di Paola Di Caro
Il leader di Noi Moderati: gli Usa fuori dall’Oms? Un’enorme stupidata
Le considera le tre regole base di una politica estera seria per un paese come l’Italia: «Non rincorrere l’altro quando ha la palla, rischi di finire senza fiato, la posizione atlantista, ovvero l’asse tra Europa e Usa, e ritagliarsi un ruolo da protagonista nel collegamento tra la Ue e America, perché i vuoti si riempiono sempre». Lo dice Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, perché «lo scenario si evolve a grandissima velocità, e quello che dobbiamo pretendere è una pace giusta innanzitutto per l’Ucraina, sapendo che la pace è sempre un nobile compromesso».
Si parla del rapporto privilegiato della premier con Trump, ma a rappresentare l’Europa in Usa andranno Macron e Starmer…
«I leader europei capiscano che qui non c’è da arrivare primi, non è una corsa. C’è da fare squadra, se vogliamo contare. C’è da prendere decisioni unitarie, senza dire Trump “ha ragione su tutto” ma neanche gridare allo scandalo in modo scomposto».
Macron sta facendo il primo della classe, intende?
«Non do giudizi personali, ma credo che aver organizzato un vertice in tutta fretta a Parigi senza a quel punto nemmeno invitare Zelensky, se si voleva dire che l’Ue sta con l’Ucraina, non ha rafforzato l’Europa. E certamente ha indebolito l’Ucraina».
Ma l’Italia che fa, guarda?
«Niente affatto. Non l’abbiamo fatto in politica estera in questi due anni e mezzo, l’Italia è ritornata protagonista nello scenario internazionale. Non lo facciamo adesso, giocheremo il nostro ruolo ma senza isterie o reazioni scomposte. Occorre calma e sangue freddo».
Non c’è imbarazzo nel dover, come chiede Schlein, scegliere «tra Ue e Usa»?
«Ma che razza di richiesta è? Non si deve scegliere, si deve tenere unito l’asse, altrimenti davvero si fa il gioco di chi vuole isolare l’Europa. Trump sta facendo i suoi interessi per tornare potenza mondiale assoluta, tratta con la Russia anche per isolare la Cina, ma anche lui ha bisogno dell’Europa. Ma la domanda è: l’Europa vuole giocare un ruolo da protagonista non solo a difesa dell’Ucraina, che resta il paese aggredito, ma nei cambiamenti epocali che stanno avvenendo?».
Ma secondo lei la posizione del governo è chiara? Salvini sta con Trump, voi siete molto più cauti…
«Non ci sono dubbi. Il giudizio di tutto il governo e della maggioranza è netto e chiaro. Prima Tajani, che è ministro degli Esteri, e poi Giorgia Meloni hanno ribadito che lavoriamo per una pace giusta a sostegno dell’Ucraina paese aggredito. Si lavora per costruire, insieme agli Usa per trovare soluzioni . Adesso questo è il compito della diplomazia. Ricordiamoci però che senza l’ aiuto dell’Europa e dell’America all’ Ucraina per difendersi, oggi non staremmo a parlare di pace».
Ma c’è il rischio che l’Europa soccomba di fronte a personalità fortissime come Trump e Putin?
«Se ci dividiamo sì. Come dice Draghi, l’Europa deve svegliarsi. E prendere anche atto che alcune decisioni andranno prese, come sugli organismi internazionali e le loro regole, dall’Oms alla Corte penale Internazionale. Il multilateralismo rimarrà fondamentale e noi lo sosteniamo. Uscire dall’Oms è una enorme stupidata, ma se la realtà è in evoluzione dobbiamo lavorare perché anche queste organizzazioni sappiano rispondere alla realtà che cambia. Due errori non vanno commessi: andare ciascuno per conto suo, e dimenticarsi che il dialogo avviene sempre tra identità forti. Fare da ponte non significa essere accondiscendenti, ma costruire una casa più robusta».
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