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Roma, 20 feb. (Adnkronos/Labitalia) – Con l’obiettivo di contribuire alla costruzione di un futuro dove l’odio non trovi più terreno fertile per crescere, Unhate Foundation si è recentemente costituita come ente del terzo settore (Ets), aprendo così un nuovo capitolo di un progetto lanciato da Alessandro Benetton nel 2011. La Fondazione si propone di coinvolgere le nuove generazioni in occasioni di crescita e sviluppo del proprio potenziale, promuovendo solidarietà, inclusione sociale e sostenibilità attraverso progetti innovativi.

In particolare, la Fondazione mira a combattere la cultura dell’odio, agendo sulle sue cause profonde, concentrandosi sulla formazione dei giovani e offrendo loro nuove opportunità. Le quattro principali aree di azione principali sono: mobilità sociale, trasformare il merito in opportunità, valorizzando talenti inespressi e promuovendo il merito e l’impegno; educazione, migliorare la qualità dei luoghi di formazione, creando spazi inclusivi e dinamici per favorire l’apprendimento; cultura, utilizzare il patrimonio culturale per promuovere dialogo e connessione tra generazioni; studi e ricerc, promuovere ricerche innovative per generare cambiamenti positivi nelle comunità; ‘for a generation of change’, giovani under-30 alla guida del cambiamento.

A guidare la Fondazione nel ruolo di consigliere delegato è Irene Boni, in precedenza ceo di Talent Garden e gm di Yoox, manager con comprovata esperienza nel settore dell’educazione e del digitale, maturata alla guida di team prevalentemente under 30.

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Per coadiuvare il lavoro del consiglio di amministrazione, composto da sei membri, Unhate Foundation ha scelto di affidare a un comitato scientifico – composto in maggioranza da giovani professionisti, accompagnati da alcuni esperti “fuori quota” in nome del dialogo intergenerazionale – il compito di individuare le priorità di medio-lungo periodo e le direttrici progettuali su cui orientare la propria strategia.

Il comitato scientifico della Fondazione riunisce persone di talento con esperienze e background eterogenei, dal mondo delle start-up a quello accademico, dall’arte allo sport, passando per la comunicazione digitale e il terzo settore: Huda Lahoual, 21 anni, podcaster autrice di Huda, nessuna e centomila, podcast che racconta storie di giovani di seconda generazione in Italia, prodotto da Chora Media; Chiara Schettino, 23 anni, co-founder di Rosso, start-up nata per ridurre i tempi di attesa per i pazienti riceventi di sangue e sensibilizzare la Gen Z sull’importanza della donazione; Roberto Celestri, 23 anni, content creator e divulgatore d’arte, ha collaborato con Il MAXXI, i Musei Vaticani, la Galleria Colonna, i Musei Capitolini, la Galleria Borghese, e la Collezione Peggy Guggenheim; Francesco Di Napoli, 23 anni, attore, debutta nel 2019 come protagonista ne La paranza dei bambini. Successivamente recita in Romulus, Mina Settembre e Hey Joe, distinguendosi tra cinema e TV; Valentina Galli, 24 anni, studentessa universitaria specializzanda in Politiche Pubbliche per la Sicurezza, ha ideato un progetto per incentivare la partecipazione elettorale e la cittadinanza attiva nelle scuole superiori; Irma Testa, 27 anni, pugile medaglia di bronzo nei pesi piuma a Tokyo 2020 e oro ai campionati mondiali 2023 di Nuova Delhi; Gabriele Segre, 37 anni, politologo ed editorialista specializzato in politiche pubbliche e impegnato nella promozione della cultura della convivenza tra identità diverse; Vanessa Benelli Mosell, 37 anni, direttrice d’orchestra e pianista apprezzata a livello internazionale, nella sua carriera ha collaborato con alcune tra le più prestigiose istituzioni musicali europee e nel resto del mondo. Claudio Burgio, 55 anni, sacerdote, fondatore della comunità Kayros e cappellano dell’Istituto penale minorile Cesare Beccaria di Milano.

