QUAGLIERI E SOSPIRI A REPORT: “SIM UNA DISTRAZIONE”, “PAROLA IN MENO FA SEMPRE BENE” | Notizie di cronaca

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PESCARA – I presunti appalti pilotati alla Asl di Pescara, a favore dello scomparso imprenditore Vincenzo Marinelli, vicenda per la quale è rinviato a giudizio anche il presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, di Forza Italia, che nega ovviamente ogni addebito, ma confida di aver fatto tesoro “di questa pessima esperienza, e credo che oggi peserei qualsiasi tipo di parola, anche detta in maniera confidenziale, anche per un semplice gesto di cortesia”.

L’inchiesta sul presunto conflitto di interessi che coinvolge l’assessore regionale al Bilancio e chirurgo, Mario Quaglieri, di Fratelli d’Italia, che in merito al suo aver votato delibere che riguardavano la clinica privata dove lavora, risponde, “sì certo, potevo astenermi, ma non sarebbe stato più sospettoso l’astenermi?”. E per quanto riguarda la sim telefonica a carico per anni del Comune dove era stato sindaco ammette, “è stata una distrazione”.

I due importanti politici abruzzesi, rieletti a marzo rispettivamente con ben 8.835 voti e, record assoluto, 11.754 voti, sono solo due dei protagonisti della lunga inchiesta della trasmissione di Rai tre Report, condotta da Sigfrido Ranucci, andata in onda nelle settimane scorse, dal titolo “Sanità all’abruzzese”.

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Restituendo un quadro fatto certamente di parecchie ombre, relativamente ad un comparto che rappresenta l”80% della spesa della Regione del riconfermato Marco Marsilio di Fdi, e per il quale si è ancora in attesa dell’esito del piano di rientro delle quattro Asl, per dimezzare un deficit che senza interventi di draconiano contenimento, sarebbe schizzato alla cifra monstre di 2oo milioni fine 2024. In una situazione in cui la Procura di Pescara ha aperto un’inchiesta, per ora contro ignoti e senza ipotesi di reato, anche in merito alla pratica delle pre-liste d’attesa per ottenere una visita, di dubbia legittimità, e poi a novembre sul cronico sovraffollamento del  pronto soccorso dell’ospedale di Pescara, con l’ipotesi di reato di omissioni di atti d’ufficio, interruzione di pubblico servizio e abbandono di persone incapaci con cinque avvisi di garanzia, a vario titolo, a carico dell’attuale direttore generale della Asl di Pescara, Vero Michitelli, il suo predecessore, Vincenzo Ciamponi, l’ex direttore sanitario e poi facente funzioni di direttore generale Antonio Caponetti, ora in pensione, il direttore medico ospedaliero Valterio Fortunato e il direttore sanitario della Asl, Rossano Di Luzio.

Tra gli intervistati, nel lungo servizio a firma di Giulia Presutti, anche Tiziana Petrella, ex dirigente dell’ufficio acquisti della Asl di Pescara, responsabile delle gare d’appalto, coinvolta dell’inchiesta e che ha patteggiato, e che assicura che i regali ricevuti da Marinelli “erano per amicizia, senza alcun do ut des”, e due importanti imprenditori della sanità privata abruzzese, il lancianese Antonio Colasante, a capo di una holding top player a livello nazionale, nel settore nella gestione dei servizi ospedalieri e non solo, con circa 1300 dipendenti e oltre 200 milioni di fatturato e che ha partecipato ad una delle gare in cui ci sarebbe stato il tentativo di favorire il competitor Marinelli. Come pure Luigi Pierangeli, altro importantissimo player della sanità privata a capo della Synergo che gestisce la casa di cura Pierangeli di Pescara, imprenditore molto attivo anche nel campo editoriale, controllando con una cordata il quotidiano Il Centro, oltre che editore dell’emittente televisiva Rete8. A Pierangeli è stato chiesto conto dei contributi elettorali dati a Fratelli d’Italia e altre forze politiche. E ancora il consigliere regionale del Pd, Pierpaolo Pietrucci, che ha sollevato il caso del presunto conflitto di interessi di Quaglieri con un esposto all’Anac, il giornalista del quotidiano Il  Centro Pietro Lambertini.

