Truffa con i fondi del Superbonus 110%, blitz della Finanza: sequestro per 15 milioni

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Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 


di
Dafne Roat

Un sistema efficace e ingegnoso per incassare milioni di euro di crediti che venivano poi venduti ad altre società

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Fatture per lavori inesistenti, documenti falsificati ad arte, per incassare i fondi statali. Sulla carta sembrava tutto a posto, tanto che in alcuni cantieri sarebbero stati montati anche i ponteggi, ma i lavori di riqualificazione energetica ed edilizia non avrebbero mai visto la luce. Un sistema efficace e ingegnoso per incassare milioni di euro di crediti che venivano poi venduti ad altre società. Flussi di denaro pare dirottati anche all’estero.

Le agevolazioni fiscali

Gli investigatori del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della guardia di finanza di Trento hanno smascherato l’ennesima truffa sulle agevolazioni fiscali del 110%, previste dal decreto Superbonus fino al 31 dicembre del 2023, pare orchestrata da una società trentina specializzata nella riqualificazione energetica e antisismica degli edifici e nella gestione della cessione dei crediti, quali i bonus edilizi e del 110%. Ieri mattina all’alba i finanzieri sono andati a bussare agli uffici della società ReQualifica srl con sede legale in via Lidorno e sede operativa in via Santa Croce a Trento e hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro firmato dal gip per 15 milioni di euro, a tanto ammonterebbe il giro d’affari, tra crediti e profitti. Contestualmente il giudice con due ordinanze firmate il 12 e 17 gennaio ha disposto la misura interdittiva del divieto temporaneo di prosecuzione dell’attività imprenditoriale. Sono stati perquisiti anche gli uffici dell’azienda, dell’amministratore unico, di un consulente e dell’amministratore di fatto, indagati a vario titolo per indebita percezione di erogazioni pubbliche ai danni dello Stato, falsità materiale e utilizzo di crediti non spettanti in compensazione (come previsto dall’articolo 10 quater del decreto legislativo 75 del 2020, poi modificato nel 2024).




















































L’indagine, coordinata dalla Procura di Trento, è scattata nel 2023. I primi entusiasmi per il Superbonus che aveva fatto accarezzare a molti cittadini il sogno di poter riammodernare e riqualificare a livello energetico vecchi edifici che attendevano da anni un intervento hanno lasciato il posto alla rabbia per i lavori non eseguiti. Numerose le lamentele e le segnalazioni che sarebbero arrivate anche agli inquirenti. Le fiamme gialle si sono subito messe all’opera e nei mesi scorsi sono state effettuate le prime verifiche, poi attraverso un’analisi certosina dei documenti sono riuscite a risalire alle società, ricostruendo i flussi di denaro e i crediti venduti a ditte terze. Ed è proprio seguendo gli spostamenti di denaro che sarebbero arrivati oltreconfine. L’operazione della guardia di finanza è ancora in corso, ma secondo una prima ricostruzione la società trentina, nata poco più di quattro anni fa, il 14 settembre 2020, avrebbe incassato milioni dallo Stato per lavori mai eseguiti. Il modus operandi è più o meno lo stesso di altri casi simili che si sono moltiplicati in tutta Italia.

La complicità di un consulente

In altri termini, grazie alla complicità di un consulente avrebbero creato un sistema di fatturazioni e certificazioni false garantendo l’apertura di un cantiere per il quale sarebbero riusciti a farsi riconoscere dalle banche il credito di imposta e le agevolazioni fiscali previste dal decreto Superbonus, poi avrebbero simulato l’inizio dei lavori, ma una volta montate le impalcature le opere non sarebbero mai cominciate. In questo modo, secondo chi indaga, gli amministratori sarebbero riusciti a incassare milioni di euro di crediti. Parliamo di una società che solo nel 2022 aveva un fatturato di 13 milioni, quindi molto attiva e sulla carta l’azienda prometteva di gestire, ottimizzare e sfruttare al meglio le forti agevolazioni introdotte sulle riqualificazioni energetiche e sismiche offrendo anche analisi preliminari e adempimenti burocratici, oltre all’esecuzione delle opere. Pacchetto completo, quindi. In realtà, nell’ottica dell’accusa, gli obiettivi erano altri, ma la cautela è d’obbligo, le indagini sono infatti ancora in corso e la guardia di finanza dovrà analizzare la gigantesca mole di documenti acquisiti.

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