Condividiamo l’appello di WWF Italia che abbiamo co-firmato in occasione della COP 16 di Roma.
Alla COP 16 di Roma dobbiamo fare pace con la natura
I dati sulla perdita di biodiversità sempre più allarmanti richiedono azioni globali rapide e incisive.
Alla COP 16 di Roma, il Governo italiano dovrà impegnarsi concretamente per mobilitare maggiori risorse finanziarie per la biodiversità nei Paesi in via di sviluppo.
Le sessioni della COP16 sulla biodiversità, che si terranno a Roma dal 25 al 27 febbraio, giungono in un momento decisivo per l’azione globale a tutela della natura. La finestra temporale per fermare e invertire il declino della biodiversità, generando al contempo uno sviluppo più equo che rispetti i limiti planetari e riduca drasticamente le diseguaglianze economiche, sociali ed ecologiche tra Nord e Sud del mondo, si sta rapidamente chiudendo.
Le Parti della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD), che si riuniranno tra pochi giorni a Roma, dovranno dimostrare maggiore impegno e cooperazione per conseguire i 23 target del Kunming Montreal Global Biodiversity Framework (KMGBF), l’agenda globale che definisce obiettivi, strumenti e finanziamenti necessari per fermare e invertire la perdita di natura entro il 2030.
La distruzione di biodiversità, gli eventi climatici estremi e la crescente carenza di risorse naturali costituiranno i principali rischi per la stabilità globale nel prossimo decennio. Tale prospettiva si aggrava ulteriormente nei Paesi in via di sviluppo, dove la perdita di biodiversità, il degrado degli ecosistemi e lo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali generano effetti drammatici per il sostentamento delle comunità locali, moltiplicando e accelerando squilibri economici e sociali, povertà e crisi sanitarie, con conseguenti flussi migratori verso le regioni più ricche del Pianeta.
Uno sviluppo internazionale sostenibile, che rispetti i limiti planetari per creare prosperità, lavoro e inclusione sociale, richiede un cambio di paradigma nel rapporto tra Nord e Sud del mondo con sforzi aggiuntivi e non più rinviabili da parte delle economie più avanzate per mobilitare risorse finanziarie adeguate a contrastare il declino della biodiversità.
Eppure, l’obiettivo di colmare il divario dei finanziamenti globali necessari per proteggere e ripristinare la biodiversità è lontano dall’essere raggiunto. Si stima che, a livello globale, siano necessari tra i 722 e i 967 miliardi di dollari l’anno per gestire in modo sostenibile la biodiversità e mantenere l’integrità degli ecosistemi. Attualmente, solo 135 miliardi di dollari l’anno vengono spesi per la conservazione della natura, lasciando un enorme deficit di finanziamento. Al tempo stesso i sussidi pubblici diretti a sostegno dei settori che generano il declino della biodiversità variano da 1,4 trilioni di dollari a 3,3 trilioni di dollari ogni anno.
A questo quadro preoccupante si aggiunge che gli aiuti allo sviluppo per la tutela della biodiversità stentano a decollare nella maggior parte delle economie avanzate. L’Italia copre solo il 34% della sua
quota per raggiungere l’obiettivo di mobilitare almeno 20 miliardi l’anno entro il 2025 a favore dei Paesi in via di sviluppo, così come richiesto dal Target 19(a) del KMGBF.