L’inchiesta comincia proprio dal Pronto soccorso di Pescara, dove a dicembre tanti erano i pazienti parcheggiati sulle barelle nei corridoi. Come un anziano con un ematoma di 8 millimetri, in attesa da tre giorni, e una anziana con la fibrillazione atriale, che spiega “mi hanno detto di aspettare”, in attesa anche di un cuscino e di una coperta, perché sto “morendo di freddo”, e con un infermiere che ammette di non avere a disposizione il cuscino, non dato in dotazione al pronto soccorso.

A prendere le difese del pronto soccorso di Pescara è il presidente Sospiri, spiegando all’inviata di Report che “l’area metropolitana di Pescara è molto più ampia di quella che è la città, e se non limitiamo gli accessi un pochino a chi non dovrebbe andare in pronto soccorso, anche con il doppio dei medici e il triplo degli spazi, continueremo ad avere questo problema”.

Sospiri però è protagonista della puntata di Report, con cui ha accettato il confronto, in quanto  uno dei 13 rinviati a giudizio, dei 30 complessivi e che non avevano chiesto il patteggiamento nella complessa inchiesta della Procura di Pescara, sugli appalti della Asl, “manipolati”, secondo l’accusa, dal noto imprenditore Vincenzo Marinelli, scomparso il 24 ottobre. Assieme a Sospiri, in questo filone, rinviati a giudizio  anche Sabrina Bocchino, vice segretario regionale della Lega ed ex consigliere regionale, e l’ex manager della Asl di Pescara, Vincenzo Ciamponi. Il processo inizierà il 20 febbraio.

Sospiri in particolare era sotto indagine in merito a quattro episodi distinti, due di turbativa d’asta, tra cui quella sui 181 letti elettrici acquistati senza gara d’appalto per il Covid Hospital, ma sulla cui vicenda, come ha spiegato il suo legale, c’è lo scudo del Decreto del Governo che in piena pandemia, autorizzava operazioni in somma urgenza e due episodi di presunta corruzione sui quali, secondo il pm Andrea Di Giovanni, Sospiri avrebbe assunto, in diverse circostanze, “un ruolo di quasi totale asservimento agli interessi di Marinelli imprenditore”. Figura centrale dell’inchiesta è stata poi l’ex dirigente Asl Petrella, che ha patteggiato, accusata di aver favorito Marinelli nelle gare di appalto, ottenendo regali come ad esempio un trolley Louis Vuitton da 1.900 euro, la copertura delle spese del trasloco da una sua abitazione, le spese per il giardiniere, l’acquisto di un tagliaerba e il dono di un braccialetto da 700 euro.

Sospiri è coinvolto anche nell’inchiesta della procura di Pescara per un presunto finanziamento illecito, una cena da 400 euro, prima delle politiche del 2022, dove l’ora presidente del Consiglio era candidato al Senato, nell’ambito di una inchiesta ben più ampia, che non riguarda Sospiri, per un presunto giro di mazzette e droga nel settore Lavori Pubblici al Comune di Pescara,

Il giornalista del quotidiano Il  Centro Pietro Lambertini ha commentato in trasmissione: “Vincenzo Marinelli aveva interessi variegati nel campo della sanità, ma è stato anche presidente del Pescara calcio, e dirigente accompagnatore della nazionale under 21. Aveva costituito una rete di consenso, e secondo la Procura l’aveva costituita anche con la corruzione”.

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Spiega dunque Sospiri “Con Marinelli non avevo rapporti di particolare amicizia, era sicuramente una persona che tutti conoscevano, che potevi incontrare tranquillamente per strada e che salutavi. Poteva capitare che io venissi interrogato su qualcosa alla luce del ruolo che ricopro”.

Per il pm Sospiri si sarebbe anche speso per  la nomina di Petrella a capo dell’Aric, l’Agenzia regionale della committenza, l’Aric, ora Areacom, su sollecitazione di Marinelli.

“Con Petrella ci avrò parlato nella mia vita tre volte – spiega però Sospiri -, Marinelli ne sottolineava l’importanza per incarichi di maggiore responsabilità, non credo che però si possa dire che io sia mai andato a fare richiesta di questa nomina, che non era di mia competenza”.

E nega “di aver mai detto che Petrella era la candidata del centrodestra, ho detto solo che lei era un’ottima candidata, perché sapevo che è una persona estremamente capace”.

