Ufficialmente un confronto sul settore delle politiche sociali e dei servizi erogati a Campobasso e negli altri comuni dell’Ats alla luce della riassetto della struttura di Palazzo San Giorgio. In realtà l’ennesima resa dei conti all’interno della maggioranza Forte, con il leader del Cantiere civico, Pino Ruta, che prende sempre più le distanze da una squadra che ha deciso lui stesso di sostenere a pochi giorni dal ballottaggio. Eppure l’accordo sottoscritto prima del voto – che per altro ha permesso alla sponda civica di avere ben tre assessori in giunta – sembra vacillare sempre di più.
Questa, in estrema sintesi, la lettura politica del Consiglio monotematico riuniti ieri, richiesto dal centrodestra, per discutere del ‘cortocircuito’ scatenato dopo la riorganizzazione della macrostruttura decisa dalla sindaca Forte e dalla sua giunta (escluso il fronte civico) e la sostituzione dello storico dirigente Vincenzo De Marco. Figura, quest’ultima, strenuamente difesa dalla consigliera regionale delegata alle Politiche sociali Stefania Passarelli, e dal comitato dei sindaci dell’Ats, che il 17 dicembre ha prorogato l’incarico del direttore di Piano proprio Vincenzo De Marco fino all’approvazione del nuovo piano di zona prevista per giugno. Un braccio di ferro che va avanti da tre mesi: da un lato la prima cittadina di Campobasso e l’esecutivo che rivendicano la bontà del provvedimento ma soprattutto il diritto di riorganizzare la macchina amministrativa senza ‘pressioni’ esterne, dall’altro i sindaci dell’Ats che accusano la giunta di Palazzo San Giorgio di aver esautorato il Comitato dei suoi poteri, non tenendo conto della proroga a De Marco.
Nel mezzo della ‘contesa’ altri protagonisti: l’opposizione di centrodestra che denuncia la paralisi del sistema dell’Ats, oltre a sottolineare la tenuta sempre più precaria della maggioranza, e lo stesso dirigente De Marco che ha presentato ricorso contro la delibera insieme alla Cgil. A completare un quadro già di per sé complicato una serie di ‘indiscrezioni’, secondo cui i mandanti del provvedimento sarebbero esterni all’attuale giunta, che hanno avvelenato ancora di più il clima.
Un’allusione fatta anche da Pino Ruta nel suo intervento in aula per ribadire la sua contrarietà alla delibera: «Il Consiglio comunale dovrebbe rivendicare una sua identità e capacità di approccio a questi temi che non devono essere decisi riservatamente da poche persone che non si sa neanche chi sono e se sono di questa amministrazione. Ribadisco la mia contrarietà ad un provvedimento che non sappiamo da chi è stato pensato e deciso, perché io ho una faccia e una parola sola». L’avvocato ha poi motivato le ragioni del voto contrario degli assessori Fraracci e Marcheggiani: «Le procedure, i ruoli, le istituzioni, le persone e le figure che operano nel Comune e per il Comune vanno rispettati, noi dicemmo che quella delibera era troppo prorompente, il tema di una riorganizzazione andava meditato e concertato. Questo il problema di metodo, sul problema di merito era facile prevedere gli effetti sia legali che politici. Bisogna ricucire un filo con l’assemblea dei sindaci che si è spezzato, nell’Ambito territoriale da Comune capofila siamo diventati minoranza perché non abbiamo avuto confronto».
In aula anche una delegazione dei sindaci dell’Ats. Durissimo l’intervento del primo cittadini di Petrella Tifernina Alessandro Amoroso che ha avuto uno scontro acceso con l’ex assessore alle politiche sociali Luca Praitano definendo la sostituzione di De Marco «un debito politico che la giunta Forte sta pagando e che sta ricadendo sui servizi sociali. Mai si era verificata una situazione del genere – ha proseguito – e, a prescindere dei colori delle amministrazioni comunali, i sindaci degli ambiti sociali sono sempre stati rispettati».
Il sindaco di Baranello Riccardo Di Chiro ha invece sottolineato che si sta consumando una battaglia politica tra centrodestra e centrosinistra, né «in difesa di De Marco, ma siamo qui per dare voce ai territori e alle esigenze dei nostri cittadini, quelli più bisognosi.
«Noi il 17 dicembre abbiamo disposto la proroga del direttivo dell’ambito, è certo che non possiamo imporre un riassetto della macchina amministrativa del comune di Campobasso ma quando si prendono decisioni che coinvolgono 25 Comuni gradiremmo essere coinvolti. La stessa accusa l’abbiamo rivolta alla consigliera Passarelli per non aver coinvolto i sindaci nella discussione del nuovo piano di zona.
L’appello che lanciamo oggi alla sindaca Forte è quello di considerarci al suo pari, niente di più».
A difendere la decisione di sindaca e giunta l’assessore alle Politiche sociali Bibiana Chierchia: «A volte le scelte coraggiose sono vittima di strumentazione politica – ha esordito. Quello che è certo è che non è mai sfiorato nella mente della sindaca che il voto di Campobasso valesse di più di quello degli altri Comuni dell’Ambito, ma la competenza della scelta dei dirigenti – chiude la questione – è in capo all’esecutivo non all’ambito e il passaggio di testimone del dirigente non ha comportato nessuna a interruzione dei servizi sociali». Poi la frecciatina alla consigliera Passarelli che non era presente in aula per altri impegni: «Spero che non sia venuta perché impegnata alla condivisione del nuovo piano di zona. Bozza che pare sia arrivata ad alcuni sindaci ma non al Comune di Campobasso».
Per nulla ‘morbida’ la discussione andata avanti per tutta la mattinata, con gli esponenti del centrodestra che hanno sparato a zero sulla maggioranza: «Non andate d’accordo è palese – l’attacco di Pilone, capogruppo di FdI e primo firmatario della richiesta di monotematico – non avete una visione di sviluppo sui servizi sociali. Come potete spacciare questo provvedimento per una rotazione fisiologica e legittima se avete ‘spostato’ un solo dirigente e gli altri sono rimasti tutti ai loro posti?».
Mette altra carne sul fuoco Domenico Esposito che rivela un’altra indiscrezione: «È pervenuta una richiesta di comando da parte della Camera di Commercio per l’utilizzo di un dirigente. Ebbene, la sindaca ha proposto questo comando, guarda caso, solo a De Marco e non agli altri dirigenti. Una sorta di contentino. Questa riorganizzazione – l’attacco – aveva un unico obiettivo, fare fuori De Marco». Della stessa opinione Colagiovanni: Questo sta diventando un gioco di spallate tra Forte e De Marco ma queste dinamiche non interessano i cittadini. I campobassani, soprattutto sui servizi sociali, vogliono risposte».
Al termine della prima parte del Consiglio sono stati presentati due ordini del giorno, uno da Fratelli d’Italia l’altro dal Cantiere civico, per chiedere il ritiro o la revisione della famigerata delibera di giunta 332. Un atto ‘prevedibile’ e legittimo da parte dell’opposizione, un po’ meno da parte del gruppo di Pino Ruta che di fatto ha messo in discussione ancora una volta l’operato della maggioranza. Alla fine l’ennesima opera di mediazione da parte di Pd e 5s per ricucire lo strappo: in tarda serata è stato presentato un unico odg, frutto della sintesi tra le richieste del centrodestra e quelle del Cantiere civico, che riconosce da un parte l’importanza del settore delle politiche sociali e il ruolo del comitato dei sindaci ma prevede anche il riesame della delibera 332. L’atto è stato votato all’unanimità e, ancora una volta, l’ha spuntata Pino Ruta.
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