Nel cuore delle città italiane, un fenomeno preoccupante sta tornando a farsi sentire con forza: l’uso di eroina tra i giovanissimi. Dopo anni di calo nei consumi, la droga che ha segnato in modo devastante generazioni passate sta risorgendo con un’inquietante velocità. Il ritorno dell’eroina non è un caso isolato, ma è il sintomo di un malessere sociale e psicologico che, purtroppo, non accenna a fermarsi. Gli adolescenti e i giovani adulti, un tempo relativamente distanti da questa sostanza, oggi sembrano essere i bersagli prediletti da una piaga che rischia di tornare ad avere effetti devastanti.
Secondo il recente rapporto annuale dell’Osservatorio Nazionale sulla Droga (OND), l’uso di eroina è cresciuto del 15% nell’ultimo anno tra i giovani di età compresa tra i 16 e i 25 anni. Le stime parlano di circa 30.000 giovani che, nel solo 2024, sono stati coinvolti in casi di abuso, a cui si aggiungono quelli non ancora registrati. L’eroina, che sembrava quasi scomparsa dopo l’inizio degli anni 2000, con il calo dei consumatori, oggi rappresenta di nuovo una minaccia seria. La maggior parte degli utenti sono giovani provenienti da contesti familiari disagiati, ma non mancano quelli che provengono da ambienti socio-economici più stabili, attratti dal desiderio di sfuggire alla frustrazione e all’ansia crescente tipica di questi anni.
Un altro dato preoccupante emerge dal rapporto: oltre il 40% degli adolescenti coinvolti nell’uso di eroina inizia a farne uso già a partire dai 14 anni. Se prima l’eroina veniva assunta principalmente da adulti, oggi la fascia d’età più colpita si è abbassata drasticamente. La quantità di ragazzi che dichiarano di aver provato l’eroina almeno una volta è aumentata del 5% rispetto al 2023, un dato che non può essere sottovalutato.
Le cause del ritorno dell’eroina tra i giovanissimi sono molteplici e complesse. Prima di tutto, c’è un fattore psicologico legato alla crescente ansia e depressione che colpisce sempre di più i ragazzi. I ritmi frenetici della vita moderna, la pressione scolastica e sociale, ma anche le difficoltà economiche che colpiscono le famiglie, sono tra i principali motori di questa discesa verso l’auto-distruzione. L’eroina, purtroppo, offre una sorta di via di fuga temporanea da una realtà percepita come insostenibile.
Non vanno dimenticati anche i fattori legati alla diffusione della droga. Se una volta l’eroina era considerata una sostanza difficile da reperire, oggi le nuove modalità di distribuzione tramite il dark web e l’accessibilità sui social hanno reso la droga più facile da ottenere. La disponibilità economica di alcune fasce di giovani, nonché la percezione distorta del rischio che viene spesso alimentata dalle subculture giovanili, favorisce l’inizio di un consumo che può facilmente diventare dipendenza.
L’eroina è una delle droghe più devastanti, soprattutto per un giovane organismo che si sta ancora sviluppando. Le sue conseguenze fisiche sono immediate e a lungo termine: dalla perdita di appetito, nausea e vomito, alla riduzione della funzionalità epatica e renale, fino all’insorgenza di gravi malattie infettive, come l’HIV e l’epatite C, legate all’uso condiviso di siringhe non sterilizzate. Questi sono solo alcuni degli effetti che i giovani che abusano di eroina possono sperimentare.
Ma è sul piano psicologico che l’eroina lascia ferite profonde e difficili da rimarginare. Il più grande pericolo per un giovane che entra nel tunnel della dipendenza è l’alterazione della percezione della realtà. L’eroina, infatti, agisce sul sistema nervoso centrale, creando una dipendenza fisica e psicologica che rende difficile per il ragazzo affrontare il mondo senza il “rifugio” della sostanza. La perdita del controllo emotivo porta spesso alla depressione cronica, ansia, paranoia e, in alcuni casi, a disturbi psichiatrici gravi. Inoltre, la dipendenza porta a un progressivo isolamento sociale e familiare, con il ragazzo che si allontana dagli affetti e dalle persone care.
L’eroina, soprattutto in giovane età, interferisce gravemente con il normale sviluppo cerebrale. Il consumo cronico, infatti, può compromettere la memoria, la capacità di concentrazione e, in generale, lo sviluppo cognitivo. I ragazzi che si avvicinano a questa droga rischiano di perdere il controllo su aspetti fondamentali della loro vita, come l’orientamento scolastico, le relazioni sociali e la motivazione.
La risposta a questo emergente fenomeno deve arrivare da tutti i settori della società, ma in primis da un intervento concreto da parte del governo. È fondamentale che le politiche sanitarie e sociali si adattino alla nuova realtà, attuando strategie mirate a prevenire l’uso di eroina tra i giovani. Occorre intensificare le campagne di sensibilizzazione nelle scuole, concentrandosi non solo sugli effetti fisici della droga, ma anche sulle sue ripercussioni psicologiche.
Le scuole devono diventare luoghi di prevenzione attiva, con percorsi di educazione emotiva e sostegno psicologico per gli adolescenti. Una maggiore collaborazione tra le istituzioni scolastiche e i servizi sanitari potrebbe permettere un monitoraggio più tempestivo delle problematiche legate alla salute mentale dei giovani. Le politiche di trattamento della dipendenza dovrebbero essere orientate verso la riabilitazione, con programmi di sostegno psicoterapeutico e supporto sociale per i ragazzi che cadono nel circolo vizioso della droga.
Inoltre, sarebbe auspicabile una revisione delle politiche di approvvigionamento delle sostanze stupefacenti, con sforzi congiunti tra le forze di polizia e le agenzie internazionali per smantellare le reti di distribuzione illegale. Non meno importante è la creazione di centri di recupero specializzati per i giovani, luoghi sicuri in cui poter affrontare la dipendenza senza il rischio di stigmatizzazione.
In sintesi, l’eroina tra i giovanissimi è un fenomeno che deve essere affrontato con urgenza e serietà. Il ritorno di questa droga è la manifestazione di un disagio sociale e psicologico che coinvolge generazioni sempre più giovani. Solo un intervento coordinato tra istituzioni, scuole e famiglie può sperare di contrastare questo drammatico ritorno. Se non affrontato con tempestività, il problema rischia di divenire una piaga difficile da estirpare, con conseguenze devastanti per l’intera società.
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