Una cinquantina di persone hanno preso parte a un flash mob contro la costruzione di un capannone di 25mila metri quadri la cui costruzione è prevista su un’area agricola a Colceresa, in provincia di Vicenza, nei pressi della Superstrada Pedemontana Veneta (SPV). Il capannone sarebbe affiancato da un parcheggio, per un intervento che interesserebbe nel complesso 85mila metri quadri di terreno oggi agricolo.
La manifestazione, che si è svolta in via dell’Industria questa mattina sabato 15 febbraio, è stata promossa da un gruppo di cittadini che nei giorni scorsi hanno avviato una raccolta firme. L’azienda che ha proposto la nuova edificazione sarebbe la Faresin di Breganze, produttrice di carri miscelatori e sollevatori, che nel 2023 aveva provato ad espandersi a Sarcedo, sempre in un’area prossima alla SPV, ipotesi che aveva incontrato la resistenza dei residenti e che era finita poi nel nulla.
Suolo agricolo sacrificato in area di ricarica della falda
Secondo quanto riporta A.RI.A bassanese Associazione bassanese per il RIspetto Ambientale in una nota, «l’amplissima area nella quale l’azienda intenderebbe costruire è in parte coltivata a vite e in parte a prato ed é ubicata all’interno di una vasta zona agricola aperta. In particolare, l’area in questione è attraversata da una delle opere complementari della Pedemontana, una bretella che funge proprio da collegamento tra la zona produttiva Villa di Molvena a Nord e la Vecchia Gasparona
verso il casello della SPV e la Nuova Gasparona. Ma si tratta di una zona agricola di pregio, un’area costeggiata dal torrente Val De Rio e racchiusa fra altri corsi d’acqua. Un nodo idraulico oltre che ambientale collocato nella fascia dell’alta pianura, fondamentale per la sua permeabilità che ricarica la falda acquifera».
Inoltre, spiega l’associazione, «questi torrenti, secondo i documenti comunali e alcune testimonianze, sono già soggetti proprio ai lati dell’area in questione ad esondazioni in caso di forti precipitazioni, caratteristica aggravata dalle impermeabilizzazioni già avvenute con strade e
capannoni esistenti. Fenomeni ormai sempre più ricorrenti e preoccupanti nel nostro Paese a causa del cambiamento climatico in atto».
La SPV “lasciapassare” per il cemento?
Dopo che una richiesta preliminare da parte dell’azienda aveva avuto riscontro positivo in una delibera di giunta del novembre 2024, la proponente ha inviato un’istanza al SUAP – Sportello unico per le attività produttive il 23 gennaio 2025. L’associazione A.RI.A. nota come «nella delibera dello scorso novembre si legge che secondo la Giunta “l’intervento risulta coerente con i più recenti riferimenti di cui alla DGR n. 258 del 15 marzo 2022 del PTCR (Piano Territoriale di Coordinamento Regionale, ndr) secondo cui le attività produttive devono essere principalmente localizzate nelle aree afferenti ai caselli autostradali e gli accessi a superstrade per ridurre i flussi di traffico nella viabilità secondaria e comunale”». Ma per l’associazione si tratta di un’interpretazione errata dell’articolo 40 delle note tecniche del piano regionale.
«L’interpretazione errata dell’art. 40 continua in tutta la Pedemontana ad essere utilizzata come lasciapassare per ogni tipologia di insediamento in aree verdi nel raggio dei due chilometri dai caselli della SPV – afferma A.RI.A. –: quindi, in pratica, dall’inizio alla fine dell’arteria. Tale tesi è in stridente contrasto di fatto con altri principi informatori dello stesso PTCR, per esempio quello che demonizza le “strade mercato”. È questo il destino che si profila per le restanti fasce verdi che ci rimangono? Una lunga fascia di nuovi capannoni e centri logistici nati “perché è stata fatta la Superstrada Pedemontana Veneta?” Anche questo prezzo dovrà essere pagato dalla popolazione veneta oltre al conto già salato per la costruzione della Pedemontana?».
Masolo e Zanoni: allarme sulla nuova legge regionale
Alla manifestazione hanno partecipato i consiglieri regionali di Europa Verde Renzo Masolo e Andrea Zanoni che, in una nota dei giorni scorsi, hanno affermato che «Colceresa costituisce una delle zone più belle e significative della provincia di Vicenza, ma l’essere attraversata da opere complementari della SPV la espone, suo malgrado, alla voglia di nuovi insediamenti da parte di chi non dimostra particolare rispetto per la sua unicità ambientale e per i suoi abitanti. Bene fanno i cittadini a richiamare l’Amministrazione comunale alla tutela dell’interesse pubblico e dell’ambiente».
I due consiglieri dei Verdi lanciano poi l’allarme su una nuova legge regionale, il progetto di legge 244 su cui già nel giugno 2024 Legambiente, Italia Nostra e WWF avevano puntato il dito presentando una serie di osservazioni critiche. Per Masolo e Zanoni «è previsto in Consiglio regionale l’approdo del Pdl n. 244 che, se approvato, favorirebbe ulteriori colate di cemento nella nostra regione. Per questo abbiamo annunciato l’utilizzo del cosiddetto ‘jolly’ durante la discussione in aula, uno strumento per rendere illimitato il tempo a disposizione durante il dibattito, ma siamo pronti anche a presentarci con centinaia di emendamenti».
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