Oggigiorno l’odio si propaga ancor più velocemente che in passato, anche attraverso il web: secondo diversi studi, se in Italia nel 2023 il 40% dei giovani tra i 15 e i 19 anni ha partecipato a zuffe o risse, a livello europeo quasi la metà (49%) dei giovani tra i 16 e i 29 anni ha assistito a episodi di odio sul web, con conseguenze tangibili sul loro benessere psicologico e sulle relazioni sociali. Un giovane italiano su due tra i 18 e i 25 anni (49%) ha dichiarato di aver sofferto di ansia e depressione nel corso della propria vita.

Le cause sono molteplici e diffuse: incertezza economica, isolamento, insicurezza, malessere psicologico, disuguaglianze e povertà educativa. Quest’ultima in particolare è una condizione che priva ragazzi e ragazze delle risorse necessarie per sviluppare il proprio potenziale, generando frustrazione ed esponendoli al rischio di esclusione sociale. La narrazione dell’odio diventa spesso normalità, trovando spazio nel linguaggio quotidiano, con parole e azioni che feriscono e generano divisioni.

Unhate Foundation nasce dalla visione personale e dalla cultura di impresa di Alessandro Benetton che, nel solco di un progetto originariamente lanciato da Benetton Group nel 2011, ha voluto dare nuovo impulso a un’azione sociale coesa e di sistema. Ad affiancarlo nel ruolo di ideatore e Presidente del Consiglio di Amministrazione, i Sostenitori Istituzionali Edizione, Mundys e Aeroporti di Roma hanno riconosciuto una consonanza valoriale tra la mission della Fondazione e i propri programmi esg e partecipano al progetto contribuendo sia all’operatività della fondazione che agli sviluppi progettuali con risorse economiche, know-how e competenze. L’auspicio per il futuro è che a sostenere progetti e iniziative della Fondazione possano aggiungersi anche altre aziende, istituzioni, enti, associazioni e altre fondazioni, operanti sia in Italia che all’estero.

“Vogliamo dare vita a un progetto fortemente innovativo, dove saranno i giovani a decidere per i giovani”, afferma Alessandro Benetton, ideatore e Presidente di Unhate Foundation. “Per questo – continua Benetton – abbiamo dato vita a un comitato scientifico la cui età media è 30 anni, coinvolgendo diversi ventenni. Da loro mi aspetto passione, creatività, voglia di costruire esperienze positive per i loro coetanei. Noi lavoreremo al loro fianco, insieme ai professionisti che hanno voluto abbracciare questa sfida, per rendere concreti i progetti che riterremo strategici. Proprio per questo abbiamo ingaggiato le realtà del nostro Gruppo, con un approccio aperto anche a sinergie con altre aziende, enti e Istituzioni. Intendiamo infatti concentrare ogni sforzo attraverso la cultura, l’arte, lo sport per promuovere il dialogo e la solidarietà”.

“Desideriamo alimentare un nuovo senso di comunità, offrendo opportunità per rimuovere gli ostacoli che impediscono un’autentica inclusione e premiando il merito. Come imprenditore e come padre – conclude Benetton – avverto la grande responsabilità di promuovere una cultura di impresa che metta i giovani al primo posto”.

“L’odio è un problema complesso che purtroppo si manifesta quotidianamente nelle sue forme più disparate, con ricadute che vanno oltre l’etica per toccare profondamente la dimensione sociale ed economica”, aggiunge Irene Boni, consigliere delegato di Unhate Foundation. “Abbiamo scelto quindi di agire con un approccio federativo: unire forze diverse, dal profit al no profit, per costruire un’infrastruttura relazionale in grado di generare cambiamenti concreti e duraturi. Non vogliamo limitarci a parlare di sradicamento dell’odio, ma renderlo possibile attraverso iniziative co-progettate e multidisciplinari, che vedano i giovani non solo destinatari ma veri protagonisti di un movimento Unhate. Crediamo nella forza del dialogo tra generazioni e mondi diversi, crediamo nella forza generativa delle possibilità, perché solo così si può creare uno spazio dove le ragazze e i ragazzi costruiscano un futuro in cui finalmente credono”, conclude.

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