Operazione “Affari tuoi”, concluse le indagini della Procura: 13 gli indagati – Savonanews.it

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La Procura di Savona ha concluso le indagini preliminari in merito ai 9 soggetti che erano stati arrestati lo scorso maggio 2024 dai carabinieri del comando provinciale indagati per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di plurime truffe a danno di aziende, ricettazione e bancarotta fraudolenta.

Gli indagati, che sono ora saliti a quota 13 persone, sono tutti italiani, tra i 34 e 73 anni, 4 della provincia di Milano e Monza Brianza, due della provincia di Lecce e Bari e sette di Catania. L’Arma dei carabinieri aveva dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari che era stata emessa dal Gip Alessia Ceccardi del Tribunale di Savona, su richiesta del Pubblico Ministero Claudio Martini.

L’operazione, che aveva visto impegnati oltre 70 militari, sia del Comando savonese che dei comandi dei Carabinieri territoriali, era giunta al termine di una complessa indagine svolta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Savona e della Compagnia di Alassio, coordinate dalla Procura della Repubblica di Savona, partita nell’ottobre 2023 dopo un blitz dei Carabinieri in un capannone di Villanova d’Albenga dove erano state trovate 55 tonnellate di merce provento di truffa del valore di oltre 230mila euro.

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Nel corso delle indagini erano stati raccolti gravi indizi sull’esistenza di un’organizzazione criminale in grado di truffare, tra il dicembre 2022 e il maggio 2024, centinaia di aziende, alcune delle quali blasonate, operanti sul territorio nazionale causando perdite per diversi milioni di euro. Secondo quanto emerso dalle indagini e riportato nell’ordinanza, gli indagati, dopo essere subentrati quali amministratori e soci in almeno 9 aziende non più operative e rilevate a prezzi modici, avrebbero trasformato l’oggetto societario includendo la rivendita di vari generi di prodotti (dall’edilizia, agli alimentari, all’hi-tech).

In seguito, sarebbero stati depositati bilanci falsi i cui ingenti utili, di fatto inesistenti, sarebbero stati destinati all’aumento di capitale sociale rendendo la società apparentemente solida.

L’aumento di capitale sociale e l’assenza di segnalazioni/contestazioni, dovute unicamente all’inattività della società, avrebbe consentito di far lievitare l’indice di affidabilità aziendale rilevabile da società di rating, tanto da indurre in errore le aziende fornitrici che accordavano alle società degli indagati forniture, anche di ingente valore commerciale, accettando pagamenti a 30 o addirittura 60 giorni che poi non venivano onorati. Una volta segnalati gli insoluti, il giudizio di affidabilità delle società avrebbe subito un brusco crollo tanto da non consentire il prosieguo dell’attività criminosa.

Le società di volta in volta “bruciate”, le cui sedi operative erano collocate a Villanova d’Albenga in via del Commercio e a San Giuliano Milanese, sarebbero state sistematicamente abbandonate in stato di grave dissesto finanziario e i proventi dati dalla vendita della merce, destinata a una collaudata rete di ricettatori, sarebbero stati spartiti tra gli indagati sottraendoli ai creditori, causando insoluti per oltre 3 milioni di euro e maturando debiti tributari per oltre 2 milioni di euro. Su richiesta ed iniziativa della Procura della Repubblica di Savona, che aveva rilevato la situazione di insolvenza della società, il Tribunale fallimentare aveva dichiarato l’apertura della liquidazione giudiziale a carico delle società, i cui gestori erano stati indagati anche per il reato di bancarotta fraudolenta.

Disperate per la grave perdita economica, numerose vittime si erano presentate presso nelle sedi delle società ma di loro non era presente ormai alcuna traccia; inutili gli appelli telefonici per vedersi corrisposto il dovuto. Le vittime, anzi, venivano derise dai truffatori come testimoniato da alcune conversazioni telefoniche intercettate.

Nel corso delle operazioni di perquisizione erano state deferite in stato di libertà per ricettazione altre persone e erano stati sottoposti a sequestro diversi quintali di merce per un rilevante valore complessivo, che sarà restituita ai malcapitati fornitori.

DC Forniture Srl, Ten e Co Srl, I&C Building Renovation Srl, Roma Alimentare Srl, S.G.R. Point Srl, Tivutech Srls (con base operativa e logistica nei locali del magazzino a Villanova) e C.P. Forniture Srl, Tremont Costruzioni Srl, B.I.L.L.Y. Company Srl (con base operativa e logistica nei locali del magazzino a San Giuliano Milanese) le società strumentalizzate. Alcuni indagati avevano anche dei nomi fittizi, degli alias come “Carlo Mazza”, “Fabio Fossati”, “Francesco” o “Sig. Tommasi”, “Sergio Marchese” o “Caponnetto”.

Gli indagati avrebbero avuto diversi ruoli operativi: dal promotore e organizzatore, con il ruolo di factotum, passando per gli addetti agli acquisti, un esperto informatico, amministratori e soci unici di diverse società, addetti al magazzino, commercialisti, responsabili dell’elaborazione di bilanci d’esercizio, dell’aumento fittizio di capitale, delle cessioni di quote societarie e un addetto alla ricettazione della merce provento di truffa.

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