Green Deal: l’Europa è sulla buona strada per centrare gli obiettivi?

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Pur con tutti i suoi problemi, all’Europa viene riconosciuto da anni un ruolo guida nella transizione energetica e nell’abbattimento delle emissioni climalteranti. Una convinzione che si basa sui fatti, ovvero i progressi concreti che su questo fronte sono stati compiuti dal nostro continente, a loro volta propiziati da un sistema normativo in continua evoluzione. Al riguardo, un recente studio pubblicato da JRC – il Centro comune di ricerca della Commissione europea – prende in esame il provvedimento di più vasta portata fin qui varato dall’UE, il Green Deal. Una scelta determinata anche da una considerazione temporale: sono ormai trascorsi cinque anni dalla presentazione del Green Deal, un lasso di tempo che giustifica un’analisi estesa dei progressi compiuti nel raggiungimento dei suoi obiettivi generali.

I pilastri del Green Deal

Innanzitutto, nello studio vengono ricordati quelli che sono i “pilastri” del Green Deal, su cui si basa la transizione energetica degli Stati membri dell’Unione Europea:

  1. Ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030
  2. Raggiungere la neutralità climatica entro il 2050
  3. Avere un’economia efficiente nell’utilizzo delle risorse

E per avere successo nella transizione energetica il Green Deal prevede misure di supporto allo sviluppo di molteplici settori: energia, trasporti, economia circolare, agricoltura e alimentazione, ecosistemi e biodiversità, acqua, suolo e lotta all’inquinamento atmosferico.

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Ben 154 obiettivi vincolanti

Lo studio di JRC individua quindi ben 154 obiettivi vincolanti e non vincolanti che compongono il Green Deal, con il proposito dichiarato di “fornire un’istantanea dei progressi che vengono compiuti nel loro raggiungimento, sulla base delle conoscenze e dei dati disponibili”. Target che sono suddivisi in sette aree tematiche per consentire di orientarsi più facilmente nei progressi compiuti verso il raggiungimento degli obiettivi del Green Deal:

  • Ambizione climatica
  • Energia pulita, accessibile e sicura
  • Economia circolare
  • Mobilità sostenibile e intelligente
  • Politica agricola comune più ecologica
  • Mantenimento e protezione della biodiversità
  • Eliminazione delle sostanze tossiche dall’ambiente

Qual è la situazione attuale

Ciò premesso, lo studio indica che dei 154 obiettivi, 32 sono attualmente “in carreggiata” mentre altri 64 sono considerati “in accelerazione necessaria”, il che significa che stanno funzionando ma servono ulteriori progressi per raggiungerli nei tempi previsti. Ed ancora, per 15 obiettivi “non si registrano progressi” o “si registra una regressione”, mentre per i restanti 43 obiettivi non sono attualmente disponibili dati.

i progressi conseguiti nelle 7 categorie individuate dal green deal

“In molti settori – si legge – sono stati compiuti progressi significativi verso la trasformazione sostenibile dell’Europa. Ad esempio, le emissioni di gas serra stanno diminuendo costantemente, con sostanziali riduzioni ottenute in settori chiave come l’energia e l’industria. I progressi nel riciclaggio e nei processi di produzione sostenibili stanno guidando la transizione verso un’economia pulita e circolare, affrontando il problema del trattamento dei rifiuti”.

Dove occorre fare di più

Senonché, nonostante i progressi siano promettenti, dall’analisi di JRC emerge che sono essenziali ulteriori azioni in alcune aree per raggiungere gli obiettivi del 2030 e oltre. “Ad esempio, nel settore energetico, le energie rinnovabili devono crescere più rapidamente per raggiungere l’obiettivo del 42,5% di penetrazione, e devono essere supportate da investimenti in infrastrutture e innovazione”.

Per invertire la perdita di biodiversità “rivestono un ruolo cruciale l’espansione delle aree protette e il ripristino degli ecosistemi. Sono inoltre necessari dati e sistemi di monitoraggio migliorati per poter tracciare i progressi compiuti, in considerazione del fatto che attualmente il 28% degli obiettivi non dispone di dati sufficienti alla tracciatura”.

Quadro legislativo da definire

Più in generale, nello studio si spiega che i progressi fin qui compiuti non sono uniformi “perché molte iniziative legislative nell’ambito del Green Deal sono state adottate soltanto di recente e non sono ancora in fase di attuazione. E altre iniziative legislative sono ancora in fase di discussione o hanno tempi di attesa lunghi prima che si possano ottenere risultati significativi”.

Progressi non uniformi che rendono quindi più difficile rispondere alla domanda principale: l’Europa è sulla buona strada per il 2050? Una domanda alla quale però bisogna comunque cercare di rispondere, soprattutto da parte dei decisori politici, perché “è essenziale per capire dove sono necessarie ulteriori azioni per raggiungere gli ambiziosi obiettivi del Green Deal e per garantire un benessere inclusivo per i cittadini europei entro i limiti del pianeta”.

L’Europa deve accelerare 

E alla domanda rispondono gli esperti del JRC che hanno realizzato lo studio, secondo i quali l’Europa è effettivamente sulla strada giusta per conseguire gli obiettivi stabiliti nel Green Deal: “La maggior parte delle politiche e degli strumenti di supporto sono in atto e stanno iniziando a dare risultati. Tuttavia, per raggiungere gli ambiziosi obiettivi per il 2030 e il 2050, i progressi devono accelerare in molti ambiti”. 

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La raccomandazione conclusiva riguarda gli Stati membri, perché “la piena attuazione e applicazione delle politiche UE attraverso misure a livello nazionale è fondamentale per raggiungere gli obiettivi del Green Deal. Ed è altrettanto fondamentale apportare cambiamenti di sistema in tutti i settori e spostarsi verso modelli di consumo e produzione più responsabili”.



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