Manovra da 90 milioni. Via al Fondo per l’alluvione anche coi rincari della sosta

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Una maxi-manovra da 90 milioni di euro per il 2025. E 30 milioni nei prossimi due anni. Il sindaco Matteo Lepore annuncia la variazione di bilancio approvata dalla giunta del Comune, definendola “uno scudo contro i tagli del governo”. Tagli con un impatto per Bologna nel triennio di 23 milioni, 4 milioni nel solo 2025 a seguito della legge di bilancio. Da qui, lo ’scudo’ con tre novità che spaziano dal post alluvione alla casa, fino ad anziani e caregiver.

FONDO POST ALLUVIONE

Come annunciato, viene creato il Fondo per la riparazione e l’adattamento climatico, primo in Italia, a cui vengono destinati 7,4 milioni nel triennio (sei già nel 2025), di cui 1,1 per il potenziamento della Protezione civile (circa 400mila euro annui), ma con un obiettivo ambizioso: raggiungere 12 milioni a fine mandato.

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Il Fondo “verrà utilizzato per le somme urgenze” in caso di necessità a fronte di alluvioni o danni legati al maltempo, ma anche per prevenire tali eventi drammatici, “investendo su mezzi e risorse umane, ma anche sensori, telecamere, droni, dispositivi per monitorare fiumi e territorio”. Per alimentarlo verranno utilizzati fondi comunali ed europei, ma anche privati, oltre a parte dei proventi che arriveranno dagli introiti del People Mover (760mila euro) e dai rincari sulla sosta (3 milioni che saranno 5 nel 2026).

“Le risorse del Fondo per la riparazione e l’adattamento climatico potranno anche essere utilizzate per il trasporto pubblico locale, studiando nuovi sconti, bonus o agevolazioni oltre a quelli previsti. Oppure potrebbero servire per potenziare il servizio tpl”. In soldoni: il Fondo post-alluvione funzionando da ’fondo rischi’, se sottoutilizzato per il suo scopo principale, potrà essere utile anche per rispondere alle richeiste di sindacati, sindaci dell’hinterland e associazioni di categoria a seguito della manovra tariffaria sui bus. Stando sul tema post-alluvione, vengono poi stanziati anche 104mila euro trasferiti dalla Città metropolitana: è una quota di risorse raccolte attraverso il Fondo di comunità, che saranno destinati a sostenere i cittadini più colpiti anche sottoforma di rimborsi.

RISORSE PER L’ABITARE

L’altra novità contenuta nella manovra punta tamponare il caro-affitti, dando, quindi, “un aiuto alle famiglie per la casa”, spiega Lepore. Entrando nel dettaglio, il Comune stanzia 800mila euro in tre anni per sostenere la Fondazione per l’abitare e, tramite questa, incentivare i proprietari delle abitazioni sfitte da tempo, si parla di circa 13-15mila alloggi, a metterle sul mercato delle locazioni a canone concordato. Oltre ai quattro milioni già destinati a questa finalità, i nuovi fondi “consentiranno alla Fondazione di assegnare ai proprietari aderenti al progetto un contributo – spiega il sindaco – per concorrere alla compensazione delle spese sostenute per l’Imu dovuta per gli immobili da locare”. A questo si aggiungono gli aiuti del fondo per la manutenzione (6mila euro ad alloggio) e la garanzia ai proprietari in merito ad alcuni timori: “Non avere indietro le chiavi, ritrovarsi la casa distrutta o avere inquilini morosi”, specifica il primo cittadino. Una garanzia che, di fatto, compensa il canone calmierato. Il primo passo? “Rendere disponibili 500 alloggi in tre anni tra Bologna e provincia”.

CAREGIVER E ANZIANI

La terza novità della manovra del Comune è sul welfare, confermando anche “il percorso di azzeramento sulla liste d’attesa dei nidi”. Fondazione Carisbo e Palazzo d’Accursio daranno il via a un progetto dedicato agli anziani da 4,5 milioni di euro. Che si aggiungono ai 14 milioni di fondi europei destinati dal Dipartimento welfare “che presenteremo ai sindacati nei prossimi giorni”. Obiettivo: “Creare uno scudo contro i tagli alla sanità e al fondo di non autosufficienza del governo”, dice Lepore. Una strategia in tandem con la Regione (che ha appena licenziato la sua manovra) “per proteggere i cittadini dalla divaricazione sociale”.

POLEMICHE POLITICHE

Il primo cittadino risponde alle critiche di opposizione e associazioni di categoria: “Tenere ferma la tariffa del biglietto del bus è qualcosa di simbolico, lo capisco. Ma il Comune non poteva permettersi 12 milioni di esborso a Tper, così da congelare le tariffe. La nostra è una scelta politica: se avessi tenuto fermi i costi del bus, avrei dovuto tagliare su scuola e welfare. Noi non siamo la destra che avrebbe reagito ai tagli di Roma puntando sulla privatizzazione dei servizi pubblici…”.

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