Il carmagnolese Alberto Cipolla ha preso parte al Festival di Sanremo 2025 dirigendo le esibizioni di due “Big” della musica italiana, Jovanotti e Mahmood: «un’esperienza unica».
Dopo tre edizioni da direttore d’orchestra di cantanti e gruppi in gara (nel 2020 con gli Eugenio in Via di Gioia; 2023 con Olly e Ariete e 2024 con Emma e BigMama), al Festival di Sanremo 2025 il carmagnolese Alberto Cipolla ha fatto il “salto di qualità”, andando a dirigere due super-ospiti: Jovanotti e Mahmood.
«Un’esperienza unica e bellissima, sicuramente molto diversa rispetto alle precedenti -dichiara il musicista originario di Carmagnola, raggiunto a caldo nel backstage sanremese– Sono molto grato a Dardust (celebre produttore musicale con cui Cipolla lavora da alcuni anni, ndr) per l’incredibile opportunità che mi ha dato».
In particolare, Cipolla ha guidato l’Orchestra di Sanremo il martedì sera, serata inaugurale del Festival, per accompagnare la presentazione del brano “Un mondo a parte”, tratto dal nuovo album di Jovanotti “Il corpo umano vol. 1”.
Quindi è tornato sul palco del Teatro Ariston due volte con Mahmood: il venerdì, quando l’artista italo-egiziano (che era co-conduttore insieme a Carlo Conti) si è esibito in un medley delle sue canzoni più famose e il sabato, nel corso della finale, per lanciare il nuovo singolo “Sottomarini”.
Intervista ad Alberto Cipolla: «un Sanremo diverso»
Cortese, umile e disponibile come sempre, il maestro Cipolla ha accettato volentieri -nonostante i molteplici impegni, a partire dalle prove prima delle dirette RAI- di rispondere ad alcune domande de “Il Carmagnolese” per raccontare il suo punto di vista su questa edizione del Festival della canzone italiana nella Città dei Fiori.
Partiamo dal fondo: come ha vissuto Alberto Cipolla questo Festival 2025?
È stata un’edizione sicuramente diversa, ma molto soddisfacente dal punto di vista professionale e, per diversi aspetti, meno stancante rispetto alle precedenti. Non c’era, infatti, l’ansia legata all’essere in gara e gli impegni quotidiani erano più rarefatti. Dall’altro lato, ho sentito il peso di una maggiore aspettativa, derivante dal fatto che doveva per forza essere “buona la prima” in quanto si trattava di esibizioni uniche, senza repliche durante le serate. Ma devo dire, a posteriori, di essere davvero contento del risultato.
È stato difficile preparare le tre esibizioni?
Per fortuna è andato tutto liscio fin dalla prima volta che siamo saliti sul palco, senza intoppi, tranne giusto alcuni ritardi accumulati che hanno fatto slittare le prime prove. Io avevo curato già l’orchestrazione dei vari pezzi e devo dire che mi sono divertito, in particolare con il medley di Mahmood: essendo tutti brani ritmati, ballabili e poco melodici, si prestavano a un bel gioco ritmico, in primis con i percussionisti. Dal lato mio ho quindi cercato di puntare proprio sul divertimento nella parte orchestrale. Ovviamente Alessandro e il corpo di ballo hanno fatto la loro parte egregiamente e la produzione di Dardust ha “cucito” tutto egregiamente.
Quale è stato il rapporto professionale con i due artisti?
Molto buono! Pur avendo già avuto modo di incontrarli in altri contesti musicali (ad esempio durante il tour di Elisa, ndr), era la prima volta che avevo un’interazione diretta con loro. Sono due grandi professionisti, entrambi attenti a tutto tondo rispetto alle loro performance, scrupolosi su ogni dettaglio anche al di là del canto. Jova ha voluto addirittura conoscere le inquadrature e le scelte di regia; Alessandro ci teneva molto alla coreografia, fin negli aspetti più minuti, come la resa “televisiva” del mantello durante il ballo del medley.
E come è andata dal punto di vista personale?
Anche a livello umano abbiamo avuto un ottimo rapporto, con tutti e due. Sono entrambi molto tranquilli, a differenza magari di cosa può sembrare quando si esibiscono e “da fuori”, quando appaiono magari come irraggiungibili. In realtà abbiamo chiacchierato e cenato insieme: sono persone molto simpatiche e alla mano.
Cos’altro ha lasciato il Festival di Sanremo 2025 ad Alberto Cipolla, che ormai possiamo definire un “veterano” della kermesse?
La settimana di Sanremo è sempre tanto divertente, tanto quanto è stancante. Sono giorni “di fuoco”, con pochissime ore di riposo. Il lato bello, invece, è rappresentato da un’atmosfera unica per noi che lavoriamo in ambito musicale: si vedono colleghi e amici con cui ci si ritrova, in un clima festaiolo in cui ci si risente, si sta insieme, si riallacciano relazioni e si progettano collaborazioni future.
A proposito di futuro, cosa bolle quindi in pentola per i mesi a venire?
Come musicista, al di fuori di Sanremo, sto finendo il mio nuovo disco a cui lavoro da alcuni mesi, che finalmente dovrebbe uscire in primavera, anticipato da un singolo. Proseguirò inoltre le collaborazioni con diversi artisti e amici oltre, ovviamente, a quella con Dardust: vedrete nei prossimi mesi cosa succederà!
Un’ultima battuta: quest’anno ha vinto Olly, che Lei aveva diretto nel Festival 2023 quando cantò “Polvere”, classificandosi 24esimo mentre vinceva Mengoni davanti a Lazza. Vi siete sentiti dopo questo successo?
Sono super contento per Federico! Ci conosciamo da ormai tre anni e ho visto quanto impegno, studio e attenzione metta nel suo progetto, e lo stesso vale per Juli. Son due persone a cui voglio bene e so che una piccola parte di questo risultato passa anche dal lavoro che abbiamo fatto insieme… quindi non posso che essere contento per loro. Non l’ho sentito dopo sabato sera: credo passeranno ancora un po’ di giorni prima che arrivi a leggere il mio messaggio, suppongo abbia Whatsapp invaso. Ma ci siamo visti più volte durante i giorni di Festival e l’avevo trovato tranquillo e molto concentrato: stava riuscendo a viversela nel modo giusto, scrollandosi la pressione da favorito e senza subire troppo la gara ma anzi godendosi i momenti delle esibizioni.
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