Considerata la volontà espressa dall’Italia durante la Presidenza del G7 del 2024 di costituire un rinnovato rapporto paritario con il Sud Globale, in particolare con il continente africano, basato su dialogo e cooperazione, auspichiamo che il Governo italiano voglia adoperarsi, in sede europea e internazionale, affinché le Parti della COP16 di Roma possano superare le divergenze emerse nelle sessioni di Cali e adottare le seguenti decisioni:
- Una strategia per la mobilitazione delle risorse finanziarie necessarie al raggiungimento dei seguenti obiettivi del KMGBF: a) ridurre gli incentivi dannosi per la biodiversità di almeno 500 miliardi di dollari all’anno entro il 2030; b) mobilitare 200 miliardi di dollari all’anno per la biodiversità entro il 2030, di cui almeno 20 miliardi di dollari all’anno devono essere destinati ai Paesi in via di sviluppo da parte dei Paesi sviluppati già nel 2025 per arrivare ad almeno 30 miliardi di dollari all’anno entro il 2030. La rilevanza di questa decisione richiede maggiore flessibilità e capacità di dialogo da parte dei Paesi sviluppati riguardo la proposta di costituire un fondo globale dedicato alla biodiversità, affinché alla COP16 di Roma venga individuata la soluzione più adeguata e che tenga conto della necessità di una cooperazione maggiormente paritaria con i Paesi in via di sviluppo.
- Un Meccanismo di pianificazione, monitoraggio, rendicontazione e revisione che determinerà le modalità attraverso le quali i progressi verso l’attuazione del KMGBF saranno esaminati alla COP17. È necessario che il Meccanismo sia orientato all’azione, preveda strumenti di aggiustamento e veda coinvolti i principali stakeholder, inclusa la società civile.
Auspichiamo inoltre che alla COP16 di Roma, l’Italia dimostri un impegno maggiore nel finanziare la biodiversità, anche in vista della 9a ricostituzione del Global Environment Facility (GEF9), affinché vengano erogati più fondi rispetto al ciclo precedente (GEF8), in uno spirito di maggiore collaborazione con i Paesi beneficiari. La quota dell’Italia nel GEF8 equivale a solo 105 milioni a fronte di contributi totali che ammontano a 5,3 miliardi di dollari. Allo stesso tempo, rammarica rilevare come l’Italia sia l’unico paese del G7, aderente alla CBD, a non aver ancora contribuito al Global Biodiversity Framework Fund (GBFF), il fondo legato all’implementazione del KMGBF. Un annuncio di un maggior impegno finanziario dell’Italia alla COP16 di Roma contribuirebbe a dare un forte slancio e credibilità non solo alla proiezione multilaterale dell’Italia, ma anche ai suoi impegni bilaterali nel quadro della rinnovata cooperazione con i Paesi del continente africano.
Confidiamo in un concreto impegno del Governo italiano affinché i negoziati di Roma possano concretizzarsi in un rinnovato e rafforzato consenso sugli obiettivi globali in materia di biodiversità, attraverso una cooperazione maggiormente paritaria con i Paesi più colpiti dal cambiamento climatico e dalla perdita di natura.
Nell’anno del Giubileo, la COP16 di Roma potrà essere l’occasione di ravvivare l’impegno per una maggiore giustizia ambientale tra Nord e Sud del mondo e rafforzare decisioni e azioni concrete per “Fare Pace con la Natura”, ritrovando una connessione positiva con il nostro Pianeta.
Le 39 Organizzazioni e Reti di Organizzazioni che hanno aderito all’appello facilitato dal WWF Italia:
ActionAid Italia, Associazione Consumatori Utenti (ACU), Addiopizzo Travel, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), Amnesty Italia, Associazione Italiana Turismo Responsabile (AITR), Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale (AOI), Apincittà, ARCI, Associazione Lepidotterologica Italiana (ALI), Associazione Medici per l’Ambiente (ISDE Italia), Associazione Verdi Ambiente e Società, Attivanza, Centro di Etica Ambientale Sondrio, CINI – Coordinamento Italiano NGO Internazionali, Club Alpino Italiano, Compassion in World Farming Italia, COSPE, Égalité, Federazione Nazionale Pro Natura, Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica (FIRAB), Fondazione Marevivo, Fondo Forestale Italiano, FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano, Greenpeace Italia, Italia Nostra, Lega Anti Vivisezione (LAV), Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, Legambiente Nazionale, LINK 2007 – Cooperazione in Rete, Lipu-BirdLife Italia, Mani Tese, Movimento ecclesiale di impegno culturale di Pisa (MEIC), Movimento Laudato si’, Terra!, The Good Lobby Italia, Touring Club Italiano, 20 e 30, WWF Italia.
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