La ricordo lungo i corridoi dell’Istituto alberghiero di Potenza, solare sorridente, energica e con tante proposte di battaglia sociale «perché i cittadini devono conoscere, aprire gli occhi e uscire dal buio per poter poi scegliere e deliberare», era il suo leitmotiv. Sto parlando di Maria Argenzio, docente di francese, oggi in pensione, che ho avuto la fortuna di avere come collega durante la mia peregrinatio. Con lei ho condiviso uno dei più bei viaggi d’istruzione: a Loppiano (cittadella dei Focolarini), con tappa ad Assisi. Una grande intesa pur con visioni diverse, grazie al rispetto reciproco e all’assenza di pregiudizi. Maria continua ad ammettere candidamente: «Ho una visione laica della vita, ma posso vantarmi di essere stata nel mio piccolo sempre disponibile verso tutti». Ho desiderato ritrovarla, dopo anni. La professeur è nata a Vaglio da mamma Emilia Rubino e papà Rocco, ma ha vissuto a Potenza da quando aveva tre anni. Oggi madame conta 77 anni, ma vi garantisco che l’energia e la grinta sono quelle di sempre, pur con l’acutizzarsi di acciacchi. Vive in una contrada del comune di Vaglio da tanti anni e qui è il suo regno con i suoi amici a quattro zampe raccolti dalla strada e numerosi gatti che arrivano spesso abbandonati. Tra loro c’è la sua Lulù di 23 anni; è l’epilogo di un grande impegno, oltre dieci anni, come presidente dell’associazione DNA «Diritti Natura Animali», dove ha lottato contro il randagismo. Maria è stata dagli anni Settanta una donna rivoluzionaria e battagliera «ed era uno scandalo andare controcorrente in una realtà molto chiusa – mi racconta -. Ho sempre avuto molta passione per la giustizia, la legalità e l’ambiente e il mio debole è sta- to quello di aiutare le persone e le situazioni più fragili, cosa che ho fatto anche nell’insegnamento – dice – trovando tempo anche per ascoltare i loro bisogni». Come pure non le è mancata un’esperienza di volontariato nella parrocchia Sant’Anna dove «ho insegnato francese agli adulti per circa tre anni». L’amazzone con il suo spirito guerriero di lotte ne ha fatte e il suo credo è cresciuto con la formazione e i grandi testimoni: «Il mio maestro di vita – dice qua- si commossa – è stato Marco Pannella, lo ringrazio per i suoi insegnamenti, la sua venuta poi in Basilicata mi ha sostenuta e rafforzata nelle mie scelte, nella battaglia per il referendum su aborto e divorzio, oltre all’impegno nell’associazione “Ambiente e legalità”; altro grande riferimento è stato Enzo Tortora, anche lui in visita a Potenza». Ma come è stata recepita l’actio della prof all’esterno? «Sono stata bersagliata perché donna e perché impegnata politicamente – ricorda – e non ben vista da diversi partiti. Ma testarda non mi sono lasciata intimidire e con i miei piccoli figli allestivo in piazza Prefettura il banchetto raccolta firme sfidando freddo climatico e spesso umano». Ironia della sorte poi, la vittoria del divorzio è stata da lei stessa scelta per la sua vita. Meno fortunate invece sono andate le elezioni «candidata molte volte ma con esito negativo, forse mi ritenevano pericolosa perché facevo quello che dicevo – racconta – coerenza pagata cara, e così ho deciso di dedicarmi ai più deboli, in particolare agli animali perché ho capito – afferma – che non c’è molto spazio per chi vive con onestà», affermazione che rinvia alle parole di Totò: «Più conosco gli uomini più amo le bestie». Argenzio va come un accelerato, mi parla delle tante iniziative, di inchieste e processi, di attività su tutto il territorio lucano, dei comitati locali, delle tante apparizioni nelle notizie di cronaca, e tra le battaglie quella contro l’amianto di Ferrandina con l’ex stabilimento Materit, l’ex inceneritore e chiusura della discarica di Pallarete, l’adeguamento-spostamento Sider Potenza o contro l’inquinamento del fiume Basento. Tra i ricordi c’è uno tenero, di quando nel- la zona Pallarete s’imbattè in un tratturo con una casa senza strada, incuriosita scoprì che i bambini facevano 3 km a piedi la mattina per prendere l’autobus e che vivevano anche senza bagno «mi attivai subito con il Comune per dare dignità a quella famiglia», afferma contenta. Ma non sempre giungevano ringraziamenti, «non sono mancate gomme a terra e scioperi della fame e soldi propri, era davvero una lotta e tanta fatica con le denunce fatte ma – spiega – non sono stata sola, eravamo una grande famiglia e mi sento oggi di ringraziare ancora una volta gli avvocati che gratuitamente parteciparono alle cause come Luigi Campanale di Bari, Vincenzo Laurita e Ivan Russo di Potenza». E tra le amiche storiche sostenitrici Rosita Della Vigna e Rosa Bilancia. In questo lungo excursus come si vede oggi madame? «Sono felice di me per tutto quello che ho fatto – afferma –, sono contenta per la mia persona e sono appagata dalla vita, nonostante i troppi sacrifici tra famiglia, scuola e attività». Maria si ferma, fa una bella risata e dice: «Sai mi sembra inverosimile che io sia riuscita a realizzare tutto ciò, ma devo dire che ora sento tut- ta la stanchezza». Tornando al suo amore per gli animali, Maria Argenzio continua a sostenere con l’acquisto di cibo, tre gruppi di cani randagi che vivono presso abitazioni amiche, e forse questa passione e amore per gli animali risale all’età dell’infanzia, quando vedeva mamma Emilia prendersi cura di tutti gli animali feriti. È l’amore che si tramanda, lo ricordiamo proprio oggi nella festa di San Valentino. Chiediamoci allora, cosa lasciamo noi in eredità?
Di Maria De Carlo
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