Cosa dice il bollettino di ieri sera
«Polmonite bilaterale», quello che si sperava di evitare. Il bollettino del Gemelli viene diffuso alle 19.33 e fa capire che la situazione di Papa Francesco, 88 anni, è più che mai delicata: «Gli esami di laboratorio, la radiografia del torace e le condizioni cliniche del Santo Padre continuano a presentare un quadro complesso», si legge. La Tac torace di controllo, alla quale Bergoglio è stato sottoposto ieri pomeriggio, «ha dimostrato l’insorgenza di una polmonite bilaterale che ha richiesto un’ulteriore terapia farmacologica».
Francesco stava male da due settimane ed è stato ricoverato venerdì per una «bronchite su base infettiva», ovvero un’«infezione delle vie respiratorie». Gli esami condotti fino a lunedì avevano mostrato una «infezione polimicrobica», la presenza nelle vie respiratorie di batteri e microrganismi di specie differenti. Ora si spiega che «l’infezione polimicrobica» è «insorta su un quadro di bronchiectasie» — dilatazioni irreversibili dei bronchi dovute a lesioni delle pareti bronchiali — e di «bronchite asmatiforme» che provoca affanno e dispnea, la difficoltà a respirare e il fiato corto che Francesco mostrava già prima del ricovero. Tutto questo, si legge nel bollettino, «ha richiesto l’utilizzo di terapia cortisonica antibiotica, rende il trattamento terapeutico più complesso».
Dal policlinico romano si fa sapere che «ciononostante» il Papa «è di umore buono». La giornata è passata come le altre, «ha ricevuto l’eucarestia e alternato il riposo alla preghiera e alla lettura di testi». Francesco «ringrazia per la vicinanza che sente in questo momento e chiede, con animo grato, che si continui a pregare per lui».
Per tutta la giornata, dalla Santa Sede sono arrivati messaggi rassicuranti, per quanto lo permettesse la situazione. Il Papa che ha trascorso «una notte tranquilla», la quarta dal ricovero, che ha fatto colazione e sfogliato i giornali. Anche il fatto che si parlasse, ufficiosamente, di una degenza lunga, due o tre settimane, a ben vedere era un buon segno: la previsione di un decorso certo delicato ma previsto e lineare.
La Tac e la diagnosi di polmonite bilaterale fanno capire che è tutto molto più complicato. Anche se si aggiunge che i parametri, considerata l’età e la situazione, restano tutto sommato buoni.
Dall’ospedale, del resto, già ieri cominciavano a filtrare notizie meno rassicuranti, si capiva che le condizioni del Papa erano peggiorate. Il problema, si fa sapere, è che Francesco è arrivato al Gemelli «fortemente immunodepresso» per la terapia cortisonica che ha preceduto il ricovero e con la quale si intendeva facilitare la respirazione.
Che si trattasse di cortisone era evidente dal viso gonfio mostrato da Francesco nelle ultime apparizioni pubbliche. Il pontefice ha continuato a ricevere persone in udienza, seppure restando nell’albergo vaticano di Santa Marta anziché spostarsi nel palazzo apostolico. Mentre già non stava bene, ha tenuto due udienze generali e celebrato una messa in piazza San Pietro, domenica 9 febbraio, restando all’aperto per oltre due ore. E così l’infezione bronchiale è peggiorata fino alla polmonite temuta da giorni e diagnosticata ieri.
Francesco, del resto, ha già avuto una polmonite. Il 29 marzo 2023 si sentì male dopo un’udienza generale e venne ricoverato d’urgenza, sempre al policlinico Gemelli. Anche allora si parlò all’inizio di una bronchite ma lo stesso Francesco rivelò più tardi che si era trattato di «una polmonite acuta e forte, nella parte bassa dei polmoni».
Ridendo, Bergoglio raccontò ai giornalisti di aver pensato a quello che una volta «un vecchietto» gli aveva detto: «Padre, io la morte l’ho vista venire, ed è brutta eh!». Era il secondo ricovero al Gemelli, dopo quello del 4 luglio 2021 per un’occlusione intestinale. Il terzo, un paio di mesi dopo la polmonite, avvenne il 7 giugno 2023 per un’altra operazione all’intestino.
Nel frattempo il fisico di Bergoglio è più debilitato di quanto non fosse nei primi ricoveri. Il dolore al ginocchio, una gonartrosi, dura ormai da anni e lo ha costretto a muoversi quasi sempre in sedia a rotelle. Talvolta muove qualche passo appoggiandosi al bastone, ma tra dicembre e gennaio è caduto due volte, procurandosi una contusione al mento e un’altra al braccio. Così cammina poco, il fisico si è appesantito e anche questo non aiuta la respirazione. I mesi freddi sono i più difficili e gli ultimi due inverni sono passati tra influenze, raffreddamenti e bronchiti.
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