Per l’accusa, ricorda Report, Sospiri avrebbe ricevuto anche un bonifico da 5.000 euro per la campagna elettorale delle regionali, altro denaro contante, la promessa di voti e di assunzioni nelle aziende di Marinelli, di persone legate a Sospiri, ricordando anche che a Marinelli è stato trovato un elenco con nomi e cognomi delle persone e dove  dovevano votare per Sospiri nei vari seggi.

“Non devo essere io a dimostrare che non sia vero – ribatte Sospiri -, ma è chi mi accusa che dovrebbe dimostrare che ciò  sia vero. La campagna elettorale si fa chiedendo il voto, non posso sapere come Marinelli prenda appunti, diciamo, di un suo impegno”, smentendo con forza soprattutto che ci sia stato un do ut des: “chiedere non è reato, lo è il pretendere e lo scambiare. Le assunzioni non ci sono mai state, le gare non potevano essere oggetto in quel momento di uno scambio, perché ancora non c’erano, e io non ero stato eletto, e quindi non potevo promettere ciò che magari non ero in grado di mantenere”.

Alla fine però confida Sospiri: “una parola in meno fa sempre bene: quindi ho fatto molto tesoro di questa pessima esperienza, e credo che oggi peserei qualsiasi tipo di parola, anche detta in maniera confidenziale, anche per un semplice gesto di cortesia”.

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Report è andato dunque a raggiungere anche Tiziana Petrella,  che spiega la sua versione dei fatti: “Si è vero, c’era un rapporto personale di amicizia con Marinelli, che ho sempre mantenuto”, e non nega che in virtù di questa amicizia, “lui mi abbia fatto, per Natale, per il mio compleanno, dei regali, come li faceva ad altre persone. Ma tu mi devi dimostrare che lì c’è stata una finalizzazione. La gara delle pulizie valeva circa 35 milioni, e se uno voleva truccare le gare di questo genere, non l’avrebbe certo fatto regalando un trolley di Louis Vuitton…”.

Ma anche lei però ammette: “io ho fatto degli errori, quando tu fai questo mestiere i rapporti personali non ci devono stare”.

Infine, a chiudere il cerchio Report ha anche intervistato l’imprenditore Antonio Colasante, a capo di un gruppo top player a livello nazionale, nel settore nella gestione dei servizi ospedalieri e non solo,  visto che nelle carte dell’inchiesta c’è anche un tentativo di turbativa d’asta relativamente all’affidamento di uno dei lotti di un appalto da 12 milioni di euro per servizi a favore dei pazienti fragili, in cui Marinelli sarebbe stato favorito, ma senza successo, a danno del competitor ovvero proprio la Clean service di Colasante, che poi l’appalto lo ha vinto.

“La gara l’abbiamo vinta perché abbiamo fatto più ribasso d’asta”, spiega Colasante, confermando che “la commissione di gara aveva tentato però di abbassarci il punteggio tecnico”. E di Petrella dice: “lei era Dio, come ti devo dire, non rispondeva a nessuno, certamente parlava con Marinelli, questo è certo”.

Voltando pagina, Report ricorda poi i 20 milioni di euro stanziati a fine 2023 per sette cliniche private per svolgere prestazioni di alta complessità al fine di abbattere le liste di attesa, che anche in Abruzzo rappresentano un bubbone, di cui 8 milioni al gruppo Synergo, di cui fa parte la casa di cura Pierangeli di Pescara.

L’inviata ha dunque telefonato al presidente di Synergo Luigi Pierangeli chiedendo conto delle donazioni fatte ai partiti, come 2.500 euro a Fratelli d’Italia.

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“Noi diano piccoli contributi a varie forze politiche, abbiamo rapporti anche con persone che stimiamo”, taglia corto Pierangeli.

E poi c’è la clinica Di Lorenzo di Avezzano, che ha ricevuto 1,6 milioni di euro.  E qui entra in scena l’assessore regionale al Bilancio nonché stimato medico chirurgo, Mario Quaglieri, che collabora proprio con la clinica di Lorenzo.

Quaglieri è sotto indagine per falso e abuso d’ufficio per un presunto conflitto di interessi tra la professione di medico e di amministratore portata avanti contestualmente fin dal 2019. Insieme a lui è finita sotto inchiesta, per il solo abuso d’ufficio, l’imprenditrice Lucia Di Lorenzo, proprietaria della clinica privata Di Lorenzo .

