La mancanza di una visione di paese

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Conto e carta

difficile da pignorare

 


La mancanza di una visione di paese

I conflitti  di un Governo che insegue fantasmi per imporre la propria autorità

Ormai settimanalmente assistiamo da tempo ad un arrocco delle istituzioni governative e della Presidenza del consiglio che a difesa di un potere sempre più autoritario aprono di volta in volta conflitti con istituzioni altre nazionali e internazionali.

Dalle vicende dell’Albania e i centri per rimpatri, costosissimi e inutilizzati, allo scontro con i Magistrati che con motivi diversi ma effetti uguali  bocciano i respingimenti, al punto da far attuare per due volte al governo modifiche delle procedure per scegliersi il giudice compiacente, al caso Almasri ed il pasticcio con la Corte penale Internazionale, dallo scontro con il potere giudiziario sulla separazione delle carriere, al caso Santanchè che approfitta del suo status per sottarsi alla giustizia e trovare accomodamenti che ai cittadini normali non sono consentiti, al partito della Lega che fa la morale ai cittadini ma non ha ancora restituito i 49 milioni di euro degli italiani…

Microcredito

per le aziende

 

Un potere politico auto referenziato, permaloso, che ogni qualvolta viene posto in discussione o contraddetto, concentrato a rincorrere le proprie affermazioni necessarie all’autoconservazione incapace di leggere la società in movimento e di proporre un modello di convivenza veramente a servizio dei cittadini, una politica senza visione incapace di sognare un domani adatto ai cittadini che verranno.

Una politica sorda anche ai richiami forti di un Pontefice sofferente ma altrettanto tenacemente a baluardo della deriva, instancabile nel rilanciare moniti e richiami, significativamente simbolici, alla Speranza che deve coniugarsi con la Misericordia, una Politica incapace di una autentica accoglienza per far posto  alla contrattazione del consenso basato sulla convenienza .

Può essere  un ministro della Giustizia, con un passato autorevole quarantennale di Magistrato, che giustifica una sciagurata scarcerazione frutto della convenienza con 40 pagine di provvedimento in Inglese da tradurre …? Può essere accettato che un pericoloso criminale venga estradato anziché in sordina e con misure riservate, in pompa magna con volo di stato ed esposizione del tricolore, come si confà a statisti ed sportivi medagliati ? può essere che per assecondare la fobia degli immigrati, si perseveri con le “deportazioni” di stato anziché conformarsi alla cultura della accoglienza e dell’educazione, al rispetto delle regole della convivenza ? Non si dica che siamo invasi  e che dobbiamo difendere i confini nazionali dai “disperati”. I numeri sono dalla parte degli sventurati: qualche decina di migliaia di profughi che scappano da guerre, torture e condizioni degradanti non attentano certo i confini nazionali ma meritano piuttosto umana comprensione ed accoglienza. Si certo dovremmo risolvere i gravi problemi umanitari là dove le torture e le guerre sono perpetrate …ma all’occidente industrializzato non interessa risolvere il problema alla radice (diversamente non si venerebbero le armi agli stati della morte), interessa piuttosto tenere lontani dagli occhi dei cittadini i segni delle torture e della disumana condizione…troppi interrogativi suscitano tali presenza !

Può essere che la ragion di stato spinga l’Istituzione a rimpatriare un condannato con gli onori dei diplomatici e non riesce a chiedere scusa ad un cittadino imprigionato per oltre trent’anni ingiustamente al quale lo Stato ha rubato la vita ed ogni possibilità che la stessa gli avrebbe riservato … avremmo voluto sentire il ministro della Giustizia fare ammenda e chiedere scusa a Beniamino Zuncheddu e come lui a quanti sono stati ingiustamente detenuti, ma a questo stato non interessa chiedere scusa, interessa ribadire il proprio potere, sentirsi osannato per i successi contro i deboli, confermare i distinguo dei privilegi riservati ai governanti. A questi politici interessano i like sui social, piuttosto che i confronti anche animati nelle sedi istituzionali, dove proposte anche contrapposte si confrontino per ricercare una sintesi.

Quale futuro immaginano i nostri governanti, quale accoglienza dei più deboli, dei diversi, dei giovani; ci piacerebbe capire quale visione di società, e quali priorità ritengono di avvalorare, quali scelte rispetto alla salute, alla sicurezza, alla istruzione.

Questi  governanti da che parte stanno rispetto alla solidarietà sanitaria, alla equità fiscale, alla redistribuzione del reddito secondo il dettato costituzionale fissato dall’art. 53 della Costituzione ?

Quale scuola e quale sanità ritengono di lasciare alle generazioni future, la scuola per pochi e la sanità per ricchi, o la scuola per tutti specialmente per i meno abbienti e la sanità per i malati …

Una politica che invoca la Pace internazionale ma non ferma la guerra, anzi arma i belligeranti perché così impone l’economia delle fabbriche della morte, è una politica ipocrita,  fermare la guerra si può …basterebbe convertire le fabbriche delle armi in aziende solidali di pace, aziende di bene che producano beni e strumenti capaci di dare sostegno all’uomo e non distribuire morte…

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

Una politica che grida ad ogni morte sulla strada e sul lavoro, ma non ferma i proiettili che sfrecciano sulle strade e non diffonde una cultura del lavoro che abbia rispetto del lavoratore, è una politica miope ed infingarda. Fermare le stragi della strada innalzando le pene con nuovi reati  non risolve il problema  che può risolversi solo costruendo autovetture più sicure e meno veloci.

Una politica che non difende la donna nella quotidianità promuovendo una autentica conciliazione tempo lavoro, lasciando che l’immagine della donna continui ad essere vilipesa con volgarità sui mezzi di comunicazione e nelle trasmissioni di massa a servizio della pubblicità che è l’anima del commercio, è una politica farisaica capace poi di strapparsi le vesti invocando il carcere a vita nei casi di femminicidi perché ciò paga in termini di consenso.

Manca complessivamente una visione chiara di società, una individuazione dei valori da tutelare e dei modelli da abbandonare, …ma cosa ci si può aspettare da una politica che rincorre il consenso sui social divenuti il campo privilegiato delle comunicazioni convinti, tutti, che in questo modo si intercetta il consenso.

Sarebbe sano, per la politica e per i cittadini, spegne i social, lasciare che questi restino il terreno dello svago, riportando il confronto a terreni più consoni quant’anche più austeri.  Ci piacerebbe vedere i politici che non scorrazzare sulle piattaforme social, bensì limitassero la loro presenza alle sedi istituzionali: provocatoriamente sarebbe interessante inibire ai politici qualsiasi forma di partecipazione alla rete,  calmierizzando la stessa presenza televisiva, e richiedendo che gli stessi dedichino il loro tempo alle sedi situazionali  dentro le quali elaborare il confronto.

Non può essere la politica dei proclami, degli annunci e degli spot, che poi resta vuota di risposte; una politica che rincorre il consenso pagando un prezzo sempre più esoso e perdendo di vista la visione di insieme in un contesto di solidarietà e di sussidiarietà.



Source link

Richiedi prestito online

Procedura celere

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link