Riorganizzazione, «un atto indispensabile per rispettare le normative anti-corruzione»

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La riorganizzazione della macrostruttura comunale continua a essere uno dei temi più caldi del dibattito politico a Campobasso. Oggi, la questione approderà in Consiglio comunale con una seduta monotematica richiesta dalle opposizioni. Secondo il centrodestra si tratta di una vera e propria “prova del nove” per testare la tenuta della maggioranza a seguito dei recenti provvedimenti che hanno sollevato tensioni interne e acceso il confronto con l’opposizione. Al centro anche i possibili risvolti legali legati ai ricorsi presentati dallo stesso Vincenzo De Marco, dirigente sostituito del settore Politiche sociali. A fare chiarezza su questi e altri temi rilevanti è la sindaca Marialuisa Forte.
Sindaca Forte, tra le critiche che le ha mosso il centrodestra c’è anche quella dell’utilizzo di fondi pubblici per affrontare i ricorsi legali derivanti dalla riorganizzazione della macrostruttura. Cosa risponde a queste accuse?
«La riorganizzazione era necessaria per una migliore gestione dei servizi del Comune ed è una competenza del sindaco e della sua giunta. Questo atto era indispensabile per rispettare le normative anti-corruzione, spostando quei dirigenti che da molti anni erano a capo dello stesso settore. Il ricorso è stato presentato dal dottor De Marco contro il Comune, che in questo caso è stato costretto a difendersi. Essendo il Comune cointeressato, abbiamo affidato l’incarico a un professionista esterno. Francamente stupisce – e a dire la verità è anche un po’ sospetto – il clamore mediatico che si è creato intorno al caso. Un’attenzione che a mio avviso ha distolto l’attenzione sugli obiettivi reali – ovvero le politiche sociali che devono mettere al centro i bisogni delle persone, soprattutto dei più deboli – facendo prevalere interessi e logiche che spostano l’attenzione sui reali motivi che stanno dietro una decisione presa dopo attenta valutazione e con il solo obiettivo di assolvere ad un obbligo di legge (la n.190 del 2012 ndr) e di lasciare il delicatissimo settore del welfare nella disponibilità di un’amministrazione strutturata e competitiva».
Il consigliere Pilone, primo firmatario della richiesta di consiglio monotematico, ha definito la situazione un vero e proprio “braccio di ferro” che potrebbe compromettere la gestione dei servizi sociali. Come replica a queste preoccupazioni?
«Non c’è alcuna preoccupazione: nessun servizio sociale è stato compromesso. Già da dicembre è stata concessa la proroga ai servizi sociali, e con l’approvazione del Bilancio, che il Comune di Campobasso ha approvato il 30 dicembre 2024, entro i termini stabiliti per legge, abbiamo assicurato la loro continuità. Il nuovo dirigente sta svolgendo le sue funzioni e non è compromesso né alcun servizio alle fasce più deboli della popolazione né tantomeno i livelli occupazionali. Un settore, come in questo caso quello del welfare, deve essere efficiente ed efficace a prescindere da chi lo gestisce».
Di recente ha manifestato la sua solidarietà ai lavoratori della 3G. Sul caso il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità un ordine del giorno bipartisan che impegna lei e la Giunta a opporvi all’applicazione del nuovo contratto. Come si sta muovendo l’amministrazione su questo fronte?
«Abbiamo acceso i riflettori sulla vertenza, portando la questione in Consiglio comunale, che ha approvato all’unanimità un ordine del giorno bipartisan. Ci sono anche delle interrogazioni parlamentari in corso. Mercoledì scorso ho portato la questione sul tavolo dell’Anci nazionale e avviato un’interlocuzione con i sindaci di Cagliari e L’Aquila, città in cui ci sono lavoratori dei call center che vivono la stessa problematica dei lavoratori della 3G di Campobasso. Diciamo quindi che la questione supera il livello locale e regionale».
Recentemente, sono state segnalate incursioni di cinghiali nelle aree urbane, attratti principalmente dai sacchetti abbandonati per strada o in prossimità dei cassonetti. Quali misure sta adottando l’amministrazione per affrontare sia il problema dell’abbandono dei rifiuti sia quello della fauna selvatica in città?
«La questione dei cinghiali non è di competenza del Comune, ma della Regione. Subito dopo il mio insediamento, ho segnalato ripetutamente il problema alla Presidenza della Giunta senza però ottenere risposta. Per quanto riguarda i rifiuti, la questione è più complessa. Il servizio di raccolta differenziata è stato esteso a tutta la città, ma c’è ancora una parte della popolazione che si ostina ad abbandonare sacchetti di rifiuti indifferenziati per strada o addirittura fuori dai nuovi cassonetti di conferimento. Vede, non è il sistema che non funziona, ma ci sono residenti che, nonostante abbiano la tessera, continuano a comportarsi in modo illegale, causando un danno all’intera comunità. Poi c’è anche una fetta di cittadini non inscritta affatto al ruolo Tari e che continua a comportarsi in modo fuorilegge, costringendo la Sea a intervenire in via straordinaria in alcune aree dove il senso civico sembra mancare. Attraverso la Polizia municipale e le guardie ambientali, abbiamo messo su una task force per scovare i ‘furbetti’, ma lei capirà che si tratta soprattutto di un problema culturale. Le regole devono essere rispettate da tutta la cittadinanza. I controlli e le sanzioni non bastano; è necessario che ogni residente di questa città agisca con responsabilità e amore per il proprio ambiente. Ognuno di noi deve essere un custode attento del nostro territorio, Ad ogni modo da parte dell’amministrazione c’è il duplice impegno a raggiungere sia una buona percentuale di raccolta differenziata, sia un maggiore decoro con correttivi e il potenziamento dei controlli sul conferimento dei rifiuti».