Il primo atto attenzionato dalla Procura è quello del 28 dicembre 2023, quindi prima delle elezioni regionali, con cui l’esecutivo ha dato il via libera all’assegnazione di 20 milioni di budget alta specialità a sette strutture sanitarie private dell’Abruzzo, tra cui la Di Lorenzo, per “il recupero della mobilità sanitaria per prestazioni ospedaliere di alta complessità”, votato anche dall’assessore Quaglieri.

La seconda delibera è del 30 agosto del 2023, con Quaglieri presente in giunta, e avente ad oggetto il rinnovo dell’accreditamento istituzionale ex Dca per l’attività ospedaliera e “accreditamento istituzionale dei servizi specialistici a seguito della sentenza Tar 301/2022 della casa di cura Di Lorenzo di Avezzano”, Provvedimento che riguardava una serie di servizi specialistici, anche di chirurgia.

ll presunto conflitto di interessi è stato denunciato dopo le elezioni regionali dal consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci che ha inviato un esposto all’Anac, che nel pronunciamento si è dichiarata non competente invitando la Regione ad un approfondimento. Per gli uffici legislativi del Consiglio regionale guidati dal direttore, Francesca Di Muro, all’atto del controllo della documentazione per l’ingresso nella nuova assemblea abruzzese la posizione di Quaglieri è corretta.

A Report spiega dunque Pietrucci, “premesso che andrebbe verificata anche l’opportunità di dare questi fondi aggiuntivi alle cliniche private, ritengo che ci sia un conflitto di interessi tant’è vero che la Regione Abruzzo ha poi ha espresso un parere per il quale l’assessore Quaglieri poteva rimanere in Giunta purché si astenesse dal votare atti che riguardavano la sanità privata. Ma oramai il danno era stato fatto”.

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L’inviata ha dunque raggiunto Quaglieri a margine di un incontro politico di Fratelli d’Italia.

“E che c’entro io?”, ha esordito sorridente l’assessore, non avendo compreso bene la domanda.
E poi, ad ulteriore spiegazione ha risposto: “ho semplicemente votato una delibera che è passata all’unanimità, che non avevo presentato io, ma l’ha fatta l’assessore alla sanità”.

Per poi affermare: “sì certo, potevo astenermi. Ma non è più sospettoso l’astenermi?”.

Report ricorda infine che Quaglieri è  finito sotto processo con l’accusa di peculato per l’utilizzo, dal 2013 al 2024, di una sim telefonica intestata e pagata dal Comune di Trasacco (L’Aquila), amministrazione della quale Quaglieri è stato sindaco dal 2012 al 2018 e poi consigliere fino al maggio del 2019, dopo che nel febbraio dello stesso anno, è stato eletto per la prima volta consigliere regionale.

Insieme a Quaglieri sono sotto processo anche il sindaco di Trasacco, Cesidio Lobene, fedelissimo dell’assessore regionale, e il funzionario comunale Riccardo Tomassetti: per entrambi l’ipotesi di reato è di falso ideologico e depistaggio per avere tentato, una volta scattata l’inchiesta, con un blitz di carabinieri e guardia di finanza, nel giugno 2024 con perquisizioni e sequestri, di fare atti per “coprire” i rilievi contestati dalla Procura.

Quaglieri si è difeso asserendo di avere compensato la somma con la liquidazione mai percepita per il periodo in cui è stato amministratore. Ma, sostiene il pm Cellini, “con tale condotta appropriativa Quaglieri effettuava un atto di autotutela nei confronti della Pubblica amministrazione in un caso non previsto dalla legge al fine di esercitare un asserito diritto di credito di matrice privatistica di euro 6.275, montante della indennità di fine mandato per gli anni 2012-217, da porre in compensazione con il credito maturato nei suoi confronti dall’ente locale per il pagamento dell’utilizzo del telefono in suo uso dal 2013 al 2024, dell’ammontare di euro 6.621,65, somma peraltro superiore a quella di cui è asseritamente titolare”.

A Report Quaglieri ha dunque tagliato corto” Sì è vero, la sim l’ho mantenuta ed è stata una mia distrazione”.

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