Xylella, il batterio sfonda in Basilicata ed è guardia alta sui vigneti

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I risultati “attesi” della sottospecie “pauca” che confermano il rallentamento della velocità di diffusione della malattia, sugli ulivi. I timori e le risposte – da più parti ritenute necessarie in termini di tempestività – sul fronte xylella della fastidiosa “fastidiosa” per quel che riguarda il mandorlo e soprattutto la vite. L’ipotesi che la terza sottospecie ritrovata in Puglia, la “multiplex”, possa aver superato i confini regionali e sia già presente in Basilicata. Sono i tre fronti “caldi” della lotta al batterio e che interessano ormai non più solo il territorio pugliese.

Tra pochi giorni governo centrale e Regione Puglia torneranno ad incontrarsi per quel che riguarda i ristori alle aziende gravemente danneggiate dalla xylella e su come rigenerare il paesaggio. Sul campo ed in laboratorio, nell’analisi dei dati, invece, si lavora incessantemente per seguire e dare risposte scientifiche alle dinamiche che hanno determinato i nuovi contagi delle diverse sottospecie.

Allarme per i vigneti

E gli alert ormai da qualche settimana non riguardano solo l’olivicoltura: la presenza della sottospecie fastidiosa fastidiosa tra gli ettari dedicati alla produzione di uva a Triggiano sposta l’asse degli interrogativi, e soprattutto delle preoccupazioni, anche per quel che riguarda la produzione vitivinicola. I dati del monitoraggio del 2024 confermano questa tesi ed impongono misure rapide, come l’Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia sta già eseguendo nella zona di Triggiano. Il modello è quello dell’ormai famoso focolaio all’interno di un vivaio di Canosa di Puglia del dicembre 2020 dove in pochi giorni furano eradicate le piante in cui fu accertata la presenza di xylella.

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A distanza di quasi cinque anni l’urgenza è legata al pericolo che la sottospecie fastidiosa fastidiosa possa continuare ad estendersi oltre i 30 ettari già individuati a Triggiano, dove negli anni oltre alla produzione di uva da tavola, si stanno portando avanti progetti imprenditoriali legati al vino. Ed in questo contesto ad incombere sono gli studi che provengono dalla California dove questa sottospecie è la causa della “Malattia di Pierce” che porta al disseccamento di tralci e grappoli, sulla falsa riga di quello che è avvenuto in Salento per gli olivi. Definita l’ampiezza dell’area delimitata sono state abbattute le piante infette, ed ora sono in corso le procedure di eradicazione delle piante nel raggio dei 50 metri attorno a ciascuno delle piante infette. Misure che hanno come obiettivo immediato di estirpare nella piena totalità questo focolaio di “fastidiosa fastidiosa”. Presenza di xylella (sottospecie pauca) a Bari su pochi ulivi nel quartiere San Giorgio, invece, quasi attesa e che conferma un dato: la riduzione della velocità della malattia. Ed anche i dati della campagna di monitoraggio del 2024, che saranno presentati nei prossimi giorni, hanno certificato un rallentamento della diffusione della xylella in Puglia rispetto ai primi anni. Sottospecie “pauca” quella che ha causato la morte di oltre 21 milioni di ulivi tra le province di Lecce, Brindisi e Taranto che continua ad essere attenzionata e controllata, come è emerso dal ritrovamento di poche piante alla periferia del capoluogo pugliese.

Il monitoraggio

E la campagna di monitoraggio del 2024, inoltre, porta con se un’altra tesi sostenuta da tempo da istituzioni politiche e apparato burocratico regionale: l’azione di monitoraggio unita alle procedure di eradicazione immediate dopo la scoperta di ulivi colpiti dalla sottospecie pauca è necessaria per rallentare l’avanzata del batterio, fin quando la ricerca non darà le prime risposte certe sul fronte del contrasto. Quindi “condividere e resistere” in attesa delle soluzioni dal mondo scientifico. C’è poi la questione legata all’estensione della multiplex, la terza sottospecie ritrovata in Puglia circa un anno, questa volta a Santeramo in Colle. L’ultima campagna di monitoraggio ha rilevato la presenza di mandorli, soprattutto, con questa variante di xylella, che studi scientifici ritengono sia la meno “aggressiva” tra le tre. Un monitoraggio che si è esteso anche ai confini tra le province di Taranto e Matera, nella zona di Ginosa. La “multiplex” è stata accertata in questa zona della provincia jonica, e questo potrebbe voler dire che anche nel territorio di Matera, e quindi in Basilicata, sia presente il batterio, seppur di una sottospecie che in questo momento storico sembra avere un effetto meno impattate ai fini delle produzioni.

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