<<Crediamo che diversi temi sul tavolo debbano essere approfonditi e condivisi per concretizzare una incisiva politica attiva per il lavoro rilanciando un Piano Industriale Europeo. Un esempio che sono solito fare è sulla autonomia differenziata: per la UIL non va cancellato il lavoro di confronto attraverso i tavoli che si sono tenuti in Regione Lombardia. E’ la Lombardia che deve osare nei confronti del Governo e dell’Europa. Mi auguro che si ascoltino le persone. Noi insistiamo sulla contrattazione di secondo livello (di sito, di filiera, di ambito) ancora oggi applicata in minima parte, al contrasto del lavoro povero e al precariato, attraverso un welfare aziendale che includa anche un sostegno all’abitare che sta mettendo in crisi il settore privato come quello pubblico, e senza il pubblico il privato non sta in piedi. Al contrario assisto al dibattito di questi giorni sui vitalizi dei consiglieri o sul velo islamico. Temi che saranno anche rilevanti, ma non aiutano le persone ad arrivare a fine mese>>.
Così il segretario Generale UIL Lombardia Enrico Vizza, agli Stati Generali per il Patto dello Sviluppo che ha evidenziato i numeri della crisi che colpisce la Lombardia con la volontà di un confronto con il sistema produttivo per rafforzare le relazioni industriali per creare un’economia più solida che abbia riguardo del lavoro, dei lavoratori e delle imprese lombarde.
<<Partendo dall’abitare – prosegue Vizza –abbiamo concorsi pubblici che vanno deserti sia nel capoluogo che in altre città della regione, fuga dei lavoratori verso situazioni più attrattive e più remunerate, incapacità di sostenere costi e spese che farebbero girare la domanda, e ancora l’emergenza sfratti con la Lombardia al primo posto in Italia davanti a 20 mila immobili sfitti di proprietà pubblica da riqualificare. Il mondo delle imprese costruisca un welfare aziendale (magari contenuto nella contrattazione di secondo livello)>>.
Crisi abitativa, costo della vita, ma non solo, perché Vizza ricorda anche la crisi industriale: 23 mesi consecutivi di calo della produzione, 96 milioni di ore di cassa integrazione autorizzate (+22,6% rispetto al 2023) 48 mila lavoratori coinvolti in Lombardia, calo del manifatturiero del 14,2% in regione e del 3,5% a Milano con il 61% delle aziende che segnala problemi nel trovare operai specializzati e conduttori di impianti, mentre il 54% indica difficoltà nel reperire dirigenti e professionisti con elevata specializzazione.
<<È fondamentale rafforzare il mercato del lavoro – prosegue il numero uno della UIL Lombardia – e creare un sistema a difesa dell’occupazione, investendo in un processo di rigenerazione delle competenze che aiuti a non lasciare nessuno indietro. La transizione verso un’economia verde, l’espansione delle energie rinnovabili, l’automazione e l’introduzione di nuove tecnologie devono essere accompagnate da politiche attive del lavoro attraverso un nuovo fondo SURE Europeo, per garantire che le lavoratrici e i lavoratori possano adattarsi a un mercato in continuo cambiamento: rafforzare la contrattazione collettiva, il rinnovo dei contratti scaduti, contrasto al lavoro precario. E’ necessario, a nostro avviso, che gli incentivi alle attività imprenditoriali siano condizionati all’esistenza di garanzie occupazionali. Devono essere garantiti salari equi e condizioni di lavoro dignitose, lungo l‘intera catena del valore>>.
E poi il grande tema dell’energia, legato a fattori di guerre ma anche a una speculazione senza pari. <<La crisi energetica significa crisi aziendali – conclude Vizza – E mai come ora è necessario ribadire che il percorso di transizione energetica che il Paese sta compiendo debba basarsi, oltre che sulle fonti rinnovabili sull’utilizzo del gas: non estraiamo quello che c’è nel nostro sottosuolo, ma preferiamo importarlo a prezzi alti. E non dimentichiamo la speculazione che si sta facendo. Siamo favorevoli agli obiettivi fissati dalla Ue in piani come quelli del ‘Green Deal’ o del “Fit for 55”, ma vogliamo raggiungerli con modalità congeniali alla realtà e non teoriche attraverso il percorso dell’“ascolto. Ecco su tutti questi temi, ma anche su altro vorremmo aprire un confronto e dibattito serio con tutto il sistema produttivo, la Regione Lombardia e la politica Lombardia che siede a Bruxelles. La vera “partecipazione” per noi significa che il sistema produttivo (Imprese e Lavoratori) assieme alle Istituzioni Locali, affrontino le sfide e il momento drammatico di una crisi che si prospetta strutturale. >>
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