«Banche, il consolidamento riduce il divario con la Ue. Scelta di mercato e soci»

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Fabio Panetta si esprime a favore del consolidamento bancario con le cinque ops in corso sul mercato italiano, più il tentativo di Unicredit in Germania. «Le operazioni» bancarie annunciate – «favorite dall’abbondanza di eccesso di capitale» nonché dalla «prospettiva di un restringimento dei margini», spiega il numero uno di via Nazionale, nel suo intervento al 31° Congresso Assiom Forex – «ridurrebbero il divario dimensionale» tra i principali istituti di credito italiani e i concorrenti europei», agevolando la ricerca di «economie di scala e sinergie».

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«Le operazioni di concentrazione che coinvolgono banche di varie dimensioni, compagnie assicurative, società di gestione del risparmio e intermediari esteri – ha detto il Governatore di Bankitalia, introducendo il capitolo sul risiko, Congresso degli operatori finanziari, davanti a un parterre quest’anno privo dei grandi capi-azienda, eccetto l’ad di Bper Franco Gianni Papa, ma alla presenza dei presidenti Gian Maria Gros-Pietro (Intesa Sanpaolo), Nicola Maione (Mps) e Antonio Patuelli (Abi), oltre al dg di Abi, Marco Elio Rottigni – sono facilitate da tanto free capital. E dalla «prospettiva di un restringimento dei margini sull’attività di prestito, legata alla diminuzione dei tassi di interesse, spinge gli intermediari a ricercare economie di scala o sinergie produttive».

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Posto che «nel settore bancario le grandi dimensioni comportano sia vantaggi sia alcune criticità ben note», queste «operazioni possono essere inquadrate in una prospettiva di integrazione e consolidamento del mercato europeo». Consolidamento che, spiega Panetta, serve perché, come illustrato in una tabella a colori di corredo, «in Italia il valore medio dell’attivo delle prime cinque banche è quattro volte inferiore rispetto a quello delle banche francesi e una volta e mezza più basso di quello degli intermediari spagnoli e tedeschi».

L’ITER AUTORIZZATIVO

Secondo il governatore, «l’esito delle operazioni è affidato alle dinamiche di mercato e alle scelte degli azionisti». Un messaggio chiaro che fa giustizia del suo silenzio in questi cinque mesi, criticato mediaticamente. A rimarcare il suo ruolo istituzionale, Panetta si è esibito in un fuori-onda. «Fatemi fare un’osservazione: nel dibattito pubblico, a volte ci si chiede come mai la Banca d’Italia non intervenga su queste operazioni. Qualcuno ha addirittura ipotizzato che ce ne siamo scordati – ha puntualizzato mentre la platea lo guardava incuriosita – No, non ce ne siamo scordati: io, poi, me le scrivo le cose che succedono. Abbiamo ben presente che ci sono delle concentrazioni: queste sono operazioni, come voi ben sapete, che coinvolgono centinaia di migliaia di dipendenti, milioni di risparmiatori, banche che operano in più Paesi, società non solamente bancarie, assicurative, di gestione del risparmio, società finanziarie, società di pagamento. Sono operazioni molto delicate che richiedono un’analisi delle normative bancarie, assicurative, della concorrenza nonché il lavoro congiunto di varie autorità italiane oltre la Banca d’Italia (Ivass, Consob, Autorità Garante), e anche di quelle europee (Bce e autorità di vigilanza nazionali estere). Ingenuo e difficile, quindi, ipotizzare che la Banca d’Italia possa commentare queste operazioni come se si fosse in un talk show, con osservazioni e valutazioni estemporanee». «Queste – sottolinea Panetta – sono operazioni che richiedono un’attenta e complessa analisi delle operazioni, dei documenti (non sempre del tutto disponibili) e degli effetti». «La vigilanza non funziona così: noi parleremo di queste operazioni attraverso le analisi e le decisioni che verranno effettuate a tempo debito, in accordo con tutte le altre autorità interessate», ha concluso la parte a braccio, innescando un battimani da parte della platea.

Panetta ha inoltre rilevato che la tecnologia «sta modificando il rapporto fiduciario tra banche e risparmiatori»: «Se un tempo tale rapporto si basava sulla capacità delle banche di effettuare pagamenti e gestire i risparmi con prudenza – ha spiegato – oggi si estende alla garanzia di accessibilità e continuità dei servizi. La tutela della riservatezza, perno dell’attività bancaria, assume oggi un ruolo centrale». La digitalizzazione – ha proseguito – consente di migliorare l’efficienza e la gestione dei rischi, «garantendo al contempo risparmi di tempo e di costi per i clienti». «Tuttavia, la crescente interconnessione tra soggetti vigilati e non vigilati e la complessità dei processi aumentano i rischi per la continuità operativa e per la tutela dei risparmiatori», ha concluso Panetta salutato da un caloroso applauso.

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