Simest, spinta all’export: «Le imprese ora accelerino e aprano a nuovi mercati»

Rafforzare la crescita dell’export e la presenza delle Pmi italiane sui mercati esteri. La “mission” di Simest – controllata al 76% dalla Cassa depositi e prestiti– è di rilevanza strategica nei giorni in cui il dibattito politico ed economico si concentra sulla controversa tematica dei dazi. Nel 2024 sono state oltre 4mila le imprese (per il 90% PMI) che hanno beneficiato dei finanziamenti o dei servizi all’export erogati da Simest, in crescita del 40% rispetto all’anno precedente. Le risorse impegnate hanno superato gli 8 miliardi di euro, in aumento dell’11%, e hanno abilitato investimenti delle imprese per quasi 10 miliardi, con un portafoglio crediti complessivo di oltre 30,5 miliardi (+8%). Anche grazie a questo impegno in cooperazione con il Sistema Paese, con la regia del Maeci, lo scorso anno le esportazioni italiane al di fuori dell’area Ue hanno raggiunto la cifra record di 305 miliardi di euro (+1,1%). 

I nuovi mercati: Africa, America Latini, Paesi balcanici

«Il tema dei dazi americani è certamente delicato, ma da questo scenario di rischio dobbiamo ulteriormente rafforzare la consapevolezza dell’importanza della diversificazione geografica da cui cogliere anche le opportunità di crescita», commenta Regina Corradini D’Arienzo, dal 2022 alla guida di Simest, dopo una lunga esperienza manageriale nel settore bancario. Per facilitare questo approccio alla diversificazione Simest ha aperto in questi anni una fitta rete di uffici che sono punto di riferimento per le Pmi. Ad ora sono così entrate in funzione le nuove sedi in Serbia, Egitto, Vietnam, Brasile e Marocco. «Una delle prossime aperture sarà a Nuova Delhi, viste le enormi potenzialità del mercato indiano. E successivamente sarà la volta di New York, per consolidare i rapporti fra il Made in Italy e il Nord America, ancor più in questo momento in cui la presenza in USA rappresenta un maggiore fattore di competitività. Ma anche altre aree rivestono una grande importanza strategica. Ad esempio il Vietnam, che fa da cerniera tra il mondo cinese e il sud-est asiatico, i Balcani, l’intera regione latino-americana e soprattutto l’Africa, che nelle politiche di sviluppo collegate al Piano Mattei raccoglie investimenti in rapida crescita e per cui SIMEST ha attivato uno strumento di finanza agevolata ad hoc. In pochi mesi la misura ha registrato domande da parte di PMI per più di 90 milioni di euro»,  ricorda Corradini. 

Misure per la crescita

Simest ha il compito di far crescere gli investimenti innovativi e sostenibili, e di competenze, delle Pmi italiane che vogliono crescere in competitività internazionale. Un impegno che proseguirà in vicinanza e innovazione anche col nuovo Piano strategico Simest aggiornato (consolidato nel Piano 25-27 di CDP). Piano che punta su una crescita competitiva e innovativa con focus su PMI e Mezzogiorno e un rafforzata cooperazione sistemica. «Abbiamo lavorato a nuove misure innovative per la crescita, con una misura di finanziamenti agevolati da 500 milioni per investimenti in America Latina; una misura per un rafforzamento patrimoniale delle imprese energivore impattate dall’aumento dei costi energetici; e in tema di equity, con due nuovi fondi di rafforzamento capitale sia per investimenti infrastrutturali internazionali che per il rafforzamento delle Pmi con un socio istituzionale come Simest. A ciò si aggiunge il progetto “Filiere d’impatto», a supporto della crescita e della competitività, delle imprese appartenenti alle filiere dei grandi campioni industriali dell’export. «La logica con cui offriamo sostegno alle imprese è quella della cooperazione: in primo luogo con il Ministero degli Esteri con cui lavoriamo in stretta sinergia insieme a Cdp, quindi con tutti gli attori del Sistema Italia, a partire dalle ambasciate,Sace, Ice e Associazioni di categoria», aggiunge Corradini.