Nel 2024, la produzione europea di mele ha subito una contrazione significativa, con una riduzione stimata dell’11% rispetto al 2023, a causa delle gelate primaverili che hanno danneggiato molti frutteti in Europa. Secondo le stime della Wapa, la World Apple and Pear Association, la produzione nel 2025 dovrebbe attestarsi a circa 10,2 milioni di tonnellate, un dato inferiore anche rispetto alla media 2021/2023.
Che effetto avrà tutto questo sui mercati?
Cosa dicono i numeri sulla produzione di mele in Italia
L’Italia, nonostante la flessione produttiva registrata in alcune regioni, si conferma uno dei principali produttori di mele in Europa. Nel 2024, le stime di Assomela e Cso indicano una produzione di circa 2,16 milioni di tonnellate, con una lieve flessione dello 0,6% rispetto al 2023. Tuttavia, le variazioni regionali sono significative.
Mentre in alcune zone, come il Piemonte (+8%) e l’Emilia-Romagna (+15%), si prevede un incremento della produzione, in altre, come Bolzano (-9%) e Trento (-7%), potrebbero vedere una riduzione.
Dal punto di vista varietale, le mele Golden Delicious e Gala, che rappresentano circa la metà della produzione, registrano cali rispettivamente dell’11% e dell’8% rispetto all’anno precedente. Questi cali non sono semplici numeri, ma riflettono tendenze più ampie che stanno caratterizzando il settore agricolo.
Infatti la riduzione della produzione di queste varietà è attribuibile a vari fattori, tra cui la crisi climatica e le condizioni sfavorevoli come le gelate primaverili, che danneggiano i frutteti e riducono la resa del raccolto.
Export in forte crescita grazie alla qualità
Un dato interessante riguarda l’export di mele, con l’Italia che ha chiuso il 2024 con un risultato eccezionale sul fronte delle esportazioni. La bilancia commerciale ha registrato un surplus record di quasi un miliardo di euro, grazie all’esportazione di circa 875 milioni di kg di mele.
Questo risultato ha segnato un incremento del 14% rispetto alla campagna precedente, un dato significativo che ha visto aumentare sia i volumi esportati (+2,8%) che il prezzo medio delle mele esportate (+11%).
Le esportazioni italiane sono state sostenute da una domanda crescente nei mercati esteri, a conferma che le mele italiane godono di un forte apprezzamento internazionale. La principale destinazione delle esportazioni è l’Unione Europea, ma i dati indicano anche un notevole interesse da parte dei Paesi extraeuropei, dove le mele italiane sono particolarmente ricercate per la loro qualità.
Diminuiscono i consumi domestici
C’è da dire, tuttavia, che mentre le esportazioni sono in forte espansione, la domanda interna di mele in Italia sta mostrando segnali di rallentamento. Infatti questo calo nella domanda interna può essere interpretato come una conseguenza della crescente pressione dell’inflazione sui consumatori, che ha influenzato il loro comportamento d’acquisto.
I dati degli acquisti al dettaglio relativi alla campagna 2023/2024 indicano una leggera riduzione del consumo domestico di mele, pari a -0,7% rispetto all’anno precedente, ma la spesa delle famiglie per l’acquisto di mele è aumentata del 7%. Tale conseguenza è però da ricercarsi principalmente all’aumento del prezzo medio al dettaglio (+8%).
Infatti, nel mese di dicembre 2024, i prezzi di partenza sono rimasti in linea con quelli della campagna precedente, ma in leggero aumento rispetto ai valori medi degli ultimi tre anni. Inoltre, i calibri più piccoli delle mele hanno visto un incremento dei prezzi, mentre quelli più grandi hanno registrato una lieve flessione.
Le prospettive per il futuro
La campagna commerciale 2024/25 sembra avviata positivamente, con una continuità di tendenze già emerse nella campagna precedente. Tuttavia, alcune incognite potrebbero influenzare l’andamento del mercato, in particolare per quanto riguarda le esportazioni verso i paesi extraeuropei. Le dinamiche dei mercati internazionali, le politiche commerciali e la domanda globale sono fattori da monitorare attentamente nei prossimi mesi.
Inoltre, la crescente difficoltà nella produzione, dovuta a eventi climatici estremi, potrebbe influenzare la capacità di mantenere alti i volumi di esportazione nei prossimi anni. In un contesto di forte concorrenza a livello globale, l’Italia dovrà continuare a puntare sulla qualità per consolidare la propria posizione sui mercati esteri.
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