Riccardo Napolitano ha un passato in Abruzzo. Nella stagione 2023/24, infatti, ha ricoperto il ruolo di Direttore Tecnico del Chieti targato Ettore Serra. La sua carriera calcistica nasce e si sviluppa nel mondo dello scouting cogliendo la possibilità di lavorare per club molto importanti come Napoli e Lazio. Qualche settimana fa ha ottenuto l’abilitazione FIGC per esercitare la professione di Direttore Sportivo.
Napolitano è reduce dell’esperienza in Serie C con la Turris, società che sta vivendo un momento molto difficile e che rischia di sparire: “Situazione davvero molto complicata e complessa”, conferma l’ex DT del Chieti. Prosegue cosi raccontando la sua parentesi in Campania: “Sapevo sin dall’inizio che si trattava di una sfida molto difficile e complessa. Quando sono arrivato lì insieme al mio braccio destro Marseglia la prima cosa che ci hanno detto era di abbassare il monte ingaggi portandolo da 2,6 milioni netti a sotto il milione di euro. Fare una buona squadra non era facile ma ci siamo riusciti”.
Prosegue: “Abbiamo preso parametri zero in giro per il mondo, una squadra che si sarebbe salvata a mani basse. Anzi, forse avrebbe potuto puntare ai playoff. Poi sono emerse le drammatiche situazioni societarie che tutti conoscono e sono arrivati i punti di penalizzazione e molte altre cose”. Una situazione problematica che ha spinto Napolitano a lasciare la Turris: “Ci sono state tante difficoltà che hanno scoraggiato psicologicamente tutta la squadra e lo staff. Da lì sono nate le nostre dimissioni. Non si poteva lavorare in quelle condizioni. Il futuro della Turris? Non lo so. Vedendola oggi prevedo due scenari: la retrocessione in Serie D se riescono a salvare il titolo oppure una vera e propria sconfitta per Torre del Greco perché rischiano di scomparire”.
L’ex DT del Ragusa vive a 360 gradi il campionato di Serie C e sul Pescara si è espresso così: “E’ sicuramente un’ottima squadra. All’inizio è stata costruita con l’obiettivo di essere tra le protagoniste della Serie C del girone B e ci sono riusciti”. Per Napolitano chi ha un futuro roseo nella squadra di Silvio Baldini è un classe 2004: “Nella rosa biancazzurra ci sono dei giocatori molto interessanti, tra tutti Matteo Dagasso. Calciatore giovane, proviene dal settore giovanile del Pescara e sta facendo bene. Ha anche il vizietto del gol e lui gioca in una posizione in cui è difficile fare così tanti gol. E’ un giocatore importante così come lo è Merola però Dagasso lo metto davanti a tutti”.
Sul lavoro di Baldini e sul campionato: “Il mister ha portato tanta esperienze e competenza. Il campionato di C non è semplice e scontato. Non basta avere sulla carta una rosa più competitiva e più forte delle altre. Basta guardare l’anno scorso la promozione della Juve Stabia che adesso sta facendo bene anche in B. Nel girone C ci sono compagini importanti come Avellino, Crotone, Benevento, Catania e Trapani partiti con ambizioni diverse e oggi se andiamo a vedere la classifica trovi in alto il Cerignola e Monopoli che sono squadra che nessuno aveva considerato tra le favorite. Non è un campionato scontato.
Baldini sta facendo bene. Ha avuto alti e bassi ma il campionato è ancora lungo. Ternana e Virtus Entella stanno cercando di fare le cose in modo ottimale da anni. I liguri, ad esempio, sono una squadra molto organizzata e svolgono un lavoro di un certo spessore anche per il settore giovanile. E’una bella realtà. Prima di avere una grande rosa per vincere bisogna avere una grande società alle spalle”.
Sul Pineto, l’altra società abruzzese di C, il cambio Cudini con Tisci ha portato alla svolta secondo Napolitano: “Il cambio di guida tecnica ha raddrizzato la stagione. Il Pineto ha 10 vittorie, 8 pareggi e 9 sconfitte e i successi importanti sono arrivati quando è stato cambiato l’allenatore. La società probabilmente sapeva del potenziale della rosa e ha capito che era arrivato il momento di cambiare. Gli allenatori purtroppo molto spesso hanno il triste destino di essere i primi a pagare nel momento in cui una squadra non funziona. A volte si ha ragione e in altre circostanze no. Sarebbe stata una sorpresa in negativo vedere il Pineto in basso, ha una rosa che può giocare una tranquilla Serie C”.
