Fratelli d’Italia attacca il movimento dei trattori: “Dai leader provocazioni gravissime”

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Fratelli d’Italia attacca il movimento dei trattori. L’attacco non è rivolto all’annuncio di una nuova manifestazione nazionale indetta per il 19 marzo né alla richiesta di dichiarare lo stato di crisi del settore che pure non vengono accolti bene dalle parti del ministero dell’Agricoltura che preferirebbe mostrare che il mondo agricolo non è più quello che un anno fa per giorni bloccò l’Italia.

I parlamentari di FdI, invece, prendono di mira le parole pronunciate durante la conferenza stampa di giovedì alla camera da uno dei leader del movimento, il segretario generale di Altragricoltura Gianni Fabbris, che ha lamentato l’assenza di notizie nazionali sulle proteste che dagli inizi di febbraio stanno interessando già diverse parti d’Italia. «Ci sono le cronache locali che non possono non vedere i trattori che sfilano. A Pesaro, qualche giorno fa io ero lì con loro, manifestazioni in notturna di 150 trattori. Sta accadendo dappertutto ma il racconto nazionale non li vede. La domanda è: perché non li vede? Che dobbiamo fare? Dobbiamo uccidere qualcuno o possiamo cominciare a ragionare di cose serie? Non è che c’è un ordine di servizio di non disturbare i manovratori, per caso? E ai giornalisti nazionali chiediamo: questa è informazione?». Fabbris ha poi annunciato che se nei prossimi giorni non arriveranno risposte adeguate, «è ovvio che alzeremo il tiro, nessuno si faccia illusioni, ma alzeremo soprattutto il tiro delle proposte e il tiro dei nostri ragionamenti».

Le parole di Fabbris sono state duramente condannate da numerosi parlamentari di Fratelli d’Italia e dal partito della premier arriva anche la richiesta che il vice presidente del Senato, il leghista Gian Marco Centinaio, che era presente, prenda le distanze. Si tratta di una «provocazione gravissima – sostiene Massimo Ruspandini, vice capogruppo di FdI alla Camera – e inaccettabile sempre e comunque, ma ancor di più se resa all’interno di una sede della Camera dei deputati. Chiediamo una condanna netta di queste parole che evocano tempi bui che vorremmo dimenticare». Parole che «lasciano allibiti» anche per il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Manlio Messina e dalle quali vanno prese le distanze perché «incitano a violenza, odio e tensione sociale». «Il vice presidente vicario di FdI al Senato Raffaele Speranzon auspica che «questo episodio trovi condanna unanime da parte di tutte le forze politiche e dei presenti, tra i quali il senatore Centinaio, oltre che un intervento del ministro Piantedosi». «Quando una critica diventa minaccia, abbiamo il dovere di rispedirla al mittente e condannarla senza se e senza ma, senza alcun distinguo di sorta o tentativi maldestri di giustificazione» dice il senatore FdI Giorgio Salvitti.

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«Ogni partecipante dovrebbe vergognarsi di quanto affermato e fare ammenda pubblica, stigmatizzando quanto accaduto, in particolare il vicepresidente del Senato Marco Centinaio. Se il mondo agricolo ha peso e misura in Europa è grazie al ministro Lollobrigida e al governo Meloni. Nessuno strumentalizzi l’agricoltura», dice il deputato di Fratelli d’Italia Giandonato La Salandra.

Immediata la smentita di Fabbris. quelle di alcuni parlamentari di FdI sono «interpretazioni fuorvianti di due mie frasi prese completamente fuori contesto», afferma in una nota. «In particolare la mia frase completa “Ma dobbiamo mica ammazzare qualcuno o possiamo ragionare di cose serie?” era un’iperbole riferita alla mancanza di eco nazionale sulla stampa e la televisione delle invece pacifiche manifestazioni dei trattori che si stanno muovendo in tutta Italia contro la crisi dell’agricoltura», precisa ancora Fabbris.

