Sentenza Wte, le reazioni della politica: «Pena lieve, ma il caso ha portato norme per tutelare i campi»

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Pietro Gorlani

Il commento del Broletto, dei sindaci e degli ecologisti.

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Perplessità per la lievità della pena inflitta ma pure la consapevolezza che grazie a questa vicenda in Lombardia sono arrivate norme più stringenti sull’utilizzo dei fanghi in agricoltura. Sono ambivalenti le reazioni alla condanna ad un anno e 4 mesi del patron della Wte, Giuseppe Giustacchini per traffico illecito di rifiuti. Il presidente della Provincia, Emanuele Moraschini, ricorda che la vicenda «gravissima e per certi versi sconvolgente» ha portato «ad infittire i paletti normativi per la tutela dei terreni agricoli» e oggi «l’attenzione della Provincia resta alta, in un’ottica di prevenzione delle condotte illecite e di garanzia della salvaguardia ambientale, della salute dei cittadini e della capacità produttiva delle aziende agricole che operano nel rispetto delle regole e del territorio». 

Il Broletto si era costituito parte civile perché «lo spargimento di centinaia di migliaia di tonnellate di fanghi tossici, carichi di metalli e idrocarburi in 78 comuni del Nord Italia, aveva purtroppo riguardato ampiamente la nostra provincia», aggiunge Moraschini che sottolinea come il Broletto nel 2021 «sospese immediatamente l’autorizzazione integrata ambientale della Wte».
Oltre alla Provincia gli unici comuni ammessi tra le parti civili sono stati quelli di Calvisano, Lonato e Visano (oltre al comitato referendario per l’acqua pubblica, il comitato cittadini di Calcinato e due residenti dello stesso paese). 




















































Forte l’amarezza di Vincenza Corsini, sindaca di Calcinato (comune che non è tra le parti  civili nonostante le innumerevoli segnalazioni di molestie olfattive che in passato sono arrivate dal suo territorio): «Le sentenze si rispettano ma faccio davvero fatica a sentirmi soddisfatta da questa sentenza, visto quello che per anni il mio paese e i suoi abitanti hanno patito». Più diplomatico il primo cittadino di Calvisano, Angelo Formentini: «Non sta a me giudicare la coerenza della pena. Mi limito a ricordare che con l’abuso d’ufficio un sindaco rischiava una condanna più corposa. E se un commercialista sbaglia una dichiarazione dei redditi si becca un anno e un mese». Formentini ragiona anche sulla esiguità dell’indennizzo ricevuto dal suo comune (5mila euro): «Meno male che il soccombente è stato costretto a pagare le spese legali, altrimenti quella cifra non sarebbe bastata nemmeno per la parcella dell’avvocato». Per Roberto Tardani, sindaco di Lonato del Garda, la partita del risarcimento danni è tutt’altro che conclusa: «Abbiamo chiesto il danno d’immagine e la richiesta verrà valutata in sede civile». In quanto alla sentenza, vede il bicchiere mezzo pieno: «Il mio comune è stato il primo a denunciare lo spargimento di fanghi sul proprio territorio e il fatto che sia stata emessa una condanna per traffico di rifiuti dice che abbiamo agito correttamente».
  
Lo scandalo Wte portò la Regione ad introdurre una norma che vietò lo spandimento di fanghi in quelle zone ricche di reflui zootecnici e poi a scriverne una ad hoc per assimilare i «gessi di defecazione» ai fanghi, visto che fino al 2022 per la normativa nazionale risultavano fertilizzanti grazie all’aggiunta di acido solforico e calce. A volere quella norma fu l’allora assessore all’Agricoltura Fabio Rolfi. Il ministero dell’Ambiente la impugnò ma la Consulta diede ragione a palazzo Lombardia. «Una norma per contrastare chi considera i terreni agricoli un business privilegiato per lo smaltimento di fanghi, sfruttando l’ignoranza e le difficoltà economiche di molti agricoltori. Business che non è ancora del tutto terminato», commenta Rolfi che mette in guardia il settore agricolo da un’altra minaccia, quello dell’agrivoltaico: «Stanno avanzando fondi speculativi che acquistano e affittano i terreni a cifre folli. Sono a rischio tantissimi campi. Si dice che sotto i moduli fotovoltaici si possa coltivare ma di fatto non lo fa nessuno».

Forte la delusione di Imma Lascialfari, presidente del coordinamento Ambiente Futuro Lombardia (che non è stato ammesso tra le parti civili al pari di Legambiente e Lac) e Laura Corsini, presidente del comitato Cittadini di Calcinato: esprimono rammarico per la mancata costituzione di parte civile del ministero dell’Ambiente, della Presidenza del consiglio dei ministri e di Regione e ricordano che «le pene per i reati ambientali sono troppo leggere. La politica deve metterci mano in fretta». E non mancano di ringraziare «il procuratore Mauro Tenaglia (che diede il via all’inchiesta nel 2018, poi passata a Teodoro Catananti quando venne trasferito a Verona, ndr) ed i colonnelli dei Carabinieri forestali Giuseppe Tedeschi e Cesare Nascé. Senza di loro oggi non saremmo qui a commentare una sentenza di condanna della Wte».

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20 febbraio 2025 ( modifica il 20 febbraio 2025 | 09:28)

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