La sicurezza è un altro tema caldo. Il recente episodio di aggressione nel sottopasso ferroviario ha riacceso il dibattito sui controlli e sulla necessità di potenziare la videosorveglianza. Lei ha più volte dichiarato di non voler essere un “sindaco sceriffo” e di puntare sulla prevenzione. In che modo?
«La legalità è al primo posto della nostra agenda e il nostro impegno è massimo in collaborazione con le forze dell’ordine. Tuttavia, non possiamo accettare di essere il bersaglio della propaganda populista dell’opposizione, che punta il dito contro l’amministrazione ritenendola responsabile di qualsiasi episodio, grave o meno grave, che accade in città. Di fronte al populismo della destra, rispondiamo che la sicurezza si garantisce sia con le misure sociali che con il presidio del territorio. Sono perfettamente in linea con quanto ha detto di recente il sindaco di Bologna: il centrodestra vuole riempire le carceri, noi chiediamo invece politiche di prevenzione, più forze dell’ordine sul territorio, rigenerazione urbana e lavoro per i giovani. Non voglio essere un sindaco sceriffo, quello che cerco di fare con la mia amministrazione è costruire una città inclusiva che non lascia indietro nessuno e che mette in atto politiche di integrazione. Abbiamo appena pubblicato un avviso nell’ambito del Progetto LGNET3 a favore di cittadini migranti regolari (25 nuclei familiari e 25 persone singole) che, malgrado vivano, lavorino e abitino nei nostri comuni e mandino i loro figli nelle nostre scuole da anni, restano ai margini e non sono ancora integrati. Con questo bando vinto dal Comune di Campobasso e finanziato dal Viminale e dall’Unione europea, saranno presi in carico attraverso un progetto personalizzato che darà accesso a contributi di sostegno abitativo, utenze e/o per l’acquisto di beni alimentari. In cambio di tali contributi, i beneficiari saranno coinvolti in attività di impegno civico. Il bando scade il 12 marzo, ed è rivolto a cittadini stranieri che vivono nei 24 comuni dell’Ats e che hanno un Isee non superiore ai 7mila euro. In questa direzione andranno anche i Patti sociali sui quali stiamo lavorando in questi giorni. La nostra visione è quella di una città sicura, inclusiva e solidale, dove ogni cittadino sia coinvolto nel miglioramento della comunità».
Passiamo alla piaga dello spopolamento: tra il 2014 e il 2024 in Molise si sono persi 11.509 giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni. Peggio solo la Calabria, la Sardegna e la Basilicata. In che modo l’amministrazione comunale della città capoluogo può intervenire per invertire la rotta?
«La premessa è questa: da soli non possiamo fare molto. Serve un raccordo con le politiche regionali e nazionali. Lo spopolamento che riguarda tutto il nostro Paese, ma in particolar modo il Sud d’Italia, è troppo complesso per lasciare ai Comuni il compito di individuare strategie, misure e antidoti per invertire il trend. La materia è complessa. Noi possiamo impegnarci, ed è quello che stiamo facendo, promuovendo la nostra città, rendendola attraente e attrattiva, inserendola in un circuito fuori dal turismo di massa. Valorizzando e finanziando progetti di ricerca e sperimentazione per supportare la creazione di startup e agevolare il trasferimento tecnologico verso le piccole e medie imprese grazie alla Casa delle tecnologie emergenti, il progetto da 11 milioni di euro sostenuto dal Ministero per le Imprese e Made in Italy. Tuttavia, senza collegamenti adeguati (basti pensare che per arrivare a Campobasso in treno si dovrà attendere, se tutto va bene, altri tre anni), con un sistema viario che lascia a desiderare e con servizi pubblici sacrificati a Roma da una logica dei numeri, lei capirà che la scommessa di invertire la rotta diventa un’impresa ardua. Dobbiamo però provarci e remare tutti nella stessa direzione, senza steccati, abbattendo i muri delle ideologie e dei partiti se vogliamo uscirne vincenti».
In conclusione, c’è un messaggio che vuole lanciare ai campobassani in questo momento complesso per la città?
«Di avere fiducia, perché stiamo lavorando esclusivamente per il bene della città. La mia amministrazione non ha altri fini se non il benessere collettivo, con particolare attenzione a quella parte della società che è più marginale, sia dal punto di vista sociale che economico. Lavoriamo ogni giorno per migliorare i servizi e le opportunità per tutti, promuovendo inclusione e solidarietà. Mi piace pensare a un gioco di squadra tra amministrazione e cittadini, per accrescere il senso di comunità».
sl



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