A proposito di Abruzzo, il neo direttore sportivo ha vissuto una parentesi nel Chieti. Un’esperienza che ricorda ancora: “Sono stato benissimo. All’inizio, quando mi chiamarono, ero un pochino titubante perché non l’avevo mai vissuta. E’ sempre stata di passaggio. Invece ho trovato una terra stupenda, mi sono innamorato dell’Abruzzo”.
Sul Chieti: “E’ una realtà meravigliosa, una città che respira il calcio h24. Ha passione e voglia di riscatto. È ovvio che la vicinanza con il Pescara crea delle aspettative più alte, di rivalsa. Ma al Chieti non manca nulla per fare la C. Attualmente si trova in D ma non ha nulla da invidiare a molte squadre di C”. Aggiunge: “Ho vissuto una stagione intensa, importante ma con tante difficoltà. Poco dopo la fine del campionato l’ex Presidente Ettore Serra mi aveva telefonato e prospettato l’ipotesi di restare lì come DS. A me avrebbe fatto molto piacere ma era un momento molto particolare per il Chieti. Abbiamo vissuto una stagione travagliata, gli stipendi tardavano ad arrivare e c’erano tante situazioni complesse. Oggi mi pento e non poco di aver scelto la Turris, non per la città o per la maglia ma per la società che ho trovato. Quando mi è arrivata la chiamata dalla Serie C e da una società importante come la Turris ho cercato di prendere questo treno”.
Però adesso a Chieti c’è una nuova società: “Sinceramente mi ha fatto una buona impressione. E’ una società che si sta differenziando. Per la prima volta dopo tanto tempo si intravede una luce in fondo al tunnel. La tifoseria neroverdi merita rispetto e di salire di categoria da protagonista”. L’aneddoto sul popolo teatino: “Ho ancora in testa la partita tra Matese e Chieti, l’ultima di campionato della passata stagione. Una sfida che non doveva dire niente visto che il Matese era già retrocesso mentre il Chieti era praticamente fuori dalla zona play-off. Sono arrivati in massa nonostante tutto, mostrando un amore viscerale per i propri colori. Voglio salutarli, ho un ricordo speciale di loro. Anche quando sono andato a Torre del Greco ho parlato di loro”.
Napolitano è sicuro: “La nuova società sa perfettamente quello che sta facendo, sono partiti con qualche difficoltà ma non per colpa loro. Hanno avuto un cambio di guida tecnica e c’è stata un po’ di confusione però alla fine sta venendo fuori la forza di questa società”. L’augurio: “È importante fare la casa del Chieti, ovvero avere una struttura per allenarsi. Se una società vuole crescere deve avere una propria casa. Mi auguro che questa società riesca a fare piano piano tutto questo ma sono sicuro che lo farà”. Conclude: “Chieti la sento come una parte di me, la mia famiglia. Chissà cosa mi riserva il futuro, tornare a casa sarebbe bellissimo”.
Per l’ex DT dei neroverdi la sorpresa del campionato di Serie D girone F è una squadra abruzzese: “Il Teramo è la famosa rivelazione del campionato che non ti aspetti. L’Aquila? Sono anni che fanno campionato ad alti livelli però gli manca sempre quel qualcosa per poter fare il salto di categoria”. Sulla capolista Samb: “Dopo anni bui, quest’anno sta facendo un ottimo campionato e in questo momento lo possono solo perdere per colpe loro. Merita di salire in C per tanti motivi”.
Tra passato, presente e futuro Napolitano è in attesa del progetto giusto: “Ho appena preso l’abilitazione da direttore sportivo. Era un sogno che avevo nel cassetto e dopo 21 anni di esperienza sono riuscito a portarlo a casa. Non è stato facile. E’ stato un percorso lungo perché ho iniziato come scout, lavorando tre anni nel Napoli e cinque nella Lazio. Tanta gavetta insieme ad agenti importanti. Ho iniziato con Garritano e Bronzetti, poi con Morabito e Bagni. Ho avuto anche un’agenzia e facevo intermediazione.
Il telefono sta squillando, ci sono delle possibilità. Al momento sono 5 o 6 le società con cui ho parlato. Cerco un progetto serio ma adesso e’ ancora presto ma sono fiducioso e non vedo l’ora ripartire e abbracciare un progetto nel quale crescere”.
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