“Guerra e natura umana”, un libro da leggere

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 


Guerra e natura umana. Le radici del disordine mondiale di Gianluca Sadun Bordoni (Il Mulino 2025) è un’opera che offre una riflessione profonda e articolata sulla condizione umana, con particolare attenzione al legame tra conflitto e natura. Il libro esplora le radici storiche e filosofiche della guerra, analizzando come le dinamiche belliche abbiano sempre fatto parte dell’essere umano, influenzando la nostra evoluzione sociale, psicologica e culturale. Bordoni si distingue per la sua capacità di intrecciare teorie psicologiche, antropologiche e storiche, portando il lettore a una comprensione più completa dei motivi che spingono l’uomo alla violenza. La sua scrittura è chiara, precisa e ricca di spunti che invitano alla riflessione, rendendo l’opera accessibile anche a chi non ha una preparazione specifica in queste discipline. Un possibile punto di partenza per riflettere sulla guerra è dato da un ritrovamento archeologico particolarmente inquietante. Siamo a Nataruk, vicino al Lago Turkana in Kenya, e l’esumazione di alcuni resti umani risalenti a circa 10mila anni fa, appartenenti a un gruppo di cacciatori-raccoglitori. Questi individui sono stati brutalmente uccisi, probabilmente da un gruppo rivale. I loro corpi giacciono sparsi e non sepolti, molti dei quali presentano segni inequivocabili di esecuzioni. Alcuni cadaveri, ad esempio, mostrano evidenti tracce di legature. Tra questi, c’è anche una donna incinta, alla quale sono state spezzate le ginocchia prima di essere assassinata.

Questo caso, così come altri rinvenuti in Germania e Croazia, rappresenta una delle prime testimonianze di massacri etnici, risalenti a epoche precedenti alla lotta per le risorse agricole che, a lungo, gli storici hanno considerato il principale motore della guerra. La guerra, tuttavia, non è un fenomeno recente né legato esclusivamente alla competizione per le risorse. Le prime tracce di conflitti risalgono a molto prima delle guerre per il controllo delle terre fertili e ci parlano anche di scontri tra Neanderthal e Sapiens, con quest’ultimi che, pur essendo fisicamente più deboli, potrebbero aver prevalso grazie alla loro abilità nell’uso delle armi da lancio e alla loro superiorità numerica derivante dalle ondate migratorie. Il conflitto, inoltre, non è esclusivo dell’essere umano: anche gli scimpanzé, i nostri più prossimi parenti nel regno animale, sono protagonisti di violenti scontri con i gruppi rivali per ottenere il controllo delle risorse. Non appena un gruppo percepisce un vantaggio, attacca. La forza di un branco, quindi, è legata alla sua capacità di cooperare e, di conseguenza, alla brutalità con cui affronta i nemici. Questi dati, che ci spingono a riflettere sulla natura umana e sulla sua evoluzione sotto la pressione darwiniana e storica, sono alla base del saggio di Gianluca Sadun Bordoni. Il filosofo, ordinario di Filosofia del diritto all’Università di Teramo, adotta un approccio multidisciplinare per esplorare il tema del conflitto. In questo lavoro emerge chiaramente l’influenza di Tucidide, per il quale la guerra è un’ombra che seguirà l’uomo finché “la natura umana resterà la stessa”, sebbene, nel pensiero dell’autore “la guerra non debba essere considerata innata, nel senso in cui lo sono la fame o il sonno”.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Tuttavia, Sadun Bordoni non si limita a un’analisi storica e scientifica del fenomeno bellico: cerca di affrontarlo anche da una prospettiva empatica, consapevole che senza questa dimensione rischiamo di non cogliere la sua essenza più profonda. La domanda che si pone, infatti, è se la guerra debba essere letta sotto la lente di Carl von Clausewitz o di Lev Tolstoj, e non si schiera con nessuno dei due. L’autore riconosce che, seppur numerosi studiosi (storici, psicologi, etologi) abbiano cercato di comprendere razionalmente le dinamiche belliche, non bisogna dimenticare che la guerra non può essere solo analizzata come una somma di calcoli di potenza. Un approccio puramente razionale rischia di consegnarci una visione tecnica e distante che ci separa dall’esperienza umana del conflitto. Perciò, l’autore propone di guardare anche all’aspetto emotivo e mitico della guerra, perché solo così è possibile sviluppare una strategia di contenimento più profonda e, forse, più efficace. Secondo Sadun Bordoni, la strategia migliore per affrontare il conflitto è una consapevole capacità di auto-riflessione, sia a livello collettivo che individuale.

Non si tratta di nutrire illusioni su una “Pace perpetua”, una visione che, pur influenzata dalla filosofia di Immanuel Kant, viene messa in discussione dalle stesse dinamiche della guerra. In particolare, Sadun Bordoni si rifà a Jacob Burckhardt, storico che ha descritto l’ambigua relazione tra violenza e creatività durante il Rinascimento: “Soltanto nella guerra, nella lotta agonistica contro altri popoli, un popolo impara realmente a conoscere tutta la sua energia come nazione”. Oggi, questa “energia” si confronta con una minaccia ancora più terribile: l’arma atomica. Nonostante per un lungo periodo la minaccia di distruzione reciproca abbia raffreddato il Novecento, oggi gli scontri internazionali sembrano tornare a intensificarsi. Il saggio di Sadun Bordoni offre uno spunto interessante: la guerra non può essere considerata solo come il risultato di politiche sbagliate o di calcoli di potenza, ma è una pulsione costante, radicata negli istinti collettivi. La militarizzazione della guerra, fino ai giorni nostri, continua a prevalere su strategie offensive, costruite su una (presunta) superiorità numerica e di forza, un modello che ha radici antiche e profonde nella nostra evoluzione. Ciò che rende Guerra e natura umana particolarmente interessante è il modo in cui Bordoni non si limita a descrivere la guerra come un fenomeno negativo, ma cerca di capire come essa possa essere vista come parte integrante della nostra evoluzione, senza però mai giustificarla. La sua analisi è equilibrata, priva di facili conclusioni, e stimola il lettore a mettere in discussione le proprie convinzioni sulla natura dell’essere umano e sul ruolo che la guerra ha giocato nella storia. Il libro è una lettura stimolante e provocatoria, che non lascia indifferenti. La sua capacità di trattare temi complessi con una scrittura fluida lo rende un testo adatto a chiunque desideri esplorare le profondità della psicologia e della storia umana. In definitiva, Guerra e natura umana è un’opera che merita di essere letta e riflettuta, sia per gli studenti delle scienze sociali, sia per i lettori appassionati di storia e filosofia.

(*) Docente universitario di Diritto internazionale e normative per la sicurezza

(**) Guerra e natura umana. Le radici del disordine mondiale di Gianluca Sadun Bordoni, Il Mulino 2025, 300 pagine, 29 euro

Aggiornato il 14 febbraio 2025 alle ore 13:01



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Prestito personale

Delibera veloce

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link