Un’importante operazione della Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura della Repubblica di Frosinone, ha smascherato un sofisticato meccanismo di frode fiscale che ha portato all’arresto di sei persone, tra cui un individuo residente in provincia di Latina. L’inchiesta ha rivelato l’esistenza di una rete criminale specializzata nell’emissione di fatture false per un valore complessivo di oltre 80 milioni di euro, con un’evasione dell’IVA stimata in più di 11 milioni di euro.
Nelle prime ore della giornata, oltre 200 militari della Guardia di Finanza, in forza a 40 Reparti distribuiti su tutto il territorio nazionale, hanno eseguito sei arresti domiciliari e numerose perquisizioni. Contestualmente, è stato effettuato il sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie per un totale di oltre 40 milioni di euro.
Tra gli arrestati figurano quattro soggetti residenti in provincia di Frosinone, uno in provincia di Sondrio e uno in provincia di Latina, ritenuti al vertice dell’organizzazione criminale. L’operazione giunge a conclusione di complesse indagini di polizia economico-finanziaria e giudiziaria, che hanno permesso di individuare un articolato sistema di frode nel settore delle sponsorizzazioni sportive, in particolare nelle gare automobilistiche di rally.
Come funzionava la frode: il sistema delle false sponsorizzazioni
Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Frosinone, sono partite dall’analisi di una serie di anomalie riscontrate nei contratti di sponsorizzazione sportiva. L’organizzazione criminale sfruttava società “cartiere” per emettere fatture per operazioni inesistenti, consentendo alle aziende clienti di abbattere il reddito imponibile e ridurre indebitamente l’IVA dovuta.
Il sistema prevedeva i seguenti passaggi: emissione di fatture false: società fittizie, prive di reale operatività, rilasciavano documenti contabili per operazioni mai avvenute; bonifici bancari simulati: le imprese beneficiarie delle fatture effettuavano bonifici apparentemente leciti verso le società cartiere, simulando il pagamento per inesistenti contratti di sponsorizzazione; prelievi in contanti: le somme ricevute dalle società cartiere venivano prelevate in contanti e restituite ai clienti, trattenendo una percentuale a titolo di commissione; occultamento delle transazioni: la movimentazione dei fondi avveniva attraverso numerosi conti correnti, rendendo difficile la tracciabilità del denaro.
Grazie all’analisi della documentazione bancaria, la Guardia di Finanza ha ricostruito il flusso di denaro che passava attraverso oltre 1.000 conti correnti, 417 società e 181 soggetti coinvolti. Le aziende interessate dalla frode operavano in 14 regioni e 37 località diverse, con un’elevata concentrazione nel nord Italia.
Il ruolo della provincia di Latina nell’inchiesta
La provincia di Latina è emersa nell’indagine per il coinvolgimento diretto di uno degli arrestati, che avrebbe avuto un ruolo chiave nella gestione delle transazioni finanziarie illecite. Inoltre, alcune società operanti nel territorio pontino risultano essere state destinatarie di fatture false e coinvolte nel circuito di retrocessione del denaro.
Lo stabilimento di Latina, uno degli impianti produttivi più avanzati in Europa nel settore alimentare, è già al centro di altre vicende economiche, tra cui la possibile cessione del marchio Plasmon da parte della multinazionale Kraft Heinz. L’operazione della Guardia di Finanza aggiunge un ulteriore tassello al quadro delle indagini sulla solidità finanziaria di alcune aziende della provincia.
Reati contestati e possibili sviluppi
I 181 indagati dovranno rispondere, a vario titolo, dei reati di: associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari; emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti; riciclaggio e autoriciclaggio; intestazione fittizia di beni; bancarotta fraudolenta
Le indagini proseguono per accertare il coinvolgimento di ulteriori soggetti e verificare l’eventuale utilizzo di parte delle somme illecitamente ottenute per il finanziamento di altre attività economiche.
L’operazione rappresenta un duro colpo alle organizzazioni criminali che operano nell’ambito della frode fiscale, confermando l’impegno della Guardia di Finanza nel contrastare le condotte illecite che minano la trasparenza e l’integrità del sistema economico nazionale.
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