosa e fa il contrario. Parla di cristianità, poi viene il parroco a Formello e lui non è mai venuto, è uno di quelli che nel fine settimana neanche vanno a messa. Che si scontri con me in un programma tv, in radio, vediamo se ha gli attributi! Di fronte a un mio errore, avrebbe potuto darmi una sanzione di 2-3 mesi senza stipendio. Invece, ha reso la mia vita uno schifo, dimostrando che di me non gli interessava nulla. Che vergogna! Ho dato tutto per niente, ma quando vedo che la mia vita dipende da un senatore che va con la scorta e che ha distrutto la mia immagine sulla base del suo potere, dico “basta”. Non voglio più tornare all’Olimpico, lui tratta le persone come stracci con una metodologia di manipolazione economica. Basta con questa immagine di onnipotente! Nessuno alla Lazio ha stima di lui. Io sono comunque abituato a vedere il bello e il brutto nelle persone: alla festa della Lazio l’ho visto commosso per la situazione di salute dell’ex allenatore della Primavera, Sanderra, e mi sono detto che forse anche lui ha una parte buona, do sempre il beneficio del dubbio. E allora perché non la tira fuori? Ripeto, ad ogni modo il più cattivo di tutti è Armando Calveri, che spacca economicamente la vita delle persone. Gli fa i contratti e non paga, rovina le vite delle famiglie, e non appare mai».

UN RAPPORTO INCRINATO – Lo spagnolo è un fiume in piena. «Olympia è l’aquila della Lazio, ora sono concentrato a mantenerla a Roma. Ho perso il lavoro, ma la gente vuole Olympia e io farò gli eventi di compleanno con la gente che mi darà una mano per mantenermi». Bernabé ha ricostruito il casus belli dell’incrinarsi del rapporto col Presidente, Claudio Lotito. «La mia morte è stata essermi avvicinato ai tifosi della Lazio. Lui non sopporta tutto quello che è Lazialità. Quando uno vive la lazialità, lui lo allontana. Così con Radu, Rocchi, Di Canio, potrei fare decine di nomi. La società vuole che nessuno abbia nulla a che vedere col sentimento laziale. Un esempio: quante volte gli ho detto di mettere l’inno “Non mollare mai” allo stadio! I tifosi lo adoravano, ma lui non poteva vedere l’autore, Scarcelli, e continuava a parlarmi di passato: “Juan, tu pensa all’aquila, io alla tifoseria”. Tra lui e la tifoseria ci sarà sempre la guerra».

Il focus è sempre il numero uno biancoceleste, a cui è rivolto anche un appello diretto. «Presidente, lei non si comporta bene con nessuno, soltanto con i politici! Lei si interessa solo di politica! Lei ha utilizzato la Lazio per la politica, e non mi parli di etica! Si dedichi a fare il presidente della Lazio, rispetti tifosi, calciatori e contratti!». Il capo di imputazione è chiaro, le accuse sono pesanti. «La Lazio ha bisogno di un Presidente che sappia amare la tifoseria. Quanti procuratori e giocatori non vogliono negoziare con la Lazio perché c’è Lotito? Molti rifiutano di venire alla Lazio perché poi sanno cosa succede dopo. Se arrivi alla Lazio entri in una sala vuota e senti uno che urla come un pazzo. Sono entrato e ho pensato: “Oddio, torno al Benfica!”. La negoziazione con lui? Si è messo a dormire sulla poltrona. Si era addormentato! Questo è il metodo per dare poca importanza alle persone, per sminuirle. Più volte si è addormentato davanti ai miei occhi, veniva la segretaria dopo che avevo atteso per 5 ore mi diceva: “Juan, si è addormentato di nuovo”. Voi pensavate che dormisse? No, lo fa per dire che non gliene frega niente di te. La Lazio è bella, ma non so come ho sopportato lui per 15 anni. Sono stato scemo a dedicarmi tutto il giorno a lui. E Armando Calveri è un demonio dentro la Lazio. Parla come un signore e non ha nulla del signore, è comandato da Lotito. Questa è la Lazio dentro. Il Presidente si sente protetto: ha la legge, il Senato, la politica. Ma la legge c’è anche per lui. Io per lui sarò un incubo, un incubo grande, vedrete perché. Il motivo è chiaro, gli ho rubato la scena. In tutta la storia dell’umanità, chi passa sopra al generale viene spazzato via. Arrivavo ad ogni evento, ero il protagonista grazie alla mia personalità e all’aquila, poi arrivava lui e cercava di mettersi al centro. E parla di etica. Vediamo ora che succede, non si immagina. Non associate Lotito alla Lazio, per favore, la Lazio è un’altra cosa!».

L’EPISODIO INCRIMINATO – Il falconiere spagnolo non si capacita di come gli siano state voltate le spalle nell’ultimo mese. «Avevo mandato una mail alla società con un certificato medico per cui potevo stare 30 giorni in convalescenza. E lui mi ha detto che mi sono barricato a Formello. La verità è che il Presidente voleva cacciarmi da un po’, questa situazione è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. La Lazio ha bisogno di un Presidente buono, che voglia bene alla Lazio. Fabiani è venuto nella mia stanza da me diversi giorni, mi ha calmato, con me è stato umano. Gli ho chiesto perché non fosse venuto Lotito, che era a un metro dalla stanza e non è neanche entrato a salutarmi. Che cosa ho fatto a Lotito per essere passato con un delinquente? Ha mandato la Digos a interrogarmi quando ero nudo e non potevo coprirmi. Così mi ha ammazzato umanamente, quella per un uomo è la morte. Immaginate: io ero sul letto che non potevo coprirmi e avevo la Digos davanti, non mi sono mai sentito tanto umiliato un vita mia».

BARONI E FUTURO – A questo punto, Bernabé tiene a tenere fuori dal discorso Marco Baroni. «In questa stagione la Lazio con Baroni può fare tutto quello che vuole, non ha limiti. Io non capisco nulla di calcio, ma ho lavorato con i migliori allenatori, e ho capito che il kit della vittoria è creare nello spogliatoio una famiglia. Baroni è tra le persone più belle conosciute in vita mia, anche Fabiani è un grande, lo sottovalutavo. Ha capacità di comprensione e di gestione interessanti. Baroni è capace di portare in alto la Lazio, perché ha creato uno spogliatoio solido. Ma per il futuro la Lazio ha bisogno di un presidente che sappia amare la tifoseria». La chiosa è ancora polemica. «Ora sono schifato della società Lazio.

Prestito personale

Delibera veloce

 

Ho amato la Lazio e la lazialità, ma quell’individuo ti spegne il cuore. Sono stato sempre amato, e in ogni serata in cui le persone mi parlavano male di Lotito, cercavo di difenderlo. La gente gli faceva dei cori con i peggiori auguri, io li rimproveravo. Ma ora vengo ripagato con questa moneta. Sono onorato di essere stato nella Lazio. Juan Bernabé vuole stare con la tifoseria della Lazio, ma non più nella società Lazio. Se cambierà Presidente, un giorno magari tornerò a far parte del club».

© RIPRODUZIONE RISERVATA





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Source link