“Sistema sanitario regionale più vicino al cittadino”. Critiche dalla minoranza –

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“Innovare la governance del servizio sanitario regionale, modernizzare il sistema ospedaliero, investire sul capitale umano e professionale, promuovere la parità di genere, accelerare la transizione digitale del sistema, potenziare la ricerca e sviluppare l’assistenza sanitaria, sociosanitaria e sociale territoriale”.

Questi i punti salienti dell’intervento dell’assessore Massimo Fabi sugli obiettivi della Regione Emilia-Romagna in sanità tenuto in commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Gian Carlo Muzzarelli.

L’assessore regionale alle Politiche per la salute sottolinea l’obiettivo primario di mettere il paziente al centro: “Promuovere il superamento di ogni logica prestazionale e di ‘consumismo sanitario’, l’umanizzazione e la personalizzazione della cura, il tema delle relazioni e l’integrazione tra l’ospedale e territorio”. Affronta, quindi, la questione del riordino del sistema di emergenza e urgenza: “Anche qui garantire la piena integrazione con i servizi territoriali e consolidare la rete dei trasporti in emergenza”. Per Fabi è poi fondamentale promuovere il concetto di salute: “È importante il rafforzamento della partecipazione”. Prosegue sul tema dell’assistenza sanitaria: “Garantire il benessere dell’intera comunità tramite un’assistenza continua, di facile accessibilità e flessibilità, che prevede la distribuzione capillare dei servizi con attenzione alla prossimità degli interventi rivolti ai cittadini in condizioni di fragilità e nelle aree montane interne a popolazione sparsa. Altro obiettivo, il potenziamento degli ospedali di comunità con 900 posti letto entro il 2026 (rispetto ai 378 attuali)”. Infine, l’assessore regionale affronta il tema degli investimenti regionali in sanità: “Puntiamo a realizzare i tre nuovi ospedali di Cesena, Carpi e Piacenza, a completare le 85 case di comunità e i 27 ospedali di comunità; inoltre, puntiamo a mettere in esercizio, entro il 2025, 80 grandi apparecchiature, che si aggiungono alle 160 già installate nel 2024”.

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“Il nostro impegno per il patto per la salute è chiaro – evidenzia il presidente Muzzarelli –: vogliamo garantire servizi in rete e di qualità, con un percorso partecipato che metta al centro i professionisti e le comunità. La valorizzazione delle risorse umane è fondamentale: ascolto e merito devono guidare il cambiamento. I 14 punti presentati dall’assessore Fabi devono tradursi in un piano strategico concreto, capace di integrare pubblico e privato, rafforzando la sanità territoriale e costruendo un rapporto sempre più solido con la medicina di comunità. L’obiettivo è chiaro: una sanità che sia davvero vicina alle persone, accessibile ed equa, in ogni territorio”.

 

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Il commento di Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia): “Non si capisce quello che l’assessorato potrà fare. C’è un problema di bilancio, non si può ragionare di cifre, serve un approfondimento sui conti della sanità ragionale. Il governo nazionale ha fatto la sua parte”. Prosegue sulla sanità di prossimità: “È importante coinvolgere i cittadini, ma dall’assessorato non si capisce in quale modo”.

Per Valentina Castaldini (Forza Italia) “il tema è quello del contenuto di questi punti elencati dall’assessore, in continuità con la legislatura passata; vorremmo quindi capire dove andranno le tasse richieste alla cittadinanza. Mi aspettavo un cambio di rotta con indicazioni chiare”.

Nicola Marcello (Fratelli d’Italia) entra nello specifico: “I costi dei centri di assistenza e urgenza appaiono superflui, dato che risulta un aumento del 5% degli accessi ai pronto soccorso”. Il consigliere, poi, rimarca: “Non è vero che il governo nazionale ha ridotto il trasferimento di fondi per i sistemi sanitari regionali”. Spiega, infine, “che si vuole fare passare il concetto che il centrodestra è per la sanità privata, ma questo non è vero”.

Per Elena Ugolini (Rete civica) “è positivo che l’assessore abbia affermato che si vuole mettere al centro il paziente, ma serve ridimensionare i numeri del personale sanitario, di cui deve essere maggiormente valorizzato il merito”. La consigliera rileva poi “la necessità di misurare la qualità delle cure, anche rispetto alle strutture private accreditate in rapporto a quelle pubbliche”. Infine, interviene sulla spesa sanitaria: “Serve comprendere, rispetto alle altre Regione, le cause degli sforamenti di bilancio”.

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Interviene poi Raffaele Donini (Partito democratico): “È importante ci sia, lo dico con orgoglio, continuità con il passato, ma è utile anche cambiare dove ci sono criticità. L’obiettivo è quello di migliorare il sistema sanitario”. Prosegue sui centri di assistenza e urgenza: “Senza queste strutture, probabilmente il sistema sarebbe esploso”. Sulle spese in sanità: “Si spende di più per garantire l’universalismo del sistema”.

Specifica Paolo Trande (Allenza verdi sinistra): “L’Italia spende la metà della Germania per il proprio sistema sanitario; dobbiamo partire da questo dato: mancano circa 45 miliardi. La salute deve essere una priorità”. Sull’intervento dell’assessore: “Utile capire se le risposte sono giuste rispetto alle domande che arrivano dai cittadini. I bisogni sono cambiati, io penso che la strada intrapresa sia quella giusta”.

Interviene Giovanni Gordini (Partito democratico): “Per la sanità, in Europa si spende di più. Se il sistema non è adeguatamente finanziato inevitabilmente si riducono i servizi. In Italia evidentemente si preferisce investire in armi”. Entra poi nello specifico: “La rete territoriale deve essere maggiormente collegata alla rete ospedaliera”.

Luca Pestelli (Fratelli d’Italia): “Manca una visione politica su quello che deve essere il sistema sanitario e dobbiamo ripensare al concetto di sanità pubblica. Penso a quel cittadino che ha fatto 95 chilometri per fare una spirometria: il paziente non è un numero”.

Priamo Bocchi (Fratelli d’Italia) sul buco della sanità a Parma: “31 milioni di euro solo per l’ospedale, non vediamo una razionalizzazione dei costi, serve spendere meglio le risorse disponibili”. Prosegue sulla sanità territoriale: “Ben lontani dagli obiettivi”. Sui rapporti con il privato: “Fallimenti dei numeri sul pubblico, occorre un cambio di paradigma, la sanità privata offre servizi all’altezza”.

Ironizza Ludovico Albasi (Partito democratico): “Dal governo si dice che la Regione Emilia-Romagna spende male, anche questa è politica”.

Fabrizio Castellari (Partito democratico): “Emerge l’idea del consolidamento dei servizi, puntiamo su progetti innovativi, il nostro sistema sanitario ha caratteristiche di eccellenza, dobbiamo difendere il pubblico”.

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Maria Costi (Partito democratico) sul tema delle assunzioni: “Manca un piano nazionale assunzioni, è importante coinvolgere più giovani”.

Matteo Daffadà (Partito democratico) sui servizi nelle aree periferiche: “Importante mettere al centro il tema della montagna e delle aree interne”. Aggiunge: “Utile poi potenziare la sanità pubblica, così come collaborare con il terzo settore”.

 



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