«Le proteste che alcuni gruppi di agricoltori stanno portando avanti in questi giorni meritano attenzione dalla politica. Mi è dispiaciuto che uno di loro abbia utilizzato quella che, più che una minaccia, mi è sembrata un’iperbole di cattivo gusto, che certamente non condivido. Ma non vorrei che qualcuno, specie nella maggioranza di governo, utilizzasse questo incidente per chiudere la porta alle proteste e nascondere problemi del settore, che esistono e meritano di essere affrontati» ribatte il vicepresidente del Senato e senatore della Lega, Gian Marco Centinaio.

«E quando si parla di “dobbiamo alzare il tiro” non era affatto riferita a minacce contro alcuno, ma più semplicemente era un modo per dire che bisognerà alzare il tiro delle nostre richieste di misure anticrisi se la politica dovesse continuare a non ascoltare le pacifiche richieste degli agricoltori italiani. Le registrazioni della conferenza stampa sono a disposizione dei parlamentari». A schierarsi con Fabbris è Franco Mari, deputato di Avs che ha organizzato la conferenza stampa. «Abbiamo “ospitato”, come è nostro costume, una conferenza stampa in cui Sindaci e rappresentanti di agricoltori e pescatori hanno parlato della crisi che sta decimando le imprese del loro settore. Ovviamente prendiamo le distanze da qualsiasi espressione sia stata pronunciata fuori da quel contesto o che sia apparsa, al di là delle intenzioni, sopra le righe. Ma non accettiamo certo lezioni da quegli esponenti di FdI che in queste ore stanno intasando le caselle email delle agenzie di stampa con reazioni sdegnate: c’è un limite alla propaganda. Rimane solo la necessità di una attenzione doverosa che tutte le forze politiche devono rivolgere alle questioni che agricoltori, allevatori e pescatori hanno rappresentato in quella sede», conclude.

Polemiche a parte, nella conferenza stampa il movimento ha chiesto al governo di ascoltare le loro richieste. «Abbiamo avanzato proposte e chiediamo alla politica di aprire un Tavolo», sottolineano i rappresentanti, ricordando che a gennaio è stata fatta una richiesta in tal senso al ministro dell’Agricoltura Lollobrigida ma ad oggi non è giunta alcuna risposta. La richiesta di apertura di un Tavolo di confronto è rinnovata oggi in conferenza stampa, insieme ad un appello ai sindaci e alle istituzioni territoriali dal Consiglio Unitario della Mobilitazione contro la crisi, che si definisce spazio unitario di coordinamento delle molte realtà territoriali, i cosiddetti Trattori, che hanno risposto all’appello del Coapi, il coordinamento Agricoltori e Pescatori italiani sorto durante le mobilitazioni dei primi mesi del 2014.

«Siamo un movimento maturo – rivendica Gianni Fabbris a nome del Consiglio Unitario della Mobilitazione contro la crisi – Non siamo i Cobas e neanche i gruppetti ma siamo un grande movimento popolare e abbiamo proposte che vengono dai territori. Non siamo – precisa ancora il portavoce Fabbris – né di destra né di sinistra, né a favore e neanche contro il governo, ma non siamo neutrali: abbiamo idee e proposte sulle scelte inadeguate che negli ultimi anni ci hanno portato alla crisi e allo spopolamento delle aree rurali. È vero che c’è un made in Italy che esporta ma negli ultimi 20 anni metà delle imprese dell’agricoltura e della pesca hanno chiuso. E l’Italia da paese di produzione di cibo si sta trasformando in una grande piattaforma commerciale, spesso di falso di made in Italy». Daniela Rossi di Riscatto agricolo Lombardia ha annunciato un presidio odierno davanti alla sede Rai di Milano e che dal 7 marzo le iniziative dei cosiddetti Trattori saranno rivolti ai cittadini informandoli sul cibo sano e sul vero made in Italy, mentre il 19 marzo è prevista a Roma, in Campidoglio, la manifestazione nazionale, Nel frattempo nella rete dei municipi rurali è partita una petizione sulla richiesta di declaratoria dello stato di crisi con raccolta firme da presentare al presidente della Repubblica Mattarella.



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